A dir la verità in un ristorante asiatico non ci dovrebbero essere dessert. Il concetto di pasto a portate che termina col dessert è europeo.
Questo è un pasto in casa.
E questo uno al ristorante.
Chiunque abbia mangiato in Asia sa che le pietanze arrivano tutte insieme o a poca distanza l’una dall’altra e senza un ordine preciso.
È un modo di mangiare che
personalmente preferisco di molto e a volte utilizzo anche con piatti
freddi italiani.
Permette di mangiare una varietà maggiore di
pietanze (se si è in sei o sette una decina), in quantità molto
variabili e circa allo stesso prezzo di un pranzo all’europea. È
quindi più divertente e pratico.
Spesso questo modo di servire viene usato anche nei ristoranti italiani. Il piatto di spaghetti viene messo in mezzo e ciascuno si serve. Poi arriva una pizza che subisce lo stesso trattamento. E così via.
I dolci una volta si mangiavano in occasioni differenti, ad esempio feste o durante la passeggiata serale nel giardino di un tempio buddista vicino a casa. Il concetto era quello del gelato da passeggio.
Il dessert è sì diventato comune, ma non avendo un suo posto preciso dettato dalla tradizione è un po’ un corpo estraneo che causa rigetto e non segue regole.
A volte trovi dessert europei in un ristorante di sushi, a volte (raramente) trovi dolci giapponesi in un ristorante europeo. Ma regole non ce ne sono. Tutto dipende dal padrone del posto e dalle sua preferenze.
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