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Macaron

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Il macaron o macaron francese è un pasticcino il cui nome deriva dall'italiano dialettale "maccarone".

Composizione

  • Albume d'uovo
  • Farina di mandorle
  • Zucchero semolato
  • Zucchero a velo
  • Colorante alimentare (in polvere o in gel)

Attrezzatura

Gli utensili di base per preparare i macaron sono:
  • la bilancia tradizionale o elettronica; la precisione è di rigore per la realizzazione dei macaron. Dunque niente approssimazioni nelle quantità, pochi grammi in più o in meno possono far variare considerevolmente la consistenza della meringa e l'aspetto dei macaron
  • il mixer e il setaccio; sono utilizzati per raffinare la miscela zucchero a velo-mandorle ed eliminare ogni residuo di polvere suscettibile di formare inestetiche bolle sui gusci
  • robot o sbattitore elettrico; usando uno sbattitore elettrico, è importante montare gli albumi a neve con un gesto circolare e regolare: le chiare monteranno meglio e più rapidamente
  • termometro; per i macaron allo zucchero cotto usare il termometro per zucchero graduato con scala da 80 a 200 °C oppure una sonda elettronica, più precisa ma più costosa
  • spatola in silicone; è l'attrezzo indispensabile per incorporare la meringa alla pasta di mandorle senza creare troppi grumi
  • tasca e bocchette; le tasche da pasticcere possono essere in nylon, in tessuto plastificato o ancora meglio in plastica usa e getta. Le bocchette invece, in policarbonato o in acciaio inox, sono l'accessorio indispensabile della tasca. Per i macaron si utilizza una bocchetta liscia di 8 o 10 mm di diametro
  • forno e placche; è preferibile usare un forno ventilato. Per quanto riguarda le placche, usarne di abbastanza spesse e perfettamente piane. Rivestirle con carta da forno o con un tappetino in silicone. Girarle a metà cottura per una cottura uniforme.

Il pasticcino è composto da due pezzi a cupola, dalla caratteristica superficie liscia, la circonferenza guarnita di increspature, e la base piatta. Gli intenditori apprezzano una delicata crosticina a guscio d'uovo che rende il dolce più umido e arioso all'interno. Il macaron francese si distingue dagli altri macaron perché può essere trovato in una più ampia varietà di sapori che vanno dai tradizionali (lampone, cioccolato) ai più innovativi (marmite, tè verde matcha).
È considerato da diversi autori transalpini come un prodotto francese, anche se le sue origini sono molto dibattute e più italiane che francesi. Larousse Gastronomique cita i macaron come dolci creati nel 1791 in un convento vicino Cormery. Fonti più antiche fanno risalire il dolce alla Venezia del XVI secolo e sarebbe giunto in Francia grazie a Caterina de' Medici, la quale per un importante evento commissionò a un pasticcere italiano il dolce che portò con sé nel 1533, cioè quando sposò il Duca di Orleans Enrico II di Francia. Nel 1830, i macaron venivano serviti due a due con l'aggiunta di marmellate, liquori e spezie.
Il macaron, come è noto oggi, è stato definito Gerbet o Paris macaron ed è stato creato all'inizio del XX secolo da Pierre Desfontaines della pasticceria francese Ladurée, ed è composto da due dischi di meringa alla mandorla riempiti con uno strato di crema al burro, marmellata o crema ganache.

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Paris-Brest

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Il Paris-Brest è un dessert della cucina francese, composto da un impasto di pasta choux ripieno con un impasto di crema e burro e decorato con scaglie di mandorle.
Questo dolce è stato creato da un pasticciere di Maisons-Laffitte, Louis Durand, nel 1891 per commemorare la corsa ciclistica Parigi-Brest-Parigi. La sua forma circolare infatti rappresenta una ruota. Divenne popolare fra i ciclisti della corsa Paris-Brest, in parte per via del suo largo apporto energetico, ed in seguito si diffuse nelle pasticcerie di tutta la Francia.

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Torta setteveli

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La torta setteveli è un dolce creato da tre chef pasticceri: il padovano Luigi Biasetto, il pievano Cristian Beduschi e il pratese Gianluca Mannori, che insieme compongono la squadra italiana che con questo dolce ha vinto la Coppa del Mondo di Pasticceria di Lione nel 1997.
Il dolce è formato da una mousse al cioccolato fondente di pura origine Madagascar, bavarese alle nocciole pralinate, sette strati di cioccolato croccante (i veli), morbido savoiardo al cioccolato e gianduia ai cereali.
I diritti di proprietà industriale relativi alla creazione originale della torta “Setteveli” sono tutelati attraverso la registrazione del marchio “Setteveli – Coppa del mondo di Pasticceria”, usato fin dal 1997 e del marchio “Setteveli”

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Pasta biscotto


La pasta biscotto (anche chiamata pasta biscuit) è una base morbida, letteralmente 'biscotto', è una pasta morbida e spugnosa, simile al Pan di Spagna, ma molto più flessibile, destinata ad essere farcita e arrotolata.
In italiano viene chiamata Pasta biscotto in francese Biscuit e viene usata in pasticceria per preparare rotoli farciti e basi per torte.
Un dolce tipicamente preparato con la pasta biscotto è il tronchetto di Natale: ricoperto di cioccolato simula, nella forma, un pezzo di legno tagliato. Gli altri usi più frequenti prevedono il semplice taglio a rondelle del dolce stesso, che viene poi servito in piatto. La pasta viene anche usata per foderare stampi cilindrici, che vengono riempiti di crema o di gelato e successivamente posti a congelare.
Anche lo zuccotto può essere preparato con questo tipo di pasta.

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Petit four

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Con il termine petit four (al plurale: petits fours) si intende la piccola pasticceria tipicamente francese generalmente consumata alla fine di un pasto o servita come dessert. Il nome deriva dal francese petit four, che significa "piccolo forno".
Esistono due differenti categorie di petits fours. Petits fours secs (sec significa "secco") in cui vengono inclusi una vasta varietà di dessert, come biscotti, meringhe, amaretti e sfogliatine, éclair e tartellette. Nella pasticceria francese, i piccoli dolci assortiti di solito sono chiamati mignardises, mentre i biscotti duri al burro sono chiamati petit fours.
Esistono anche petits fours salés (salé significa "salati"), che sono gli antipasti salati di piccole dimensioni, di solito servito come parte di un aperitivo o di un buffet.
I petits fours venivano tradizionalmente realizzati durante il processo di raffreddamento del carbone, nei forni in mattoni del diciottesimo secolo. Ciò era dovuto all'alta temperatura di combustione del carbone rispetto al legno, ed al suo costo all'epoca.

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Tarte tropézienne

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La tarte tropézienne è un dolce di Saint-Tropez, composto da una brioche guarnita di zucchero e farcita da un mélange di tre creme, secondo una ricetta di origine familiare del pasticciere Alexandre Micka. La ricetta è depositata e segreta.
L'ideatore della ricetta è Alexandre Micka, pasticciere di origine polacca, giunto in Provenza all'inizio degli anni cinquanta: decise di aprire una boulangerie pâtisserie a Saint-Tropez, nella quale mette in vendita un dolce-brioche realizzato secondo una ricetta portata dalla Polonia e appartenuta a sua nonna. Nel 1955, Roger Vadim gira a Saint-Tropez il film Et Dieu... créa la femme. Alexandre Micka ebbe l'incarico di realizzare il pranzo per tutta la troupe. Dopo aver presentato la sua tarte, Brigitte Bardot gli suggerisce di chiamarla Tarte de Saint-Tropez. Partendo da quel suggerimento, il pasticciere optò per Tarte Tropezienne e decise immediatamente di depositare il marchio e il brevetto di fabbricazione.
A Saint-Tropez, esiste ancora oggi il ristorante La tarte Tropézienne.
La tropezienne è una brioche aromatizzata all'essenza di fiori d'arancio, ed è farcita con una crema al burro e una crema pasticcera. Dagli anni 2000, la tecnica di fabbricazione della crema pasticcera è completamente automatizzata.
Tradizionalmente, è consigliato l'accostamento a un Côtes-de-provence rosato, o a un vin moelleux, come un Monbazillac o a un vino dolce come un Muscat de Beaumes-de-Venise.

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Torta Tatin



La tarte Tatin è una torta di mele capovolta, tipica della Francia, in cui le mele sono caramellate in burro e zucchero prima della cottura della torta.
Secondo la leggenda, questo dolce sarebbe originario di Lamotte-Beuvron (nella regione del Centro): le sorelle Stephanie (1838-1917) e Caroline Tatin (1847-1911) gestivano un ristorante, che esiste ancora sotto il nome di "hôtel-restaurant Tatin", di fronte alla stazione frequentata da molti cacciatori. Una domenica, mentre preparavano una torta di mele per il pasto di alcuni cacciatori, una delle sorelle dimenticò di porre la pasta brisé al di sotto della torta, lasciando caramellare così le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare all'errore pose dunque la pasta brisée al di sopra del composto ottenuto e poi capovolse il tutto in un piatto. I cacciatori apprezzarono questa torta, che divenne così la tarte Tatin.

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Torta Saint Honoré

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La torta Saint Honoré è una torta che prende il proprio nome dal santo patrono dei pasticceri francesi Onorato di Amiens (Saint Honoré o Honoratus), vescovo di Amiens nel VI o VII secolo). Si racconta che sia stato lo chef Chiboust a creare il dolce nella propria pasticceria parigina nel 1846 situata a Parigi in Rue Saint-Honoré.
Questo dolce consiste di una pasta sfoglia, guarnita nella sua parte esterna da una serie di profiteroles, attaccati alla base della torta con caramello o panna. La parte centrale del dolce è invece guarnita con della crema chiboust (crema pasticcera alleggerita da meringa).

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Tuile

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Une tuile è un biscotto sottile, dolce o salato, o un wafer fatto di sfoglia o di formaggio originari della Francia.
Il termine tuile significa "piastrella" in lingua francese, e prende il proprio nome proprio dalle tipiche tegole dei tetti francesi, in considerazione della supposta somiglianza. Sono comunemente aggiunti come contorno per i dolci come la panna cotta o utilizzati come coppe commestibili per il gelato o il sorbetto.
I tuiles sono sottili biscotti che prendono il proprio nome dalle tuile, le tipiche tegole ricurve dei tetti delle case francesi, ed in particolare quelle della Provenza. Per ottenere la tipica forma ricurva, i tuiles sono solitamente realizzati su superfici ricurve, come bottiglie o mattarelli. In Francia, sono comunemente in commercio anche stampi appositi per i tuiles. La forma ricurva dei tuiles va fatta assumere quando l'impasto è ancora caldo e malleabile. Eventualmente possono anche essere preparati con forma liscia.

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Sacripantina

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La sacripantina è una tipica torta a cupola di origine genovese preparata su una base di pan di Spagna e farcita sia con una crema al burro e una crema al burro con cacao e nocciole (talvolta con zabajone), ricoperta di pezzetti di pan di Spagna e zucchero a velo.
Questa torta è stata creata da Giovanni Preti nel 1851, il suo nome deriva da un personaggio dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto: Il re circasso Sacripante.

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Torta paesana

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La torta paesana detta anche torta nera, torta di latte, torta di pane o michelacc (ovvero mica e lacc, pane e latte) è un dolce tipico della Brianza e dell'Altomilanese; a Gessate prende il nome di torta paciarella e a Canegrate di torta di Canegrate.
Nata come modo per riutilizzare il pane secco, come molte preparazioni della cucina tradizionale presenta numerose varianti, ma la base è sempre costituita da pane raffermo, latte e cacao, spesso arricchita da amaretti o biscotti di altro genere, uvetta, pinoli, canditi e pan d'anice (pan di spagna aromatizzato all'anice). La si serve soprattutto nelle sagre di paese e durante le ricorrenze del mese di ottobre.

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Torta di San Biagio



La torta di San Biagio è un prodotto tipico della tradizione mantovana, precisamente della zona di Cavriana, cucinata in onore del patrono locale San Biagio (3 febbraio).
Viene preparata una frolla amalgamando i vari ingredienti, stendendo la pasta nella la tortiera e versandovi sopra il ripieno. La pasta così composta viene guarnita di altra pasta ritagliata a strisce.
Da gustare con vino passito di Lugana fresco.
La torta si presenta di forma circolare. L'impasto, che non è lievitato, è caratterizzato da una consistenza friabile. Sulla superficie le strisce ricavate dall'avanzo della pasta usata per foderare la tortiera, disegnano dei rombi sotto i quali si può riconoscere il colore bruno del ripieno.
Ingredienti: Per la pasta occorrono farina bianca (500g), strutto (150 g), zucchero (150 g), impastare con vino bianco. Per il ripieno invece è necessario procurarsi delle mandorle tritate (1 kg), dello zucchero (100g), 1 uovo, del cioccolato fondente tritato, succo e scorza di limone, a piacere un liquore tra rum o anice.

Ricetta

Preparate una frolla amalgamando gli ingredienti con l'aggiunta di un po' di vino bianco. Tritate finemente le mandorle ed unitele agli altri ingredienti del ripieno, amalgamandoli ben bene. Stendete 2/3 della pasta e foderatevi la tortiera, quindi versatevi sopra il ripieno, stendendolo bene. Coprite con la pasta rimanente ritagliata a striscioline. Cuocere in forno a 150° per 20 minuti circa. Si suggerisce di gustare questa torta con un passito di Lugana servito fresco.

"Al dì ‘d San Biàs as benedìs la gola e 'l nas". Dal 2 al 4 febbraio si celebra, infatti, nel paese delle colline moreniche si celebra il patrono San Biagio con una manifestazione che ha più di 450 anni e si svolge soprattutto all'insegna dell'enogastronomia.
Il 3 febbraio ha luogo a Cavriana piccolo paese ubicato in provincia di Mantova, un rito antico: la benedizione della gola impartita in chiesa dal sacerdote per mezzo di due candele incrociate sotto il mento. La Torta di San Biagio è il dolce tipico di questa festività. La leggenda vuole che la ricetta sia molto antica e che originariamente la torta a base di mandorle avesse un diametro di oltre tre metri. Questa veniva poi tagliata ed offerta al pubblico convenuto in Piazza Castello.Infatti già nel 1600, dai mandorli di Cavriana si raccoglievano mandorle dal gusto particolare e intenso,merito dell'ameno ambiente collinare,questo frutto veniva da tutti considerato afrodisiaco;nei mesi invernali gli stessi Gonzaga ne acquistavano grandi quantità per deliziare il palato dei nobili di corte. Si racconta che, in quel periodo il re francese Luigi tredicesimo inviò una delegazione di cuochi ed esperti pasticceri nel ducato di Mantova col compito di apprendere nuove ricette da utilizzare a palazzo. I cuochi francesi vennero subito a conoscenza delle mandorle di Cavriana e vollero per tanto fare un sopralluogo proprio nel periodo della centenaria fiera di S. Biagio. La popolazione venutane a conoscenza si animò per cercare di dare una degna accoglienza a questi stranieri, decise di preparare qualcosa di unico da donare alla regina Anna famosa e colta moglie di Luigi tredicesimo. Dalle mani esperte delle donne Cavrianesi e da semplici ingredienti nacque un dolce alle mandorle dal gusto contrastante ma nello stesso tempo equilibrato: rustico come la terra da cui proveniva, raffinato come la sovrana a cui era dedicato. Da allora è consuetudine nei giorni della fiera svolgere il rituale del taglio e del dono della torta a tutti i visitatori: segno che il tempo non cancella le cose fatte con amore e generosità

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Assidat zgougou



L'assidat zgougou o assida zgougou (in arabo: عصيدة الزقوقو) è un dessert tunisino. Viene preparato in occasione della festa del Mouled.
Si tratta di una crema preparata a partire dei semi del pino d'Aleppo. I pinoli, chiamati "zgougou" e da non confondere con i pinoli del pino domestico, vengono puliti e poi schiacciati con dell'acqua e passati al setaccio molto fine.
Il succo cosí ottenuto viene mischiato con della farina di grano e/o, a seconda della ricetta, con dell'amido, aggiungendovi a volte latte concentrato. Viene poi cotto a fuoco lento, continuando a mescolare. Viene aggiunto zucchero velato fino a che la crema non diventa densa, dando cosí alla crema un colore bruno grigiastro, al gusto di resina.
Questa crema viene versata ancora calda dentro delle ciotole e ricoperta con della crema pasticiera a base di latte, amido, zucchero e essenza di fiori d'arancio. Infine viene decorata con mandorle intere o spellate, piccole caramelle o con pinoli.
Molti utilizzano anche vari tipi di frutta secca (pistacchi, noci, nocciole, ecc.) per variare la decorazione sia nella forma che nei colori.
Secondo l'Institut national de la consommation tunisino, 100 grammi hanno circa 600 kcal delle quali oltre la metà sono dovute alla decorazione.
Inizialmente si è trattato di un piatto legato ad un periodo di siccità e pertanto disprezzato come un piatto dei poveri. A partire dagli anni 1970 è tornato come dolce. La tradizione vuole che la ciotola d'assidat venga scambiata tra vicini e i familiari, facendo sì che la decorazione del dolce è altrettanto importante del dolce stesso.

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Halva

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La parola halva (traslitterata anche come halwa, halvah, halava, helva, halawa, in ebraico חלבה ,in greco Χαλβάς in russo e ucraino халва) deriva dell'ebraico antico e significa dolce. La parola halva si impiega per definire molte varietà di dolci. Questo tipo di dolce è molto popolare da India, Pakistan, Tunisia e Persia, per arrivare al mediterraneo orientale, passando per le cucine dei Balcani. Esistono altri tipi di halva basate sull'impiego di pasta di tahina, una pasta a base di sesamo tipicamente palestinese. Questo tipo è molto più popolare nell'est del Mediterraneo, tra cui la Grecia, dove esistono due tipi diversi di halva. Nei paesi dell'est Europa in Ucraina in particolare è molto diffuso anche l'halva a base di semi di girasole, aromatizzato con diversi gusti; caffè, vaniglia, cacao, in molti casi anche miscelati fra loro come variegati.
La maggioranza delle halva sono confezioni dense elaborate con paste alimentari diverse, e che vengono successivamente addolcite con zucchero o miele. Tuttavia, a partire da questa semplice composizione, si ha un'ampia gamma di varietà di prodotti. Per esempio, la halva di semolino è gelatinosa e quasi semi-trasparente, mentre la halva di sesamo e quella di girasole è secca e leggermente friabile e si scioglie in bocca.
La halva di sesamo è diffusa in Tunisia, Israele, nei Balcani, in Polonia, nel Medio oriente ed in altre zone del mediterraneo orientale. Gli ingredienti principali sono semi di sesamo o pasta di tahini, con zucchero o miele. Altri ingredienti secondari usati nell'elaborazione della halva di sesamo sono il pistacchio (o altra frutta secca), pasta di cocco, succo di arancia (o limone), vaniglia o anche cioccolato.
Per quanto riguarda le tradizioni religiose ebraiche, la halva è quasi sempre considerata adatta (kasher), e poiché non contiene carne o latte può essere tranquillamente consumata dopo un pasto di carne o latticini, rispettando le regole alimentari ebraiche (Kasherut). La halva israeliana solitamente non contiene farina o semolino, ma è fatta con tahina (pasta di sesamo), glucosio, zucchero, vaniglia ed altri aromi naturali.

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Tartufo al cioccolato


I tartufi al cioccolato sono dei cioccolatini, tradizionalmente a base di cioccolato fondente, burro, uova e cacao amaro in polvere, con forma tipica a sfera o pallina. Il loro nome deriva dalla somiglianza con i tartufi (funghi).
I tartufi al cioccolato furono inizialmente preparati da Nadia Maria Petruccelli, nel dicembre 1895, ma raggiunsero la popolarità tra il pubblico nel 1902, quando il negozio di cioccolato di Antoine Dufour, in Londra, iniziò a venderli.

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Kladdkaka

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La kladdkaka (che in lingua svedese può essere tradotto approssimativamente come torta appiccicosa) è una torta al cioccolato ad impasto morbido e compatto. L'impasto a base di farina, uova, zucchero, burro e cacao viene cotto a 175 °C per circa quindici minuti, in modo che il bordo e la base solidifichino a sufficienza ma il centro mantenga una consistenza morbida e pastosa. Viene servita comunemente con panna o crema alla frutta.
La kladdkaka ha un impasto simile al brownie, ed esistono svariate ricette di altre torte simili a base di zucchero che non fanno uso di lievito (la cui formazione di bolle di gas impedirebbe l'ottenimento della tipica consistenza compatta e pastosa del dolce). Può anche essere preparata usando cioccolato da cucina, che conferisce un colore più chiaro.
A partire dal 2008, il 7 novembre ricorre in Svezia il "giorno della kladdkaka" (giorno successivo al Gustav Adolfsdagen, nel quale si consuma invece il Gustav Adolfsbakelse).

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Bounty


Bounty è una barretta di cioccolato prodotta dalla Mars, Incorporated e venduta in tutto il mondo.
Si tratta di una barretta ripiena al cocco e coperta da cioccolato al latte (venduta in confezione di colore azzurro) o da cioccolato fondente (venduta in confezione di colore rosso), ed è uno dei pochi prodotti a contenere due pezzi in una unica confezione. Le pubblicità televisive del Bounty tendono a ruotare intorno ad ambienti tropicali, con alberi da cocco.
Benché la Mars sia una compagnia statunitense, le barrette Bounty non sono state vendute negli Stati Uniti fino a metà anni novanta. Un prodotto a base di cocco, molto simile al Bounty, di nome Mounds e prodotto dalla Hershey's, infatti era già disponibile sul mercato americano.

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Bondepige med slør

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Bondepige med slør (ragazza con il velo in danese) è un dessert tipico della cucina danese, composto da pane di segale grattugiato, che viene tostato con burro e zucchero e poi spalmato con marmellata o salsa di mele. Sono serviti in bicchieri di vetro o in ciotole coperti con panna montata, decorati con cioccolato grattugiato, mandorle o fragole

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Confetteria Raffaello


Confetteria Raffaello è un marchio commerciale che identifica un prodotto dolciario realizzato e commercializzato dalla società italiana Ferrero SpA a partire dall'anno 1998. Esso consiste in una pralina di forma sferica, composta da una mandorla circondata da una morbida crema, avvolta in un guscio di wafer di cocco e rivestita in noce di cocco.
I confetti Raffaello hanno aspetto molto simile ai Ferrero Rocher, prodotti dalla stessa azienda.
Sono venduti in rotoli contenenti 4 pezzi oppure in scatole.
La grafica del prodotto è rappresentata dal colore bianco con una banda rossa.
Per gli spot della promozioni della Confetteria Raffaello sono stati utilizzati brani noti quali:
  • It's Good to Be in Love - Frou Frou
  • You Make Me Feel Brand New - Simply Red
  • You're the First, the Last, My Everything - Barry White
  • Yolele - Papa Wemba
  • Big Big World - Emilia

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Æbleskiver



Le æbleskiver "Bignè di frittella", chiamate anche "appleskives" sono le tradizionali frittelle danesi dalla caratteristica forma sferica. In danese, il nome significa letteralmente "fettine di mela", sebbene le mele non risultino, generalmente, tra gli ingredienti principali delle varianti contemporanee del dolce. Piuttosto simili nell'aspetto ad un classico pancake europeo che si incontra con il popover americano o con l'inglese yorkshire pudding, le æbleskiver sono nella consistenza come un pancake ma leggere e soffici come un popover. Lo spelling inglese del termine è comunemente aebleskiver o ebleskiver.

Padella per Æbleskiver

Le Æbleskiver vengono cotte sul fornello all'interno di una padella apposita con sette incavi emisferici, disponibile in ambedue le versioni per forno a gas ed elettrico (quest'ultimo necessiterà della padella con il fondo piano). Tali tegami sono generalmente di ghisa, materiale ottimo per la ritenzione termica e, di conseguenza, per un mantenimento ideale del calore. Alternativamente, è possibile utilizzare i tradizionali tegami in rame martellato ma, al giorno d'oggi, essi vengono utilizzati principalmente a fine decorativo.
L'impasto per le æbleskiver è solitamente composto da farina di frumento da unire con latticello, latte o panna, uova, zucchero ed un pizzico di sale. Per risaltarne il gusto, alcune ricette includono ulteriormente, tra gli ingredienti principali, del grasso (generalmente il burro), il cardamomo, la scorza di limone ed un agente lievitante, il più delle volte del lievito chimico ma talvolta anche del comune lievito, per far lievitare la pastella.
L'impasto viene versato negli incavi della padella dopo averli precedentemente unti e, non appena iniziano a cuocersi, le æbleskiver vengono rivoltate con un ferro da maglia, uno spiedo o una forchetta al fine di conferire al dolce la sua caratteristica forma sferica. Tradizionalmente, le aebleskiver venivano cotte con pezzetti di mela (æble) o con un ripieno di purea di mele, ingredienti che tuttavia raramente compaiono nelle varianti moderne di questa specialità danese. Inoltre, è opportuno tener presente il fatto che non sia l'impasto delle aebleskiver ad essere dolce, bensì il modo in cui le aebleskiver vengono tradizionalmente servite: con un ripieno di marmellata di lamponi, fragole, ribes nero o di more e cosparse di zucchero a velo. Le Æbleskiver possono essere acquistate già fritte e surgelate al supermercato, pronte per essere riscaldate al forno.
In Danimarca, le æbleskiver costituiscono un tipico dolce natalizio, da gustare durante il Natale o i giorni precedenti alla festività. Nel mese di Dicembre, vengono spesso assaporate accompagnandole con il gløgg, il tradizionale vin brulé Scandinavo. In Norvegia, i waffles caldi sono più o meno gli equivalenti delle æbleskiver in Danimarca.
Le aebleskiver vengono anche vendute nei mercatini di beneficenza, alle associazioni di Scout, ai locali raduni sportivi e affini, o servite alle feste di compleanno dei bambini, per la loro popolarità e facilità di preparazione. Le associazioni di volontariato, inoltre, possono trarre profitto dal preparare le aebleskiver dalla fase della frittura a quella del congelamento e quindi vendendole, solitamente tre alla volta, condite come abitualmente.
In Nord America, numerosi eventi annuali celebrano le æbleskiver e la cultura danese, tra cui le "Æbleskiver Suppers" (cene a base di aebleskiver) organizzate da chiese e musei, insieme a tantissime altre ricorrenze simili.

Piatti simili

  • Gai daan jai, un simile piatto cinese.
  • Munker, la versione norvegese.
  • Neyyappam, un dolce simile originario del Kerala, usato principalmente come prasadam nei templi.
  • Paniyaram, un piatto simile originario dell'India del Sud, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.
  • Poffertjes, un dolce simile originario dei Paesi Bassi.
  • Popover
  • Takoyaki, una variante salata a base di polpo originaria del Giappone.
  • Unni Appam, un piatto simile originario del Kerala, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.

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Hishimochi

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L'Hishimochi o anche Hishi mochi (菱餅ひしもち) è un dolce tipico della tradizione giapponese legato all'Hinamatsuri (雛祭り), nota anche come "Festa delle bambole" o "Festa delle bambine", che cade il 3 marzo ovvero il terzo giorno del terzo mese dell'anno.
Si tratta di un dolce di riso glutinoso, solitamente servito in forma romboidale ma in tempi più moderni lo si serve anche in cubi. È costituito da tre strati di riso di colore diverso, ognuno dei quali ha un significato particolare. Dal basso verso l'altro troviamo: verde, bianco e rosa. Il verde rappresenta la terra (simboleggia la salute), il bianco la neve (simbolo di purificazione) ed infine il rosa i fiori di pesco (che caccia la malignità). Insieme questi tre colori indicano l'avvento della primavera, quando la neve si scioglie l'erba cresce e iniziano a germogliare i fiori di pesco.
A seconda della regione ci sono varianti differenti, con 5 o 7 strati. In alcune regioni, inoltre, il rosa viene sostituito da uno strato di colore giallo.
La forma romboidale si crede abbia avuto origine nel periodo Edo. L'hishi mochi è tagliata come un diamante che dovrebbe essere simbolo di longevità e fertilità.




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Plăcintă

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La plăcintă é un dolce tipico di Romania e Moldavia che consiste in un tortina tonda riempita con formaggio o altro.
La parola plăcintă viene direttamente dal latino placenta, che significa torta ripiena, a sua volta derivante dall'immagine della placenta animale.
Come si può chiaramente notare dalla stessa parola, deriva dal latino sin dai tempi in cui la Romania era parte dell'Impero Romano, in quanto la "Placenta" era la torta tipica delle truppe dell'esercito romano. A sua volta la Placenta aveva un'origine ancora più antica, probabilmente greca/mediterranea: gli antichi greci la facevano con olio di oliva, erbe e formaggio. In seguito alla dominazione romana dei Balcani, si diffuse in tutto l'Impero in due varietà, chiamate "Libum" e "Placenta". Il primo riferimento letterario, secondo Callimaco, è da attribuirsi a Aegimius, autore di un testo sull’arte di fare torte di formaggio, il πλακουντοπουκόν σύγγραμμ. Catone il Censore nel De Agri Cultura cita la "placenta", un dolce realizzato con due dischi di pasta condita con formaggio e miele e aromatizzata con foglie di alloro e ne da anche la ricetta.

Varietà tradizonali di plăcintă

  • plăcintă cu mere, con le mele.
  • plăcintă cu brânză, con il formaggio
  • plăcintă cu cartofi, con le patate.
  • plăcintă cu urdă con ricotta e uvetta.
  • plăcintă cu ciocolată con cioccolato.

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