RSS

Bonet, dolce piemontese: storia, ricetta e come prepararlo alla perfezione


Il grande classico della pasticceria del Piemonte che unisce cioccolato, amaretti e caramello in un dessert raffinato e senza tempo

Il Bonet (o Bunet, come si pronuncia in dialetto piemontese) è uno di quei dolci che raccontano molto più di un semplice finale di pasto: racchiude nei suoi ingredienti e nel suo metodo di preparazione secoli di storia, legami con il territorio e una cultura gastronomica che sa essere sobria e, allo stesso tempo, profondamente golosa.

Amaretti, cacao, uova e latte: quattro ingredienti semplici che, amalgamati con maestria e arricchiti da una colata di caramello ambrato, danno vita a una crema densa e vellutata.

Oggi lo si trova nelle trattorie di campagna e nei ristoranti stellati, servito sia nella sua versione più tradizionale che in rivisitazioni moderne. Ma qual è la storia di questo dolce che ha saputo conquistare i palati di generazioni di piemontesi — e non solo?

Il Bonet affonda le sue radici nel Settecento, in particolare nelle cucine nobiliari del Piemonte. Si tratta di uno dei dolci più antichi della tradizione regionale, nato probabilmente come variante dolce degli sformati salati che erano frequenti nei pranzi importanti.

In origine non conteneva cioccolato, ma solo amaretti, latte, zucchero e uova. La versione al cacao, quella che oggi conosciamo e apprezziamo, si diffuse a partire dall’Ottocento, quando il cacao divenne più accessibile grazie ai commerci con il Sud America e all’arte cioccolatiera sviluppatasi soprattutto a Torino.

Curioso è anche il significato del nome: in dialetto piemontese, “bunet” significa “berretto” o “cappello”. Si narra che il dolce prendesse questo nome per via dello stampo utilizzato, che ricordava vagamente la forma di un copricapo. Altre leggende dicono invece che il Bonet fosse servito a fine pasto, proprio come il cappello si indossa alla fine di un convivio prima di uscire di casa.

A prescindere dall’etimologia esatta, una cosa è certa: oggi il Bonet è uno dei dessert più amati della cucina piemontese, capace di coniugare semplicità e eleganza.

La ricetta autentica del Bonet piemontese

Ingredienti per 6 persone:

Per il caramello:

  • Zucchero semolato: 100 g

  • Acqua: 2 cucchiai

Per la crema:

  • Latte intero: 500 ml

  • Uova: 4 intere

  • Zucchero semolato: 150 g

  • Cacao amaro in polvere: 40 g

  • Amaretti secchi: 100 g

  • Rum (opzionale): 1 cucchiaio

Preparazione passo-passo

1. Preparare il caramello
In un pentolino dal fondo spesso versare lo zucchero con due cucchiai d’acqua e cuocere a fuoco medio, senza mescolare, fino a ottenere un caramello dorato e fluido.

Non appena avrà raggiunto un bel colore ambrato, versarlo rapidamente sul fondo dello stampo scelto per il Bonet (uno stampo da budino o da plumcake va benissimo), distribuendolo in modo uniforme prima che inizi a solidificarsi. Lasciar raffreddare.

2. Tritare gli amaretti
Nel frattempo, ridurre gli amaretti in polvere con un mixer o pestandoli in un mortaio. Non occorre ottenere una polvere finissima: qualche pezzetto più grossolano donerà una piacevole texture al dolce.

3. Preparare la crema
In una ciotola capiente sbattere le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere il cacao setacciato e mescolare bene per evitare grumi.

Incorporare gli amaretti tritati e, se gradito, il rum, che darà al Bonet un tocco aromatico più deciso e complesso.

Scaldare leggermente il latte in un pentolino (senza portarlo a ebollizione), poi versarlo a filo sul composto di uova, cacao e amaretti, continuando a mescolare con delicatezza fino a ottenere una crema fluida e omogenea.

4. Cottura a bagnomaria
Versare la crema nello stampo precedentemente caramellato.

Trasferire lo stampo in una teglia dai bordi alti e riempire quest’ultima con acqua calda fino a metà altezza dello stampo (cottura a bagnomaria). Cuocere in forno statico preriscaldato a 160 °C per circa 50-60 minuti.

Il Bonet è pronto quando la superficie risulta soda ma ancora leggermente tremolante al centro (come per un crème caramel).

Sfornare e lasciar raffreddare completamente a temperatura ambiente, quindi riporre in frigorifero per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte.

5. Servire il Bonet
Per sformarlo, passare una lama sottile lungo i bordi dello stampo e capovolgere il dolce su un piatto da portata. Il caramello formerà una golosa salsa che accompagnerà ogni fetta.

Il Bonet è un dessert che, grazie al suo equilibrio tra amaro (del cacao), dolce (del caramello) e aromatico (degli amaretti), offre grande versatilità in abbinamento.

Tradizionalmente viene servito freddo, magari guarnito con qualche amaretto intero o una spolverata leggera di cacao.

Per esaltarne i sapori, è perfetto accostarlo a:

  • Moscato d’Asti

  • Barolo Chinato

  • Passito di Caluso

  • Vermouth di Torino

Per chi ama osare, anche un buon whisky torbato o un rum scuro possono regalare piacevoli contrasti.

Il Bonet è ideale anche come dessert da servire in occasione di pranzi e cene importanti: la sua eleganza ne fa un dolce di grande effetto pur nella sua estrema semplicità. Allo stesso tempo, non manca mai sulle tavole delle famiglie piemontesi durante le festività o nelle occasioni speciali.

Preparare un buon Bonet non è solo un esercizio di tecnica culinaria, ma un gesto che si collega a una lunga storia di saperi gastronomici tramandati con cura. È un dolce che, cucchiaio dopo cucchiaio, racconta la sobrietà e l’amore per la buona tavola tipici della cultura piemontese.

Vale davvero la pena cimentarsi con questa ricetta, non solo per offrire ai propri ospiti un dessert goloso e raffinato, ma anche per mantenere vivo il legame con le radici profonde della cucina italiana.







  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

0 commenti:

Posta un commento