La mousse di maracuia è
un tipico dolce del Brasile. La sua preparazione, piuttosto
semplice, consiste nel mescolare in egual misura latte
condensato, panna e polpa di maracuia, con l'aggiunta
di gelatina per solidificare la crema ottenuta una volta
raffreddata. Talvolta si preparano mousse simili con altri frutti,
tra cui l'uva, la guaiava e la fragola.
Miele di datteri
15:03 |
Il miele di datteri o sciroppo
di datteri è uno sciroppo a base di datteri.
Il miele di datteri è ricco
di monosacchiridi come il glucosio e
il fruttosio, pertanto la maggior parte del suo contenuto
di zucchero viene assorbita nel flusso sanguigno in bocca,
il che significa che aumenta i livelli di glucosio nel sangue in modo
più efficiente e immediato rispetto ad altri sciroppi. Lo sciroppo
di datteri ha un maggiore contenuto di magnesio e potassio rispetto
ad alcuni dolcificanti naturali come lo sciroppo d'acero e
il miele ed è stato reputato una valida alternativa allo
zucchero.
Il miele di datteri è popolare in
diverse aree del globo. In Israele, ove prende il nome di silan,
viene usato per insaporire il pane, i dolci e altri alimenti fra cui
il muhallebi e un rotolo di pollo con sesamo o noci dal
sapore dolce facente parte dei meze e che viene cucinato
nelle aree meridionali e orientali del Paese. In Iran, lo
sciroppo di dattero (e a volte d'uva) viene utilizzato per addolcire
la tahina e consumato a colazione. Il miele di datteri è
anche usato nella cucina nordafricana, in quella mediorientale e
in quella libica, dove serve a condire l'asida.
Macedonia di frutta
10:26 |
La macedonia è una
preparazione di frutti misti crudi, variamente conditi.
La ricetta più comune prevede l'uso di succo
di limone e zucchero.
Trae il suo nome probabilmente
dalla Macedonia, regione storica dei Balcani,
caratterizzata dalla coabitazione di popolazioni diverse (Greci,
Bulgari, Albanesi, Serbi, Turchi).
Kaiserschmarrn
16:31 |
Il Kaiserschmarrn (dal
tedesco Kaiser, cioè "imperatore", e Schmarr(e)n,
"frittata dolce", letteralmente "frittata
dell'imperatore") è uno dei più famosi dessert austriaci,
diffuso in tutta l'area dell'ex Impero austro-ungarico come
anche nella Baviera.
È sostanzialmente una
spessa crêpe spaccata che, in modo analogo all'altro dolce
tipico atesino, gli Strauben, viene cosparsa di zucchero a
velo e servita con confettura di ribes,
di mirtilli o salsa di mele.
Il Kaiserschmarren può
essere preparato in vari modi. Di solito si separa l'albume dal
tuorlo e lo si monta a neve; si monta il tuorlo con lo zucchero e
quando è simile a crema si aggiunge pian piano la farina, un po' di
latte, un pizzico di sale, uva passa e pinoli (opzionali). Infine si
unisce l'albume montato a neve e si versa in una padella dove si è
fatto sciogliere un bel pezzo di burro. Nella padella l'impasto deve
dorare bene ed è meglio che non sia alto più di un dito perché
bisogna girarlo e tagliarlo con la forchetta mentre cuoce.
Ingredienti per 4
persone
- 5 uova
- 50 grammi di zucchero
- 250 grammi di farina "00" passata nel setaccio
- ¼ litro di latte
- 1 pizzico di sale
- 1 manciata di uva passa
- 80 grammi di burro
- zucchero a velo
- confettura di mirtilli rossi (in latino vaccinium vitis-idaea o in tedesco Preiselbeeren).
Cassata oplontina
16:42 |
La cassata
oplontina di Torre Annunziata, spesso chiamata anche cassata
oplontina o cassata
Oplontis è
un dolce della tradizione di Torre Annunziata, risalente al I
secolo, così definito per analogia con il moderno dolce siciliano,
di cui costituisce l'ideale antenato.
Il dolce moderno è realizzato sulla
base di un affresco presente all'interno degli Scavi
archeologici di Oplonti, annoverando tra gli ingredienti
principali ricotta di pecora, miele, farina di mandorle e
frutta fresca e secca.
Il dolce è raffigurato all'interno
della villa d'otium, attribuita a Poppea Sabina, nel cuore della
città di Torre Annunziata, dove sono stati rinvenuti dei
resti papiracei con la ricetta originale.[senza fonte] Il
cuoco è, come d'uso presso le domus patrizie e vista
l'approssimativa capacità nella scrittura in latino, probabilmente
uno schiavo.
(LA)
«Metti tres unce praecoquis, tres unce pruni, et tres unce uve
vietum. Fructi siccus sminuti cum media luna cultellus aut solitus
cultellus, si optas pro plus magnum fragmentis. Coxi in melis tres
unce nuxis et duus unce pineolusi, quoad duru factu est. Bada nun
scottaribus digitam, quod meli tantus caldus est. Dulcis duru
rectum refrigera inde frangi illu in exiguis fragmentum. Miscea
multus tres libras caseo ovini quod mollis facta est. Indi addici
media libra meli et pianus pianus miscea cum casu. Dulcis duru
fragmentatus addici et rectum miscea omnis. Farina amygdalis
miscea cum meli et coccinigliam pulvis. Coperire bordus pentolae
cum cunfectus amygdale et in centrum poni compositus casu et poni
in locus frigidus ad rectus tempus. Potui impendere armarium cum
gelus, si dominus tuus habet illu. Super patellam cassatae poni,
indi velu casus rectum misceatum super dulcis poni. Decoras cum
noxis, dactylis, ficus vietum.» |
(IT)
«Prendi tre once di albicocche di prugne e di uva passa.
Sminuzza i frutti secchi o con un coltello a mezza luna o con un
coltello normale a seconda se vuoi pezzi più o meno sbriciolati.
Cuoci nel miele tre once di noci e due once di pinoli, finché
diventa duro, stai attento a non scottarti le dita perché il
miele è tanto caldo. Raffredda il dolce duro ottenuto e poi
sminuzzalo in pezzetti piccoli. Mescola a lungo tre libbre di
formaggio di ovino finché diventa morbido. Quindi amalgama
lentamente mezza libbra di miele. Aggiungi il dolce duro
sminuzzato e mescola il tutto. Mescola farina di mandorle con
miele e polvere di cocciniglia. Copri il bordo di una pentola con
questo confetto di mandorle e metti nel centro il composto con il
formaggio e fai riposare in un luogo fresco per un tempo adeguato.
Puoi usare anche una dispensa con ghiaccio, se il tuo padrone ne
possiede una. Poggia la cassata su un piatto da portata e coprila
con un velo di formaggio ben mescolato. Decora con noci, datteri e
fichi secchi.» |
Nel 2012 la giunta del comune
delibera a favore della tutela di una ricetta ricostruita
sull'affresco, da parte degli istituti alberghieri della città.
La cassata del peso di 2 kg è
realizzata con un compromesso tra i gusti moderni e gli antichi, ma
contando solo sugli ingrendienti presenti anticamente e esaltando le
eccellenze gastronomiche locali. Ed è così composta: 60 gr. di
albicocche; 60 gr. di datteri; 60 gr. di fichi secchi africani; 300
gr. di focaccia; 40 gr. di gherigli di noci; 400 gr. di miele; 220
gr. di pasta reale; 40 gr. di pinoli; polpa di melograno (quanto
basta); 60 gr. di prugne; 700 gr. di ricotta di tipo romana
setacciata; 50 gr. di uvetta sultanina e 200 ml di vino passito del
Vesuvio.
Black bun
16:46 |
Il black bun è un
dolce scozzese.
Si tratta di una torta a base
di frutta e spezie (uvetta, ribes, mandorle,
scorze di agrumi, pimento, zenzero, cannella e pepe
nero) e ricoperta di pasta frolla.
Il black bun venne introdotto
in seguito al ritorno della regina di Scozia Maria Stuarda dalla
Francia, ma l'abitudine di consumarlo durante la dodicesima
notte si concluse con l'avvento della Riforma scozzese. Il black
bun viene consumato durante i festeggiamenti dell'Hogmanay.
Il black bun è nato come
variante della torta dei Re in occasione della dodicesima
notte del 5 gennaio che corrisponde alla vigilia dell'Epifania e
alla fine dei Dodici Giorni di Natale. Il dolce venne
introdotto dopo il ritorno di Maria di Scozia dalla Francia, e la
tradizione vuole che venne nascosto un fagiolo nella torta. Chiunque
lo avesse trovato sarebbe divenuto il re della serata. È stato
registrato che la stessa sovrana avesse partecipato a questo gioco e
che, nel 1563, avesse fatto indossare vesti regali e gioielli
alla sua compagna d'infanzia Mary Fleming che era divenuta,
appunto, la "regina" della serata. Questo scioccò
l'ambasciatore inglese, che scrisse:
«La Regina del Fagiolo era
quel giorno in un abito di stoffa d'argento, la sua testa, il suo
collo, le sue spalle, il resto di tutto il suo corpo, così pieno
di pietre, più che nel nostro.»
|
In seguito alla Riforma scozzese
del 1560, venne bandita in Scozia la celebrazione del natale e
con essa la pratica di preparare torte del re.
Dopo essere diventato conosciuto
come scotch bun e scotch Christmas bun venne
rinominato black bun nel 1898. Pare che sia
stato Robert Louis Stevenson a diffondere il termine
odierno del dolce, in quanto lo definì "una sostanza nera
ostile alla vita".
Oggi il dolce è diventato un pasto
tipico delle celebrazioni dell'Hogmanay. Una tradizione del passato
conosciuta come first-foot ("primo piede")
consisteva nel visitare i vicini di casa per celebrare l'avvento del
nuovo anno. Se gli ospitanti ricevevano un black bun dai
loro ospiti si veniva a indicare che coloro a cui veniva donato non
avrebbero avuto fame durante l'anno che sarebbe giunto. Durante
l'Hogmanay, il dolce veniva a volte offerto agli ospiti e mangiato
con il whisky.
All'infuori della Scozia, il black
bun viene anche mangiato nell'area culturale Appalachia,
negli Stati Uniti.
Il black bun è una torta
alla frutta avvolta nella pasta frolla. La torta in sé è simile a
una tradizionale Christmas cake o a una miscela
di Christmas pudding, e comprende frutti e spezie come uva
passa, ribes, cannella, pepe nero e pimento. È stata definita
una versione molto più grande del biscotto Garibaldi e si
è ipotizzato che quest'ultimo alimento potrebbe derivare dal black
bun in quanto John Carr, l'inventore del biscotto, era scozzese.
Sugolo
13:37 |
Il sugolo (detto sugo
d'uva in Emilia-Romagna) è una sorta di budino di
origini antichissime della vita contadina che si prepara nel periodo
della vendemmia usando il mosto pigiato legato con la farina.
Anticamente veniva preparata
esclusivamente durante il periodo della vendemmia con solo mosto e
farina, le ricette recenti prevedono spesso anche l'aggiunta di
ulteriore zucchero oltre a quello dell’uva stessa.
Si gusta da solo, oppure come
accompagnamento della torta sbrisolona.
Pere alla bella Elena
22:20 |
Le pere alla bella Elena (dal
francese poire belle Hélène) è un dolce a base
di pere immerse nello sciroppo, accompagnate
da gelato alla vaniglia e ricoperte di cioccolata
calda.
Questo piatto, che prende il nome
dall'opéra bouffe La bella Elena di Jacques
Offenbach, fu creato da Auguste Escoffier intorno
al 1864. Tuttavia, nessuna fonte storica può attestarlo.
Inoltre, nel 1864, Escoffier era ancora un cuoco alle prime armi
e risiedeva a Nizza. È più probabile che in seguito egli abbia
rielaborato la ricetta.
Birnbrot
19:03 |
Il birnbrot (letteralmente pane
alle pere) è un dolce natalizio svizzero. Tale piatto
è composto da un ricco impasto che racchiude un ripieno
di pere e acquavite di ciliegie. Secondo
quanto riporta l'Atlas der schweizerischen Volkskunde del 1950,
esistono due principali tipi di birnbrot: in uno di essi,
miscela di frutta viene spalmata sull'impasto e arrotolata
con esso, mentre un secondo metodo di preparazione consiste nel
mescolare la frutta alla pasta e al contempo avvolgerla all'esterno
con un impasto.
Sannacchiudere
17:45 |
I sannacchiudere (o
"sannacchiudele") sono tipici dolci natalizi appartenenti
alla tradizione culinaria della provincia di Taranto.
Il termine ricorda l'espressione
"s'hanno a chiudere", cioè "si devono chiudere",
da cui alcuni presumono possa derivare, sebbene non vi siano certezze
storiche. In particolare, circola da alcuni anni la storia popolare
di una donna che, data la povertà del tempo, non aveva ingredienti
sufficienti a fare un dolce vero e proprio e così, con alcuni scarti
di farina ,alcune uova e ulteriori ingredienti diede vita alla
pietanza che non sembrandogli poi tanto buona al primo impatto
immerse in miele bollente. Secondo la tradizione appunto i
figlioletti della donna li provarono e li trovarono tanto buoni da
rischiare di finirli troppo in fretta, e così la madre, riponendoli
in un mobiletto della cucina, disse "S'hann' a chiudere".
Un'altra etimologia la ricaviamo dal
dialetto locale : "san a u'chiudd'" letteralmente
"sana al pescatore" appunto perché tipico dolce preparato
secondo la tradizione sotto il natale dalle mogli ai pescatori e
tanto buono da curargli tutti i dolori.
Dolce povero fatto di piccole porzioni
di pasta fatta con uova, farina, zucchero, essenza di fiori di
arancio, scorza di limone grattugiata, vaniglia in polvere, fritte
nell'olio e poi affogate nel miele e ricoperti di zuccheri colorati.
Molto spesso sono serviti con Cartellate e come questi ultimi vi è
una ricetta con il Vincotto ma è poco usata.
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