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Come riconosco un buon gelato




Ci sono diverse cose da tenere conto per riconoscere un buon gelato artigianale.
Prima di tutto il colore, deve essere naturale…anche se il problema delle colorazioni assistite riguarda soprattutto i gusti alla frutta perché nella lavorazione tende ad ossidarsi e tende a perdere vivacità nel colore…ma se vedete colori shocking come verdi brillanti e gialli sgargianti saranno stati rinforzati sicuramente con dei coloranti.
Temperatura, sembra strano ma il gelato non deve essere troppo freddo e non deve dare alla bocca quella sensazione di gelo artico!..ma non deve nemmeno essere troppo caldo!
Deve avere corpo! una crema troppo leggera è una crema in cui si è risparmiato su latte e/o panna.
La fragranza di gusto e persistenza aromatica, ogni gusto deve essere riconosciuto nella sua individualità e il gusto non deve svanire subito
E in ultimo..il gelato davvero di qualità non fa venire sete


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Ciambella al cioccolato

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Ingredienti




Per 4 persone:
  • 125g di burro
  • 300g zucchero
  • 300g farina
  • 100g di cioccolato fondente
  • 4 uova
  • un pizzico di cannella
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • una bustina di lievito
  • un bicchiere di latte



Preparazione

  1. Lavorare il burro con lo zucchero, e i tuorli aggiungere farina e lievito, latte poco per volta, il cioccolato grattugiato, la cannella e la scorza del limone.
  2. Quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati, incorporare gli albumi montati a neve poco alla volta.
  3. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata, mettere in forno preriscaldato a 180° per circa un'ora.
  4. Servire la ciambella spolverata di zucchero a velo.




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Biscotto di Castellammare

Biscotti di Castellammare: Origine, Storia e Ricetta Originale


Il biscotto di Castellammare è un prodotto tipico campano, in particolare della zona di Castellammare di Stabia, dove è stato creato nel 1848 dai fratelli Giovanni e Francesco Riccardi, e dove si continua a produrre. Creati con farina, zucchero, pasta lievitata, vanillina, acqua e burro, hanno una tipica forma allungata. Bisogna precisare che esistono diverse ricette per la creazione di questa specialità, anche perché colei che rese famoso questo biscotto, alla sua morte non rivelò a nessuno la ricetta.
Oggi si trovano già confezionati e vengono venduti soprattutto d'estate sulle strade del litorale campano, insieme ai tarallini ricoperti di zucchero, altra specialità tipica stabiese.

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Crostata

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La crostata è un dolce tipico italiano basato su un impasto di pastafrolla e un ripieno di marmellata. Alcune torte simili sono diffuse in tutta Europa.
Le guarnizioni più diffuse per la crostata oltre alla marmellata sono: la crema pasticcera, la ricotta e la nutella.

Ingredienti per 8 persone
  • 150 g di burro (a temperatura ambiente);
  • 150 g di zucchero semolato;
  • 1 uovo intero;
  • 1 tuorlo;
  • 300 g di farina di grano tenero di tipo "00";
  • 250 g di confettura / crema di nocciola.
In più:
  • pizzico di sale;
  • una bustina di vanillina;
  • un goccio di grappa;
  • una scorza di limone.

Preparazione
Per preparare la pasta frolla, versare in un contenitore (preferibilmente abbastanza capiente) i seguenti ingredienti: 150 g di burro (meglio se riscaldato un po' per poterlo lavorare più facilmente), 150 g di zucchero, un uovo intero e un tuorlo. Amalgamare per bene il tutto fino ad ottenere un composto dall'aspetto un po' ruvido. Aggiungere qualche piccolo ingrediente per rendere più saporita la pasta frolla: pizzico di sale, bustina di vanillina, grattugiare un po' di scorza di limone e infine aggiungere un goccio di grappa per eliminare il sapore delle uova. Per terminare, aggiungere 300 g di farina. Amalgamare fino ad ottenere un composto uniforme e compatto.
Dopo aver preparato la pasta frolla, è consigliabile lasciarla riposare in frigorifero almeno per un'ora per poterla rendere più maneggevole da lavorare.
Procedere quindi con la vera e propria preparazione della crostata, imburrando e infarinando lo stampo di 25 cm di diametro oppure utilizzando carta da forno. Stendere ora 2/3 della pasta frolla in un piano completamente infarinato e, con l'aiuto del mattarello, renderli il più uniforme possibile. Porla sulla base dello stampo eliminando i bordi in eccesso. Procedere bucherellando la pasta con una forchetta per evitare che in fase di cottura si possa gonfiare. Versare infine la confettura / crema dentro lo stampo e stenderla in modo più regolare possibile.
Con la pasta frolla rimanente, tagliare delle strisce con un tagliapasta seghettato o regolare, a seconda dell'aspetto che vogliamo darle. Posarle in modo tale da formare una griglia.
Mettere in forno già preriscaldato per circa 30-35 minuti a 180 °C posizionandola sul ripiano centrale.
Quando ha assunto un aspetto dorato, è il momento adatto per toglierla dal forno e lasciarla raffreddare su un ripiano. Toglierla dallo stampo solo quando completamente raffreddata.



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Crostata di frutta

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Un classico, golosissima e apprezzata da tutti, la torta di ogni ricorrenza, bellissima se sapientemente decorata con fette di frutta di colori accesi. Base di pasta frolla, coperta di crema pasticcera e decorata, appunto con tanta frutta rivestita di gelatina.



Per 6 persone

Ingredienti

  • Pasta frolla
  • Crema pasticcera
  • 2 banane
  • 4 kiwi ben maturi
  • 1 cestino di fragole
  • 1 cestino di mirtilli
  • (La frutta per la decorazione può essere variata a piacere)
  • 1 limone non trattato in superficie (non indispensabile ma dà un ottimo aroma)
  • circa 200 g di legumi secchi, fagioli o meglio ceci, che poi andranno buttati.
  • 1 busta di gelatina da dolci



Preparazione

Lasciate da parte la crema a raffreddare, avendo cura ogni tanto di mescolarla finché non sarà fredda, in modo che non si crei la pellicola superficiale che i grassi del latte tendono a formare. Prendete la pasta frolla e spianatela con un mattarello in legno, sempre manipolandola il meno possibile, in un disco di 3-4 millimetri di spessore e circa un centimetro di diametro in più della teglia da forno, imburrate la teglia e posatevi il disco all'interno ripiegando su se stessi i bordi in eccesso, a formare una specie di vasca rotonda. La teglia dovrebbe essere circa 26-30 cm. Se avanza della pasta frolla, potete usarla per rinforzare leggermente i bordi o per fare dei bicchierini larghi e poco profondi (circa 3 cm di diametro e uno di profondità) da usare come pasticcini. Sull'impasto adagiato nelle teglia mettete un foglio di carta da forno opportunamente sagomato a cerchio, versateci sopra i legumi secchi (fagioli o meglio ceci) in modo che occupino tutto il cerchio e infornate a 180° per 20-30 minuti; la pasta è cotta quando ai bordi assume un colore dorato con striature brune. Contemporaneamente alla crostata potete infornare, per lo stesso tempo anche gli eventuali pasticcini. A cottura terminata, estrarrete dal forno una torta con una vasta depressione centrale e dei bordi rialzati, gettate la carta da forno ed i legumi e, quando la pasta sarà fredda, riempite il disco della crostata con abbondante crema pasticcera, livellandola bene con una lama piatta; mettete il tutto in frigorifero per almeno due ore. Se avanza della crema, versatela nei bicchierini che avete estratto dal forno e mettete anch'essi in frigo per lo stesso tempo. A questo punto, preparate la gelatina secondo le istruzioni, pulite la frutta, tagliate banane e kiwi a dischi spessi 2 mm., le fragole a metà o a quarti se sono molto grandi.



Decorazione

Dopo le due ore, estraete la crostata dal frigorifero e decoratela con la frutta a piacere, oppure seguite queste istruzioni: mettete le fragole lungo il perimetro, poi i kiwi, poi le banane sempre in cerchi concentrici a stringere verso il centro, lasciate un cerchio di 3 cm di diametro al centro e riempitelo con i mirtilli. Versate uno strato omogeneo di gelatina su tutta la crostata, livellatelo e mettete in frigorifero per altre due ore (o per il tempo indicato sulle istruzioni della gelatina) prima di servire. La crostata si conserva in frigorifero anche 3-4 giorni. Se avete realizzato anche dei pasticcini, guarniteli ciascuno con un pezzo di frutta diverso e versateci sopra un poco di gelatina, lasciandoli poi in frigorifero insieme alla crostata.



Varianti

La gelatina serve affinché l'aria non entri in contatto con la frutta e la ossidi, quindi non la fà diventare scura (soprattutto le banane). La frutta come il kiwi, avendo un alto contenuto di vitamina C (chè è un antiossidante naturale) non ha bisogno della gelatina, ma sicuramente il lucido della gelatina gli conferisce un aspetto molto più invitante.

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Crostata di riso

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Ingredienti

Per 4 persone:
  • 450g di pasta frolla
  • 250g di riso
  • 125g di zucchero
  • 1l di latte
  • 4 uova
  • 1 limone



Preparazione

  1. Versare il latte in una pentola e farlo bollire, quindi aggiungere il riso mescolandolo spesso; lasciatelo cuocere finché non ha assorbito tutto il latte.
  2. Appena cotto metterlo in un piatto per farlo freddare.
  3. Metterlo in una teglia ricoperta con carta da forno.
  4. Stendere la pasta frolla nella teglia e unire al riso la scorza grattugiata del limone, lo zucchero e i 4 tuorli uno alla volta. Amalgamati gli ingredienti aggiungere gli albumi montati a neve mescolando bene.
  5. Versare il composto sulla pasta frolla e cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 45 minuti.






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Paciarella

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La paciarella (paciarèla in dialetto milanese, detta anche "turta del Michelacc"), è una torta di pane, consumata in ricorrenza delle feste patronali, in particolare nei piccoli paesini della provincia.


Ingredienti

  • 2 lt di latte
  • 600 GR di pane di pasta dura
  • 500 g di amaretti
  • 500 g di zucchero
  • 250 g di cacao misto
  • 150 g di cedro
  • 200 g di uvetta
  • 100 g di burro
  • 2 bustine di zucchero vanigliato
  • buccia di limone
  • un pizzico sale
  • circa mezzo bicchierino di liquore anice (o 200 g di pan d'anice)
  • pinoli a piacere
  • volendo si possono aggiungere 3 uova.


Preparazione

  1. La sera prima mettere il pane di pasta dura (meglio ancora se secco) a bagno nel latte e di tanto in tanto dare una mescolata; amalgamare poi gli ingredienti (amaretti pane anice, zucchero, cacao, sminuzzando il tutto) e lasciar riposare tutta la notte. Da parte mettere a bagno in acqua l'uvetta.
  2. Il mattino seguente sminuzzare l'impasto con le mani (o con il passaverdura per avere una grana più fine), lavare bene l'uvetta, asciugarla su uno strofinaccio e terminare di aggiungere gli altri ingredienti.
  3. Imburrare molto bene la teglia (meglio se alta) e spargere del pane grattuggiato; poi versare l'impasto e mettere in forno ben caldo. quando avrà assunto un bel colore scuro-cioccolato, infilare uno stuzzicadenti e controllare che, quando estratto, sia ben asciutto per sapere se è cotta; a questo punto lasciar raffreddare a forno spento.


Consigli

  • Nota bene: il dolce è più buono il giorno seguente.


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Amaretti di Saronno

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Gli Amaretti di Saronno sono un tipo di biscotto amaretto cosiddetto duro o secco avente come unici ingredienti zucchero, armelline e albume. Essi sono originari della città di Saronno e sono prodotti dall'azienda dolciaria D. Lazzaroni & C., la quale detiene tuttora il marchio registrato "Amaretto di Saronno", nonostante questo venga spesso utilizzato per indicare genericamente qualunque tipo di amaretto duro.

Storia e tradizione

Secondo la leggenda riportata dalla stessa ditta Lazzaroni, nel 1718 il Cardinale di Milano decise di recarsi in visita al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno. In onore della sua visita una giovane coppia preparò un impasto a base di zucchero, armelline e bianco d'uovo che, fatto lievitare in forno, diede origine a dei biscotti tondi che vennero chiamati Amaretti. Al di là della leggenda fu la famiglia Lazzaroni, che si era trasferita da Teglio a Saronno agli inizi del Settecento, a farsi portabandiera di questa specialità dolciaria inizialmente nel piccolo laboratorio familiare, in seguito a livello industriale grazie alla fondazione della D. Lazzaroni & C. nel 1888.

Curiosità e riferimenti culturali

  • I biscotti sono famosi per il loro incarto, fatto di carta velina che, se arrotolata, messa in piedi in un piattino e infiammata con un accendino, si mette a svolazzare lentamente verso l'alto; alcuni si divertono a esprimere un desiderio che si realizzerebbe qualora la carta si mettesse a svolazzare
  • Nel 2010 una latta rossa di Amaretti di Saronno appare in una scena del film fantasy Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1

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