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Cheesecake

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Il cheesecake (in italiano dolce al formaggio) è una torta fredda composta da una base di pasta biscotto su cui poggia un alto strato di crema di formaggio fresco, zuccherato e trattato con altri ingredienti.
La base è solitamente costituita da biscotti sbriciolati e poi reimpastati con l'aggiunta di tuorlo d'uovo o burro, oppure da biscotti inumiditi di caffè, sciroppo o liquore oppure può essere fatta di pan di Spagna o pasta frolla.
I formaggi che si utilizzano per preparare la crema sono formaggi freschi e molto morbidi come la ricotta, il mascarpone, Philadelphia o altri formaggi da spalmare.
La ricetta è spesso arricchita con l'aggiunta di frutta fresca, frutta candita, frutta secca o cioccolato sulla parte superiore della torta.

Storia
Il primo riferimento letterario, secondo Callimaco, è da attribuirsi a Egimio, autore di un testo sull'arte di fare torte al formaggio, il πλακουντοποιικόν σύγγραμμα plakountopoiikón sýngramma. Catone il censore nel De Agri Cultura (del II secolo a.C.) cita la placenta, un dolce realizzato con due dischi di pasta condita con formaggio e miele e aromatizzata con foglie di alloro. Secondo gli storici nel 776 a.C. nell'isola di Delos in Grecia veniva servita agli atleti durante i primi giochi olimpici un dolce a base di formaggio di pecora e miele. La ricetta si ritrova anche nell'antica Roma.

Stili
Il dolce al formaggio può essere principalmente di due tipi: cotto e crudo. Ne esistono diverse varianti, realizzate nelle differenti nazioni in cui la torta è diffusa. È un dolce tipico della Gran Bretagna.

Stile anglosassone
Stile inglese, irlandese, australiano e neozelandese
In Irlanda, Australia e Nuova Zelanda, la torta al formaggio è tipicamente preparata con una base di biscotti sbriciolati e burro, sormontata da un composto di frutta. Il ripieno comune è una miscela di crema di formaggio, zucchero e panna, non cotto. Si può anche trovare caffè, tè, cioccolato, Irish Cream, cioccolato bianco e anche marshmallow. Il cheesecake irlandese può anche contenere un mix di panna e Baileys tra gli strati. In Nuova Zelanda i Māori chiamano questa torta "Purini keke o te tīhi" (letteralmente "dessert alla torta di formaggio") e la base è ottenuta con i biscotti neozelandesi "afghan cookies" sbriciolati.

Stile statunitense e canadese
Gli Stati Uniti e il Canada possiedono molte varianti locali del cheesecake:
  • Il New York cheesecake è un tipo di torta che si basa su creme ottenute dalla crema di latte, uova e tuorli che conferiscono alla stessa una speciale consistenza liscia. Questo si cuoce in una speciale tortiera alta 13–15 cm. Alcune ricette consigliano di usare ricotta e limone per una  consistenza e un sapore diverso, oppure di aggiungere un filo di cioccolato e fragole oppure frutti di bosco che costituiscono una variante della salsa alla ricetta di base.
  • Il cheseecake alla panna acida è una variante della ricetta tradizionale che utilizza la panna acida invece della panna. Questa variante rende il cheesecake più resistente al gelo ed è il metodo con cui sono fatte anche le torte gelato.
  • Cheesecake Pennsylvania Dutch è uno stile che comporta l'utilizzo di un tipo di formaggio leggermente piccante, formato dalla ricotta e dall'acqua, e chiamato anche formaggio contadino.
  • Il Philadelphia cheesecake è notevolmente più saporito del dolce al formaggio allo stile di New York.
  • Il Farmer's cheesecake è l'applicazione contemporanea dell'uso tradizionale di cottura per conservare il formaggio fresco, spesso viene cotto al forno con frutta fresca come una normale torta.
  • Cheesecake Paese è una variante che comporta l'uso del latticello per ottenere una consistenza compatta, limitando il pH (acidità in aumento) per aumentare la durata di conservazione.
  • I dolci di formaggio senza lattosio sono una tipologia di varianti che possono essere preparate sia con crema di formaggio senza lattosio o come imitazione usando ricette vegane che uniscono creme non casearie con altri ingredienti privi di lattosio.
  • La torta di burro Gui è una variante di St.Louis che ha uno strato di pan di Spagna regolare con il cheesecake.
  • Il Californian Cheesecake è un tortino tipico della California. Viene aromatizzato con la "vanilla bean paste".

Stile dell'Europa meridionale
Stile italiano
  • Nella cucina dell'antica Roma si preparava una torta ripiena di miele e ricotta. Alcune ricette richiedono anche foglie di alloro che potrebbe essere stato usato come conservante.
  • I cheesecake italiani sono solitamente guarniti con ricotta o mascarpone, zucchero, vaniglia e, talvolta, orzo in fiocchi e frutta candita.
  • Un altro cheesecake italiano è la torta alla robiola (chiamata anche robiolina), torta tipica della provincia di Pavia.
  • Il cheesecake italianizzato (chiamato "classico" dai romagnoli) è tipico della provincia di Bologna e della provincia di Ravenna.
  • La torta laurina di ricotta è una crostata chiusa con un ripieno al cioccolato fondente, ricotta, panna da cucina e rum, tipica del Lazio.
  • La pastiera napoletana preparata con la ricotta si può considerare un cheesecake classico della regione Campania. Un altro cheesecake molto famoso in Campania è il cheesecake alla bufala d'orzo, fatto con il formaggio di bufala e aromatizzato all'orzo.
  • La mozzarellacake è un cheesecake dolce fatto con mozzarella di bufala presentato dalla chef Rosanna Marziale nel suo libro "Evviva la mozzarella - Proposte gourmand con la Bufala campana".
  • Lo sfogghiu, o sfoglio, è una specialità di Polizzi Generosa, in provincia di Palermo e viene realizzato con pasta frolla ripiena di tuma, zucchero, cioccolata e cannella.
  • Anche la cassata siciliana si può considerare una sorta di cheesecake italiano essendo ripiena prevalentemente di ricotta di pecora.

Stile francese
  • I cheesecake francesi sono molto leggeri e sono in genere solo 3–5 cm di altezza. Questa varietà possiede una leggerezza e un sapore unico da attribuire al formaggio Neufchâtel.

Stile greco
  • Il cheesecake greco comporta l'utilizzo di formaggio mizithra e si chiama tiropita (nella versione salata) e mizithropita (nella versione dolce). Principalmente consiste in una miscela di strati di burro con una crema di formaggio. In altre varianti si utilizza invece la pasta sfoglia. La tiropita, non dolce ma salata, viene servita come antipasto o come secondo piatto leggero.

Stile maltese
  • Kejk bil-ġobon (torta al formaggio) di Malta. Si tratta di una torta al formaggio con salsa al caramello salato. La base è fatta con tipici biscotti maltesi sbriciolati (Figolla e Biskuttini tar-raħal) e farina di mandorle. La crema invece è fatta con ricotta, formaggio spalmabile (secondo  la tradizione inglese), zucchero di canna, uova, golden syrup, sale marino e vaniglia. Per la salsa al caramello: panna liquida, burro, zucchero di canna e sale.

Stile scandinavo
Stile svedese
  • La torta di formaggio svedese, o ostkaka, ha uno stile molto diverso rispetto alle cheesecaketradizionali: non è stratificata ed è tradizionalmente prodotta con l'aggiunta di caglio al latte, che viene poi cotto in un forno e servito caldo. Poiché il processo di coagulazione del latte è complesso, ricette alternative destinate alla cottura domestica suggeriscono di usare la ricotta come base per simulare la consistenza del dolce. La cheesecake svedese è tradizionalmente accompagnata con marmellata e panna o gelato.

Stile islandese
  • Il Reykjavíkurostakaka (Cheesecake di Reykjavík) si prepara utilizzando lo skyr, un formaggio morbido a base di latte acido. La stessa torta con l'aggiunta di cioccolato diventa il Sukkulaðiostakaka (Cheesecake al cioccolato) e con l'aggiunta del caffè diventa ilKaffiostakaka (Cheesecake al caffè).

Stile finlandese
  • Il Juustokakku ilman liivatetta (Cheesecake senza gelatina) è il cheesecake tipico della Finlandia, conosciuto e diffuso soprattutto nelle zone di Helsinki, servito con una confettura di more e frutti rossi.

Stile dell'Europa centrale
Stile tedesco
  • Il Käsekuchen prevede l'utilizzo di formaggio quark e la base di pasta frolla. NellaKäsesahnetorte (torta alla crema di formaggio) si aggiunge la crema e non viene cotta.
Stile nederlandese e belga
  • Nei Paesi Bassi ed in Belgio viene preparato con cioccolato fuso. Il cheesecake belga comprende anche una base di speculaas, biscotti tradizionali (chiamato Cheesecake met speculaas bodem).

Stile dell'Europa orientale
Stile polacco
  • La sernik (torta di formaggio) polacca, uno dei dolci più popolari della Polonia, è composta principalmente da twaróg, un tipo di formaggio fresco, al quale spesso viene aggiunta dell'uva sultanina (in polacco rodzynki).
Stile ungherese
  • La Sajttorta (torta di formaggio) ungherese, è uno dei dolci più diffusi di Budapest, si ottiene mescolando del muesli alla base, per la crema invece sii utilizza formaggio morbido ungherese, panna da cucina e miele ungherese.

Stile rumeno e bulgaro
  • La prăjitură cu brânză (torta al formaggio) rumena, è un dolce molto popolare nella moderna Romania: la base si ottiene da una miscela di cuscus bollito, burro fuso, miele di castagno, nocciole tritate; la farcia al formaggio si ottiene con un formaggio di latte vaccino, crema pasticcera e panna montata; la copertura invece si fa con una crema di castagne bollite.
  • In Bulgaria nelle cheesecake si usa la crema di formaggio. Spesso le arachidi vengono aggiunti alla miscela.
Stile georgiano
  • Torti Qvelit' (ტორტი ყველით, Torta al formaggio) della Georgia. La base è formata da burro, uova di oca, zucchero e farina. La farcia invece è formata da latte di capra o di pecora, formaggio Akhladamogvanili (ახლადამოყვანილი), zucchero di canna e panna per dolci.

Stile armeno
  • Vegan Shorrakarkandak (շոռակարկանդակ, torta al formaggio) dell'Armenia, chiamata anche Tofucake of Yerevan. La torta in stile armeno è figlia della globalizzazione e della moda vegana, infatti, questa torta è diffusa solo ed esclusivamente tra l'élite armena della capitale.

Stile dell'America centrale e meridionale
  • La torta di formaggio brasiliana e argentina di solito è sormontata da uno strato di marmellata.

Stile asiatico
Le torte di formaggio asiatiche includono matcha (polvere di tè verde giapponese), latte e mango, sono di norma più delicate di sapore, e sono talvolta leggere e spugnose. Rispetto ai suoi omologhi, è anche notevolmente meno dolce.

Stile giapponese
La cheesecake giapponese è realizzata con amido di mais e uova.

Stile nepalese
  • Panira madhye keka è la torta al formaggio tipica del Nepal, chiamata dagli americani "Nepalese Layered Cheesecake", è una cheesecake formata da tre strati: cioccolato bianco, cioccolato al latte e cioccolato fondente, tutti fatti con ricotta di pecora.

Stile vietnamita
  • Bánh pho mát. Chiamata anche Cheesecake Việt Nam, “Bánh pho mát” significa “torta al formaggio”. 

Stile mongolo
  • Byaslagtai (Бяслагтай) è la torta al formaggio tipica della Mongolia. Questa torta è fatta con il formaggio di yak e con lo zenzero.

Stile africano
Stile sudafricano
  • La Rose Cheesecake è una torta al formaggio tipica del Sudafrica, è chiamata anche Kaaskoek (in lingua Afrikaans). Si ottiene con lo sciroppo di rose.
Stile somalo
  • La Doolshaha formaajaha è una torta al formaggio della Somalia. Ha una struttura diversa dalle classiche cheesecake che si trovano in giro per il mondo, infatti la crema e la base sono mescolate insieme: formaggio fresco, zucchero di canna, burro, sale, olio di oliva, acqua, cuscus bollito, latte di capra o pecora, farina e uova. La torta viene cotta in forno e poi divisa in piccoli rombi e servita.

Esperanto e cheesecake
La Fromaĝkuko è la torta simbolo degli esperantisti; infatti la cheesecake è uno dei dolci più comuni al mondo, la si trova in ogni cultura: un dolce comune per una lingua comune. La base classica della Fromaĝkuko è fatta con i Wafels al cacao.

Usi culinari e difficoltà
Quasi tutte le cheesecake moderne negli Stati Uniti prevedono l'uso di crema di formaggio; in Italia invece viene adoperata la ricotta, mentre in Germania e Polonia si usa il formaggio Quark. In generale le cheesecake sono spesso cotte in tortiere.
Il tipo di formaggio utilizzato influenza non solo la consistenza e il gusto della torta, ma anche la capacità di integrare alcuni sapori dei componenti. Quando la crema è troppo liquida, la struttura della torta regge con difficoltà, un modo efficace per aggirare il problema è quello di utilizzare la gelatina oppure l'amido di mais.
La variante della cheesecake con la ricotta di cottura presenta un problema molto diffuso: la tendenza della crema a rompersi una volta raffreddatasi la torta. Ciò è dovuto alla coagulazione delle uova sbattute nella crema. Ci sono vari metodi per evitare questo problema: uno è quello di cuocere la torta in acqua calda per garantire anche il riscaldamento; un secondo include la miscelazione di un po' d'amido di mais nella crema. Un altro metodo consiglia la cottura della cheesecake a una temperatura inferiore e lento raffreddamento in forno, spento, con la porta socchiusa. Se questi metodi non riescono a garantire la compattezza della torta, una pratica comune è quella di coprire la parte superiore della cheesecake con condimenti come la frutta, panna montata, o briciole di biscotto.
Un altro problema comune della cheesecake, in particolare della variante che comporta l'utilizzo della ricotta al forno, è che la base di biscotto diventa troppo morbida. Per fronteggiare il problema, si sostituiscono un quarto dei biscotti sbriciolati con uva e noci.



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Butterfinger

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Le Butterfinger sono delle barrette al cioccolato e burro di arachidi distribuite dalla Nestlè. Sono uno dei marchi di barrette più famose in Nord America.


Storia

Nel 1923 l'inventore Drew Seibold di Florence, Wisconsin, creò la prima barretta Butterfinger, una lunga barretta con uno ripieno croccante di burro d'arachidi ricoperto di cioccolato.
La barretta venne commercializzata dall'azienda Curtiss Candy Company di Chicago che per darle un nome indisse un concorso pubblico. Per il nome è stato scelto un termine slang che descrive una persona goffa, termine usato soprattutto in ambito sportivo per un atleta a cui spesso casca la palla.


La ricetta

Secondo una leggenda la ricetta originale della barretta Butterfinger è andata perduta quando la Nabisco ha comprato la Curtiss Candy Company nel 1981. Nabisco sviluppò ricette simili per mantenere alte le vendite e il consenso del pubblico riscuotendo ugualmente successo.
Alcuni fan del marchio hanno creato le loro ricette di dolci, gelati, biscotti, brownies, con lo stesso gusto della barretta.


Cambio di proprietà

Fino al 1981 il marchio Butterfinger è rimasto di proprietà dell'azienda originale Curtiss Candy Company.
Nel 1981 la Nabisco, National Biscuit Company, inventrice dei biscotti "Oreo", acquistò l'azienda Curtiss Candy e così anche il marchio Butterfinger.
Nel 1990 la Nestlè ha comprato il marchio Butterfinger e lo possiede tutt'oggi.


Strategie di marketing

Per pubblicizzare la barretta Butterfinger per la prima volta, la Curtiss Candy Company utilizzò una strategia di marketing che consisteva nel lanciare barrette gratis da un aeroplano sopra diverse città degli Stati Uniti. La barretta Butterfinger divenne così uno dei prodotti principali dell'azienda assieme alle famose barrette Baby Ruth.
Dal 1990 al 2001 alcuni personaggi del cartone animato I Simpson sono apparsi in più di 150 réclame del prodotto. Ogni pubblicità terminava con Bart Simpson che recitava una delle seguenti frasi ad effetto:
  • "Nobody better lay a finger on my Butterfinger!";
  • "Bite my Butterfinger!";
  • "Nothin' like a Butterfinger!".
Alcune di queste pubblicità sono state pubblicate insieme ai DVD de I Simpson.
Il primo aprile 2008 la Nestlè ha ideato una strategia di marketing giocando un pesce d'aprile ai suoi clienti, annunciando che, a causa di riscontri negativi con il pubblico, il nome Butterfinger sarebbe stato ritirato e sostituito con il nome The Finger. Per reggere il gioco quel giorno è stato creato un falso sito, sono state trasmesse immagini della nuova confezione, e distribuite barrette gratuite nel negozio 7-Eleven a 200.000 persone. Successivamente l'azienda ha rivelato lo scherzo e il falso sito è stato animato in modo da rimandare al sito ufficiale.
Nel 2009 la Nestlè ha mandato in onda una pubblicità della barretta Butterfinger che richiamava la vecchia rèclame con Bart Simpson.
Nel 2011 è stato prodotto il film horror Butterfinger the 13th per promuovere la barretta.
Negli ultimi anni negli Stati Uniti sono state distribuite barrette Butterfinger con scritte in lingua inglese e spagnola sulla confezione per attirare un pubblico più ampio.
Gli slogan attuali sono:
  • "Follow the Finger"
  • "Break out of the ordinary!"
Caratteristiche
Le barrette Butterfinger contengono un ripieno di burro d'arachidi color arancio di consistenza friabile e croccante ricoperto di cioccolato al latte.
Le altre varietà della barretta hanno caratteristiche simili.


Varietà
La classica barretta sottile è quella più conosciuta ma ci sono altre versioni di Butterfinger. A partire dal 1990 la Nestlè iniziò ad aggiungere elementi sempre nuovi alle barrette per migliorare il gusto del burro di arachidi.
I prodotti Butterfnger comprendono oggi oltre la classica barretta iniziale in diversi formati, la barretta Butterfinger con wafer all'interno in versione piccola e grande, le praline Butterfinger, i biscotti e il gelato Butterfinger dello stesso gusto della barretta.
Nel 2009 è stata pubblicata un'edizione limitata chiamata "Butterfinger Buzz" contenente in ciascuna barretta 80 milligrammi di caffeina, una quantità pari a quella contenuta nella maggior parte delle bibite con la caffeina.
Durante le festività vengono vendute barrette di forma diversa che richiamano la ricorrenza festeggiata.



Valori Nutrizionali

Una barretta contiene:
  • 6 grammi di grassi saturi
  • 135 grammi di sodio
  • 29 grammi di zucchero
  • 270 calorie, 100 delle quali dal contenuto di grassi.

Curiosità
  • Lo slogan originale della barretta è "Nobody better lay a finger on my Butterfinger", in italiano meglio che nessuno tocchi il mio Butterfinger;
  • Uno dei lati negativi delle barrette Butterfinger è che il burro di arachidi rimane impastato tra i denti;
  • La pagina ufficiale di Butterfinger su Facebook conta oltre 520.000 fan;
  • La barretta Butterfinger fu anche pubblicizzata nel fim Baby Take a Bow, con Shirley Temple;
  • Nel gennaio del 2002, per scherzare sul prodotto, in una scena dell'episodio de I Simpsonintitolato Dolce e amara Marge compare una barretta Butterfinger impossibile da bruciare, e il Commissario Winchester esclama "Persino il fuoco non la vuole."






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Torrone di Jijona

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Il torrone di Jijona è un torrone tipico della provincia di Alicante, in particolare della città di Jijona, composto da mandorle tritate e miele.
Esiste un organismo, chiamato Consejo Regulador de Jijona y Turrón de Alicante, che è incaricato di verificare che vengano soddisfatti tutti i requisiti perché il torrone possa essere considerato prodotto IGP (indicazione geografica protetta).
Si consuma in tutti i periodi dell'anno, ma è particolarmente diffuso durante l'epoca natalizia in tutta la nazione spagnola.


Caratteristiche

Le mandorle sono il suo ingrediente principale (anche se in proporzioni minori rispetto al torrone di Alicante).
Si ottiene a partire da una miscela di mandorle tostate mescolate con albume d'uovo e miele. Questa miscela viene tritata in mulini speciali fino a diventare una massa fluida uniforme; questa massa viene cucinata nuovamente in pentole chiamate "boixets". Mediante il movimento del "boix" si ottiene una miscela omogenea e si finisce versandola in alcuni stampi. Si lascia raffreddare fino ad ottenere il torrone ultimato (sono necessarie almeno 24 ore perché le mandorle liberino il loro olio).




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Fudge

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Il fudge è un dolce tipico del Regno Unito e degli Stati Uniti.


Cenni storici


Il dolce è ritenuto un'invenzione americana; le prime notizie certe sulla sua esistenza risalgono al 1886.


Metodi di preparazione

Preparato con caramello, zucchero, latte, burro e panna, il dolce viene servito a temperatura ambiente. Esistono numerose varianti della ricetta classica, da quella al cioccolato a quella alle noci, alle quali si possono aggiungere caffè, menta e rum.




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Cacavellu

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Il Cacavellu (còrso; pl. cacavelli; anche caccavellu; caccaveddu in dialetto Suttanacciu; dal latino càcabus ("pentola")) è un dolce còrso generalmente a forma di ciambella, fatto di pasta lievitata.
Si tratta di un dolce tipico del paese di Vico.
Nella cucina della Corsica esiste anche un dolce lievitato chiamato anche caccaveddu, tipico della regione intorno a Sartena nel sud della Corsica: è simile al dolce còrso chiamato campanile ed è anch'esso preparato tradizionalmente per la Pasqua.


Ingredienti

I suoi ingredienti principali sono farina di frumento, lievito, sale, uova, zucchero, strutto (sdruttu), aquavita, scorza d`arancio grattugiata, brocciu e olio d'oliva. Dopo aver sciolto il lievito in un po' d`acqua , farina, uova, aquavita vengono mescolati in un impasto, che viene impastato e lasciato riposare un'ora. Poi viene fatta passare attraverso un setaccio e mescolato con uova, lo zucchero e la scorza di arancia grattugiata. All'impasto viene data una forma circolare, la miscela col brocciu viene messa sulla parte esterna, poi viene fatto un foro nel mezzo ed i bordi della pasta vengono sollevati e premuti insieme racchiudendo fra essi la miscela col brocciu, in modo che risulti una ciambella. Il dolce, posto su una placca unta di olio d'oliva, viene cotto per un'ora in forno caldo.


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Tarta de Santiago

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La Tarta de Santiago (letteralmente "Torta di Santiago") è una ricetta tradizionale della cucina della regione spagnola della Galizia e la sua origine è sconosciuta. Attualmente è possibile acquistarla in quasi tutti i panifici e nelle aree attraverso le quali passa il Cammino di Santiago di Compostela, e in tutta la comunità autonoma della Galizia, soprattutto durante il mese di luglio e la prima settimana di agosto. I suoi ingredienti principali sono mandorle, zucchero e uova.

Caratteristiche
La torta di Santiago è fatta con mandorle polverizzate e mescolate con uovo e zucchero. Questo dà luogo a una massa compatta alla quale viene aggiunto del burro. Successivamente, viene cotto in un recipiente refrattario a 180 °C - 200 °C per circa 45 minuti fino a quando la parte superiore si indurisce. Infine, solitamente si cosparge di zucchero a velo la croce di Santiago nella parte superiore, in modo che, una volta rimossa, il contorno della croce è stampato.
Queste torte non devono contenere farina, tranne nell'impasto che ricopre la parte inferiore, ma si includono cannella e scaglie di limone. La torta deve avere un colore dorato e la sua consistenza dovrebbe essere leggermente spugnosa e un po' granulosa. Il sapore caratteristico di questa torta è una miscela equilibrata di mandorle e uova.
La torta viene servita dopo i pasti accompagnata da un cappuccino, alcuni preferiscono servirla accompagnata da un vino.

Storia
Non si sa nulla riguardo al consumo di mandorle in Galicia durante il Medioevo, ma è risaputo che era un alimento di lusso riservato a pochi. La prima notizia che si ha dell'uso di questa torta è del 1577 durante una visita di D. Pedro de Porto Carrero all'università di Santiago. Anche se a quei tempi la torta era denominata Tarta real gli ingredienti e le caratteristiche fanno pensare che è la torta che oggi chiamiamo "Torta di Santiago".
L'origine della croce di Santiago rappresentata nella superficie risale al 1924 quando la compostelana «Casa Mora» inizia ad adornare le torte di mandorle con l'attuale croce, ottenendo un gran successo in Galicia e nel resto della Spagna.
Nel maggio 2011, la denominazione Tarta de Santiago è stata riconosciuta indicazione geografica protetta (IGP).


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Panellets

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I panellets sono dolcini tipici di Catalogna, Valencia e Baleari che tradizionalmente si preparano per la festa di Ognissanti, in Spagna.
Nell'aprile 2002, a livello europeo, la denominazione «Panellets» è stata riconosciuta specialità tradizionale garantita (STG) e suo disciplinare di produzione modificato nel 2008.

Varietà
Sono essenzialmente preparati a partire da marzapane e la gran varietà di panellets si differenzia da tre tipi differenti.
  • Marzapane base: panellets di pinoli, panellets alle mandorle, panellets al cocco, panellets alle nocciole, panellets all'arancia, panellets al limone, panellets alla crema d'uova, panellets al caffè, panellets alla fragola e panellets al marron glacé.
  • Marzapane corrente: a base di mandorle, possono essere di forme differenti (castagna, zoccolo, fungo, strisce ripiene di frutta candita e di mela cotogna).
  • Marzapane raffinato: panellets al cioccolato in forma di castagna e panellets Osso di Santo.

Storia
La litteratura catalana del XVIII secolo racconta le tradizionale fiere, ogni anno, che si svolgevano in occasione della ricorrenza di Ognissanti dove in quel periodo venivano venduti e consumati panellet insieme a castagne e vino dolce nelle vie dell'attuale Ciutat Vella di Barcellona.
E già nel 1920, il consumo di panellets nella città di Barcellona era molto diffuso; il Forn de Sant Jaume (uno dei forni più famosi della città) comprò 1 000 chili di pinoli spellati per la confezione unicamente della varietà ai pinoli.






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Dove e come è nato il primo gelato industriale





La storia del gelato.
Non è facile attribuire una “paternità” al gelato. Alcuni la fanno risalire addirittura alla Bibbia: Isacco, offrendo ad Abramo latte di capra misto a neve, avrebbe inventato il primo “mangia e bevi” della storia. Altri, invece, la affidano agli antichi Romani che si distinsero ben presto grazie alle loro “nivatae potiones”, veri e propri dessert freddi.
Bisogna però aspettare il Cinquecento per assistere al trionfo di questo alimento. In particolare, è Firenze a rivendicare l’invenzione del gelato ‘moderno’, che per primo utilizza il latte, la panna e le uova. Golosa innovazione che si deve all’architetto Bernardo Buontalenti. Altro grande epigono del gelato fu anche un gentiluomo palermitano, Francesco Procopio dei Coltelli che, trasferitosi a Parigi alla corte del Re Sole, aprì il primo caffè-gelateria della storia, il tuttora famosissimo caffè Procope.
Ma la storia moderna di questo goloso alimento comincia ufficialmente quando l’italiano Filippo Lenzi, alla fine del XVIII secolo, aprì la prima gelateria in terra americana. Il gelato si diffuse a tal punto da stimolare una nuova invenzione: la sorbettiera a manovella, brevettata nel XIX secolo da William Le Young.
Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte nasce in Italia nel 1948. Subito dopo, negli anni 50, arriva il primo cono con cialda industriale il mitico Cornetto. Gli anni 70 e la diffusione del frezeer domestico battezzano invece il primo secchiello formato famiglia, il Barattolino. Fino ad arrivare al primo biscotto famoso diventato un gelato di successo, il bicolore Ringo.





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Perché le persone continuano a fare una colazione con le merendine o i dolci quando è risaputo non essere sana?

Sara Lalletti - Dietista per caso, Rome (2020)



Le merendine sono comode, pratiche, non costose, i dolci sono golosi e c'è purtroppo una tradizione italiana di fare colazione con essi che per fortuna all'estero non c'e. Noi in effetti miriamo a cose come pane burro, marmellata o miele o crema di nocciole sul pane cornetti caffè con panna, croissant ecc tutte cose dolci. Invece gli anglosassoni per prima colazione possono mangiare salsicce, fagioli uova, pancetta funghi, huggins, i tedeschi possono mangiare insaccati e gli Americani uova fritte e bacon. Pochi cercano il dolce come noi. Perché questo da loro e più giustamente relegato a fine pasto.

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