Il termine
ferratella
si riferisce a dolci tipici
dell'Abruzzo, del Molise e di quella parte del Lazio abruzzese fino
al 1927.
Abruzzo
La
ferratella
(o pizzella
o
cancellata o neola o
nevola o nivola)
è un dolce tipico abruzzese creato con pasta da biscotto cotto
tramite una doppia piastra arroventata sul fuoco, che stringendo la
pasta sopra e sotto, dà al dolce la forma caratteristica di cialda
percorsa da nervature. Tra le varie varianti di disegno, la trama a
rombi, o cancello, dà origine al nome ferratelle. Preferibilmente di
forma rettangolare, ma alla festa di San Valentino vengono preparate
anche a forma di cuore. In alcune province abruzzesi viene chiamato
anche
nuvola o
neola (Teramo) o nevola o
nivola.
In alcuni casi questo dolce viene
arrotolato come un cannolo con ripieno di marmellata,
tradizionalmente d'uva, ma anche con crema pasticcera o cioccolata.
La variante con due cialde sovrapposte farcite prende il nome di
coperchiola, dalla copertura della prima cialda con la
seconda, il coperchio. Viene preparato perlopiù in inverno, a Pasqua
e in occasione delle feste patronali, rivestendo un ruolo centrale
nei palmentieri, particolare dono preparato in onore del santo
patrono.
La piastra usata per cuocere questo
dolce, detto "lu ferre" o "jo fèrro", veniva
spesso portato in dote dalla donna, e pertanto, nella parte centrale,
recava talvolta incise le iniziali della futura sposa.
Molise
In Molise le ferratelle sono chiamate
anche "cancelle". Sono fatte risalire a un dolce degli
antichi Romani detto Crustulum. Anch'esse, come le ferratelle
abruzzesi, sono prodotte mediante uno stampo di acciaio o ghisa che
imprime la propria forma ai dolci, spesso con scanalature incrociate
che ricordano certi cancelli, da cui il nome. Fino agli anni sessanta
erano servite ai matrimoni.
Lazio
Con lo stesso nome si indica anche un
Prodotto agroalimentare tradizionale laziale: testimonianze orali
raccontano che da oltre cinquant'anni è prodotto tale dolce nei
paesi dell'ex Circondario di Cittaducale (fino al 1927 territorio
abruzzese), che attualmente risulta a rischio di estinzione.
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