Ci sono dolci che raccontano storie antiche, intrecciate a mani laboriose, giornate di festa e tradizioni che sopravvivono solo nei borghi dove il tempo scorre più lento. La cassatella, tesoro dolciario della Sicilia occidentale, è uno di questi. Conosciuta anche come cassatella di ricotta o cassatella trapanese, è una mezza luna fragrante che racchiude un cuore morbido di ricotta zuccherata e cioccolato fondente.
Ma chiamarla semplicemente "dolce fritto" sarebbe riduttivo. La cassatella non è soltanto una preparazione da pasticceria popolare: è un rito familiare, spesso legato alla Settimana Santa, alle feste patronali, ai matrimoni e alle tavolate domenicali. In ogni casa, in ogni paese tra Trapani, Erice e Alcamo, esiste una variante leggermente diversa, un dettaglio tramandato da madre in figlia, da zia a nipote. È proprio in queste sfumature che la cassatella rivela la sua vera essenza.
Affondando le radici nell’eredità dolciaria araba e normanna dell’isola, la cassatella nasce probabilmente come variante rustica e casalinga della più sontuosa cassata. Se quest’ultima ha conquistato le tavole delle corti e dei conventi, la cassatella è rimasta fedele alla cucina popolare, quella dei vicoli e delle famiglie contadine.
La ricotta zuccherata, ingrediente centrale, richiama la cultura pastorale siciliana, mentre la presenza del cioccolato e della cannella testimonia la stratificazione culturale dell’isola, influenzata da mercanti spagnoli e arabi. L'impasto, simile a una frolla all’olio o al vino, ricorda le preparazioni povere, nate per durare a lungo e resistere alla frittura.
In passato, si preparavano in occasione del Venerdì Santo, per poi consumarle nella domenica di Pasqua. Oggi, le troviamo tutto l’anno, ma chi le conosce davvero sa che il momento migliore per gustarle è ancora quello delle festività religiose, quando profumi e ricordi si mescolano nell’aria.
Ingredienti e ricetta tradizionale
Ingredienti per circa 20 cassatelle:
Per l'impasto:
500 g di farina 00
100 g di zucchero semolato
60 ml di olio extravergine d’oliva
100 ml di vino bianco secco
1 uovo
Scorza grattugiata di 1 limone non trattato
Un pizzico di sale
Per il ripieno:
500 g di ricotta di pecora ben scolata
150 g di zucchero a velo
50 g di gocce di cioccolato fondente
Un pizzico di cannella (facoltativo)
Scorza grattugiata d’arancia o limone (opzionale)
Per friggere:
Olio di arachide in abbondanza
Per completare:
Zucchero a velo per spolverare
Preparazione passo-passo
1. Prepara l’impasto
In una ciotola capiente versa la farina, lo zucchero, un pizzico di sale e la scorza di limone. Aggiungi l’uovo, l’olio e il vino bianco. Inizia a impastare fino a ottenere un panetto morbido ma sodo, non appiccicoso. Lavora l’impasto sul piano per almeno 10 minuti, poi coprilo con pellicola e lascialo riposare per mezz’ora.
2. Prepara il ripieno
In un’altra ciotola lavora la ricotta con lo zucchero a velo fino a ottenere una crema liscia. Incorpora le gocce di cioccolato e, se gradite, un pizzico di cannella e scorza d’agrumi. Conserva il ripieno in frigo mentre stendi l’impasto.
3. Stendi l’impasto
Trascorso il tempo di riposo, stendi l’impasto su un piano leggermente infarinato. Lo spessore deve essere sottile, circa 2-3 mm. Con un coppapasta o una ciotola ricava dei dischi da 10-12 cm di diametro.
4. Farcisci e chiudi
Al centro di ogni disco metti un cucchiaio abbondante di ripieno. Chiudi a mezzaluna sigillando bene i bordi con le dita, poi premi con i rebbi di una forchetta. Assicurati che non ci siano aperture: durante la frittura, potrebbero fuoriuscire.
5. Friggi le cassatelle
Scalda abbondante olio di arachide in una padella profonda. Quando l’olio è caldo (circa 170°C), friggi poche cassatelle alla volta. Devono dorarsi in modo uniforme. Scolale su carta assorbente e, una volta intiepidite, spolverale con zucchero a velo.
Consigli per una cassatella perfetta
Ricotta: usa solo ricotta di pecora, ben scolata. Se è troppo fresca, lasciala una notte in frigo in uno scolapasta.
Riposo dell’impasto: è fondamentale per una buona elasticità. Non saltare questo passaggio.
Frittura: l’olio deve essere caldo ma non fumante. Se è troppo freddo, l’impasto assorbirà troppo olio.
In alcune zone si aggiungono canditi o uvetta nel ripieno, mentre altre versioni preferiscono una frolla al burro. A Erice, si preparano anche al forno, più leggere ma con un gusto diverso, meno rustico. Alcune famiglie usano anche marsala o vino dolce al posto del vino bianco nell’impasto, per un aroma più intenso.
La cassatella, ricca e avvolgente, merita un vino dolce siciliano in accompagnamento. Il Marsala Superiore è una scelta classica e coerente con le radici del dolce. Per chi preferisce qualcosa di più fresco, un Moscato di Pantelleria o un Zibibbo servito leggermente freddo è perfetto per bilanciare la ricchezza della frittura e la dolcezza della ricotta.
In alternativa, si può abbinare a un buon caffè espresso amaro, che taglia la dolcezza e rinvigorisce il palato. Nei giorni di festa, anche un rosolio agli agrumi fatto in casa può accompagnare degnamente una cassatella tiepida, chiudendo in bellezza un pranzo conviviale.
La cassatella non è solo un dolce, ma una memoria che si mangia, una carezza fatta impasto, una ricotta che parla di pascoli e mani antiche. È quel tipo di preparazione che racconta l’amore per le cose fatte bene, lentamente, con pazienza e rispetto.
Prepararla oggi significa onorare una tradizione, ma anche portarla nel presente, adattandola ai propri gusti e rinnovandone la vitalità. In un mondo che corre, la cassatella ci ricorda il valore di fermarsi, impastare con calma, ascoltare il silenzio tra un morso e l’altro.
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