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Flantze: il dolce della Valle d’Aosta che racconta una comunità

Tra i dolci regionali italiani meno conosciuti, ma di grande valore culturale, la Flantze occupa un posto di rilievo nella tradizione della Valle d’Aosta. Si tratta di una preparazione che unisce la semplicità della panificazione contadina alla ricchezza dei doni simbolici riservati ai bambini durante le giornate di lavoro collettivo. La sua storia è strettamente intrecciata alla vita dei villaggi alpini, ai forni comuni e a quella solidarietà comunitaria che per secoli ha reso possibile la sopravvivenza in un territorio montano tanto affascinante quanto difficile.

Oggi, la Flantze sopravvive come dolce tipico, preparato con cura dai panifici artigianali valdostani, che hanno mantenuto viva la ricetta, aggiungendo talvolta varianti moderne. Al tempo stesso, resta un simbolo della memoria gastronomica alpina, un ponte tra passato e presente che racconta con semplicità la capacità della cucina di trasformare la quotidianità in rituale.

La Flantze nacque come dolce di occasione, legato ai rari momenti della panificazione collettiva. Nella Valle d’Aosta, infatti, la preparazione del pane avveniva una o poche volte l’anno, quando interi villaggi si riunivano intorno al forno comune per cuocere il cosiddetto pane nero, ottenuto da farine di segale e frumento, più adatte a conservarsi a lungo.

Durante queste giornate, segnate dal lavoro e dalla condivisione, i bambini partecipavano attivamente, aiutando nelle piccole incombenze o semplicemente vivendo l’atmosfera comunitaria. Per loro, come gesto di riconoscenza e di festa, veniva ricavata dall’impasto del pane una porzione speciale: una pasta dolcificata e arricchita con frutta secca, canditi e burro. Così nacque la Flantze, che non era un dolce quotidiano, bensì un dono atteso e carico di significato.

Tradizionalmente la Flantze aveva forma rotonda, ma non mancavano versioni sagomate a forma di animali, soprattutto destinate ai più piccoli. Gli animali rappresentati derivavano dalla simbologia locale: cervi, galli, pecore, figure legate al ciclo naturale e al mondo alpino. La creazione non era soltanto un divertimento per i bambini, ma anche un modo per trasmettere valori simbolici, radicati nella tradizione valdostana.

Con il passare dei secoli, la Flantze ha continuato a essere prodotta, ma la sua funzione è cambiata. Non più legata unicamente al forno comunitario, è diventata un prodotto dei panifici artigianali, spesso venduta nelle feste di paese e nelle panetterie locali. Alcuni artigiani hanno introdotto varianti con farina bianca o con l’aggiunta di cacao, modernizzando il gusto senza snaturarne l’essenza.

La Flantze è un pane dolce che conserva nella sua struttura la base della panificazione contadina:

  • Farina integrale, generalmente di segale o di frumento, che garantisce sapore rustico e consistenza compatta.

  • Frutta secca come mandorle e noci, che arricchiscono di aromi e nutrienti.

  • Uvetta, che conferisce dolcezza naturale e morbidezza.

  • Scorza d’arancia candita, elemento che dona freschezza e profumo.

  • Burro, ingrediente prezioso che rende l’impasto più soffice e goloso.

  • Zucchero, aggiunto in piccole quantità per addolcire il pane di base.

Nelle versioni più recenti possono essere presenti farina bianca e cacao, che ammorbidiscono la struttura e intensificano il gusto.

Ricetta della Flantze

Ingredienti per una Flantze di medie dimensioni:

  • 300 g di farina di segale integrale

  • 200 g di farina di frumento integrale (o bianca, per una versione più morbida)

  • 80 g di burro morbido

  • 80 g di zucchero

  • 100 g di uvetta ammollata in acqua tiepida

  • 60 g di mandorle tritate grossolanamente

  • 60 g di noci spezzettate

  • 50 g di scorza d’arancia candita a cubetti

  • 15 g di lievito di birra fresco

  • 200 ml di acqua tiepida

  • 1 pizzico di sale

Preparazione:

  1. Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero e lasciarlo attivare per circa dieci minuti.

  2. In una ciotola capiente mescolare le farine e il sale.

  3. Unire il lievito attivato e l’acqua rimanente, impastando fino a ottenere un composto omogeneo.

  4. Aggiungere il burro ammorbidito e lo zucchero, continuando a lavorare l’impasto finché non risulta liscio ed elastico.

  5. Incorporare l’uvetta ben strizzata, le mandorle, le noci e la scorza d’arancia candita, distribuendole uniformemente.

  6. Formare una palla, coprirla con un panno umido e lasciare lievitare per due ore in un luogo tiepido.

  7. Riprendere l’impasto, dargli la forma tradizionale rotonda o sagomata, disporlo su una teglia rivestita di carta forno e lasciar lievitare per altri 30 minuti.

  8. Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per circa 35-40 minuti, fino a doratura.

  9. Lasciare raffreddare su una griglia prima di servire.

Il risultato è un dolce rustico e profumato, in cui la croccantezza della frutta secca si sposa con la morbidezza dell’uvetta e la freschezza della scorza candita.

La Flantze, essendo un dolce di origine contadina, si presta a numerosi abbinamenti che ne esaltano il carattere genuino. Può essere gustata:

  • A colazione, accompagnata da caffè, latte o tè, come alternativa a pane e marmellata.

  • A merenda, con una tazza di cioccolata calda o con infusi alle erbe di montagna.

  • Con vini da dessert: particolarmente indicati il Moscato d’Asti, la Malvasia dolce o un passito valdostano, che ne completano le note di frutta secca e canditi.

  • Con formaggi stagionati, secondo un abbinamento insolito ma sorprendente, dove la dolcezza del pane contrasta con la sapidità dei prodotti caseari locali, come la Fontina o il Toma.

La Flantze non è soltanto un dolce, ma un frammento di vita comunitaria che sopravvive nel tempo. Prepararla oggi significa mantenere viva una memoria collettiva fatta di gesti semplici, di forni condivisi e di bambini che, nei villaggi della Valle d’Aosta, attendevano con gioia il proprio dono speciale.



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