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Rigojanci



Il rigojanci (in italiano anche rigoianci, in ungherese rigó jancsi) è un dolce ungherese che prende il nome da Jancsi Rigó, un violinista zigano.
La particolare storia dietro il rigojanci nasce nel 1896 quando Clara Ward, moglie del principe belga Chimay, si innamora di Jancsi Rigó, il quale stava suonando il violino in un locale di Parigi.
A sorpresa Clara Ward lascia suo marito per Jancsi Rigó destando molto scandalo.
Il rigojanci nasce proprio per coronare questa storia d'amore la quale, comunque, non ebbe un lieto fine in quanto i due si separarono e Rigó morì a New York nel 1927 nella totale miseria.
Il dolce è formato da due strati di pan di spagna al cioccolato, separati da uno strato di marmellata di albicocca e formati mescolando albume, panna, cioccolato, zucchero e farina.

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Laddu


Laddu o laddoo sono dolci a forma di sfera, popolari principalmente nell'Asia meridionale. I laddu sono preparati con farina, impasto tritato, zucchero e con altri ingredienti che possono variare per ricetta. Sono tipicamente serviti durante festività o occasione religiose.
La farina utilizzata per la preparazione dei laddu include farina di ceci, semolino e cocco macinato. A questi ingredienti vedono uniti lo zucchero e altri aromi, cucinati nel ghi e infine modellati a forma sferica. Alcune ricette di laddu contengono medicinali ayurveda, altre ricette includono il fieno greco, vari cereali e canditi. Anche noci come pistacchi e mandorle sono tipicamente aggiunti nell'impasto dei laddu.
I laddu sono spesso preparati per festività o eventi di tipo familiare, come matrimoni e nascite di bambini, o dati come prasadam (offerta religiosa di cibo) presso i templi induisti. I laddu sono considerati un dolce tradizionale per l'Eid in alcune comunità Islamiche.

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Biscotto della fortuna

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Un biscotto della fortuna è un biscotto di origine giapponese croccante solitamente preparato con farina, zucchero, vanillina e olio. All'interno dei dolci sono nascoste le "fortune", ovvero piccoli pezzi di carta che riportano motti e frasi profetiche o divinatorie.
Negli Stati Uniti e in Canada (come in altre parti del mondo occidentale) è usualmente servito come dessert nei ristoranti cinesi. All'interno i messaggi possono anche includere un elenco di numeri fortunati (utilizzati da alcuni, come numeri della lotteria) o una frase con la traduzione cinese o una regola da seguire affinché ci sia una riuscita in un determinato campo.
L'esatta provenienza dei biscotti della fortuna non è chiara, ma vari gruppi di immigrati in California sostengono di aver pubblicizzato, agli inizi del XX secolo, il prodotto, basando la loro ricetta su quella del tradizionale cracker giapponese. Questi biscotti sono in gran parte sconosciuti in Cina e in Taiwan.




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Pain au chocolat

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Il pain au chocolat è una tipica viennoiserie (pasta dolce francese). Viene anche chiamato chocolatine, specialmente a sud della Loira, petit pain nel Nord della Francia, o couque au chocolat in Belgio (unicamente a Bruxelles).
Si tratta di un croissant (dolce a base di pasta sfoglia) di forma quadrata arrotolato su una o più barre di cioccolato. Come il croissant è una delle paste dolci più comuni, in Francia, per la prima colazione.
In Italia è talvolta conosciuto sotto il nome di saccottino.

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Rocciata



La rocciata è un dolce da forno riconosciuto come Prodotto agroalimentare tradizionale per le regioni Umbria e Marche.
È conosciuto con questo nome nelle zone di Foligno, Assisi, Nocera Umbra e Spello; è conosciuto come attorta o 'ntorta nella montagna folignate, a Trevi e Spoleto; nella Provincia di Macerata viene anche chiamato rocciu (parola che in Umbria, però, indica un differente dolce da forno, altrove detto ciambellone), a Vallo di Nera in Valnerina ha il nome di tòrta. Tutti questi nomi hanno lo stesso significato, derivando dalle radici di "arrocciare" o di "torcere".
L'"attorta" è sia il nome usato in alcune zone per indicare la "rocciata", sia una variante della "rocciata" prodotta in tali zone e registrata come PAT con tale nome.
"Tortella" in quanto nella provincia di Terni il dolce viene avvolto a spirale prendendo una forma che ricorda una torta.
Il dolce ha origini molto antiche, probabilmente risalenti agli antichi umbri, infatti nelle "tavole eugubine" si parla di un alimento con tutta probabilità simile alla rocciata e usato nei riti sacri: il "tensendo" (come viene chiamato, in lingua umbra, nelle tavole eugubine), dolce proprio del dio Hondo Cerfio, antica divinità umbra. Per la somiglianza della rocciata con lo strudel, secondo alcuni non sarebbero nemmeno da escludere legami con i Longobardi, che proprio in questa zona avevano un loro stato nell'Alto Medioevo. Per questo ed altri motivi sembra del tutto priva di fondamento la teoria (diffusa tra i profani) secondo la quale la ricetta fu portata a Foligno da soldati austriaci di passaggio nel XVIII secolo, assimilando quindi la rocciata allo strudel, ma inserendola in un'epoca di gran lunga successiva, inoltre tale similitudine pare essere molto superficiale e non tiene conto di numerosi elementi storici e gastronomici.
Si tratta di una sottile sfoglia di pasta a base di farina di grano, acqua e olio, in cui viene avvolto un impasto formato da noci, zucchero, olio d'oliva e mele. A questo impasto base, secondo le diverse varianti, è possibile aggiungere altri componenti o condimenti, come alchermes, cacao, uva sultanina, fichi secchi, cannella, pinoli o marmellata. Il rotolo così ottenuto viene girato su sé stesso a spirale, spennellato con olio o alchermes, talvolta spolverato con zucchero, e cotto in forno.
La stessa pasta di base viene usata anche con i seguenti tipi di ripieno:
  1. ricotta, zucchero e cacao amaro
  2. cavoli ripassati in padella (versione salata)
  3. erbe campagnole o spinaci conditi con zucchero e uva sultanina (antica versione dolce oggi in via di sparizione).
La versione salata può assumere il nome di fojata o erbata, con quest'ultimo riconosciuta nel comune di Serravalle di Chienti.
Oggi la rocciata è diffusa soprattutto a Foligno ed Assisi e, come attorta, nella montagna folignate dove la ricetta è più basilare e meno ricca di ingredienti aggiuntivi. Per la "rocciata di Foligno" è stato richiesto il riconoscimento DOP.
Il periodo in cui tipicamente si prepara la rocciata va dal tardo autunno alla fine dell'inverno, questo sia per la presenza sul mercato di noci fresche, che sono il componente basilare, sia per la caloricità del dolce. Per questo è un dolce che è possibile trovare tutto l'anno (esclusa l'estate), ma che è tipico del periodo autunnale e fino al mese di gennaio, in particolare è tipico delle festività dei Santi e dei Morti.

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Fichi impaccati

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I Fichi impaccati sono un dolce tipico del Cilento e più in generale di tutto il sud della Campania a base di fichi secchi.
La produzione di fichi secchi è molto diffusa nel territorio del Cilento, che è la patria del fico bianco del Cilento, denominazione di origine protetta dal 2006. In quasi tutti i comuni del territorio viene utilizzato un particolare metodo di essiccazione. Il fico viene messo ad essiccare al sole per circa 8-10 giorni in dei graticci di ginestra, che permettono la ventilazione e l'insaporimento del frutto. Una volta essiccato viene "impaccato", cioè spaccato e riempito con mandorle, noci, finocchio e buccia di agrumi (limoni o arance). Secondo la tradizione i fichi così conditi vengono infilzati con delle stecche di legno, o canna di bambù creando così una doppia fila e componendo delle forme particolari a rombo. In altre versioni i fichi possono essere ricoperti anche con la cioccolata e consumati soprattutto nel periodo Natalizio, a fine serata quando si gioca a tombola o a carte; come un dolce.

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Scarcella

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La scarcella, conosciuta in alcune zone anche come scariella, è un dolce pasquale originario della cucina pugliese ma conosciuto in tutto il sud e preparato in altre nazioni in cui i ricchi ne hanno tramandato la ricetta.
È un dolce pasquale tipicamente pugliese. Ha la forma di una ruota (ciambella se si traduce letteralmente la parola scarcella). Questa viene ricoperta di glassa bianca su cui poi vengono adagiati dei piccoli ovetti in cioccolata a scopo decorativo o anche semplicemente delle perline color argento o multicolore. La forma rotonda del dolce in questione affonda le sue radici in un passato molto remoto. Si ritiene che la forma tonda abbia attinenza con la fortuna; inoltre, la scarcella è un dolce che simboleggia la nascita di una nuova vita (da cui poi l'usanza di decorarla con degli ovetti).
Diffusa altresì la tradizione della scarcella decorata con semplici uova sode (quindi non in cioccolata) o addirittura uova dipinte a mano dalle massaie stesse quasi a testimoniare una vena artistica di altri tempi oramai perduti. La preparazione e la cottura in forno delle scarcelle avviene durante la Settimana Santa o addirittura durante la settimana precedente quella in questione. È un dolce il cui profumo pervadeva e pervade le case e le strade durante la settimana di Pasqua soprattutto per via dell'uso dell'ammoniaca. Molto popolare inoltre è l'uso della scorza grattugiata del limone al fine di donare alla scarcella un sapore più aromatizzato.
Esistono diverse varianti della scarcella, ognuna delle quali richiede una differente preparazione. Elementi comuni a tutte le scarcelle sono la caratteristica pasta frolla di cui sono fatte nonché l'essere decorate con motivi pasquali. Spostandosi da paese a paese, tuttavia, è possibile imbattersi in scarcelle ricoperte di glassa di zucchero o semplicemente decorate con un uovo sodo o ancora scarcelle ripiene o non ripiene. Per le scarcelle ripiene, oggettivamente più elaborate di quelle non ripiene, la preparazione è la seguente: si stende un disco di pasta frolla su una teglia da forno, quindi si stende su questo uno strato di marmellata (solitamente di prugna) ed un abbondante strato di una particolare pasta di mandorle ottenuta mescolando mandorle finemente tritate a zucchero e uova; si ricopre il tutto con un ulteriore disco di pasta frolla e si cuoce in forno. Dopo il raffreddamento, si passa alla glassatura e decorazione.

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Kolach

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Un kolach (plurale kolache, scritto anche kolace o kolacky, dal plurale koláče, sing. koláč) è un tipo di dolce ripieno di composta di frutta, orlato da un cuscinetto rigonfio di pasta soffice.
Derivato da una torta nuziale semidolce dell'Europa centrale, il kolach è diventato popolare anche in alcune parti degli Stati Uniti d'America. Il nome trae origine dalla parola ceca, e originariamente antico slavonica, kolo che significa "cerchio", "ruota". La parola kolache può essere usata anche per descrivere un impasto ripieno di carne (specialmente in alcune parti di Texas), anche se questo piatto è chiamato più propriamente klobasnek. Si pensa spesso che il klobasnek sia una variazione del kolach (koláče); secondo la maggior parte dei Cechi, tuttavia, la distinzione è che i kolache sono farciti solo cin rioieni non di carne. Diversamente dai kolache, che arrivarono negli Stati Uniti con gli immigranti cechi, i klobasniky furono fatti per la prima volta dai Cechi che risiedevano in Texas.

Feste dei kolache

Parecchie città degli Stati Uniti, tra le quali Verdigre (Nebraska), Wilber (Nebraska), Prague (Nebraska); Caldwell (Texas), East Bernard (Texas), Crosby (Texas), Hallettsville (Texas), Prague (Oklahoma), la Chiesa cattolica di santa Ludmilla a Cedar Rapids (Iowa) e Kewaunee (Wisconsin), tengono ogni anno celebrazioni per i Festival dei Kolache.
Montgomery (Minnesota) è la "capitale mondiale del Kolacky" e tiene un festival annuale noto come Kolacky Days. Verdigre (Nebraska) rivendica lo stesso primato con il suo Kolach Days. Prague (Nebraska) asserisce di essere la patria del più grande kolache del mondo. Sia Caldwell che West (Texas) rivendicano il titolo di "Capitale dei Kolache" dello stato.
Haugen (Wisconsin) è la Capitale dei Kolache del Wisconsin. Il villaggio è un insediamento boemo che celebra il suo retaggio ceco durante un festival annuale (Haugen Fun Days). I kolache sono alimento essenziale del festival del villaggio con vendite, sfornate e assaggi.
Inoltre, altre comunità degli Stati Uniti tengono festival cechi, dove si possono travare i kolache.
Era il dolce scelto per rappresentare la Repubblica Ceca nell'iniziativa Café Europe della presidenza austriaca dell'Unione europea, nel giorno europeo 2007.
Ci sono sedi della Kolache Factory a Tustin (California) e Albuquerque (Nuovo Messico) che sono le uniche località degli Stati Uniti occidentali che vendono kolache.

Piatti correlati

Un piatto correlato è il klobasnek, che è popolare nel Texas centrale e sudorientale. Usa spesso un pane simile, ma è farcito con un anello di salsiccia o di salsiccia macinata. Alcuni si riferiscono anche a questi come kolache, ma sono chiamati più accuratamente "maiale in coperta" (pig in a blanket). Possono contenere anche prosciutto, formaggio, jalapeño, uova e pancetta/salsiccia, patata, ecc., e somigliano appunto a un "maiale in coperta". I coloni cechi crearono i klobasniky dopo essere immigrati in Texas.

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Doughnut

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Un doughnut o donut è una frittella dolce, originaria degli Stati Uniti d'America e del Canada. È diffuso in molti paesi e preparato in varie forme come spuntino dolce che può essere fatto in casa o acquistato nelle panetterie, nei supermercati, nelle bancarelle e in catene di negozi di specialità gastronomiche.
I doughnut sono di solito fritti per intero da un impasto di farina, tipicamente o a forma di ciambella o senza buco, e spesso ripieni. Si possono usare anche altri tipi di pastella, e per i diversi tipi si usano vari rivestimenti e aromi, come zucchero, cioccolato o glassa d'acero. I doughnut possono includere anche acqua, lievito, uova, latte, zucchero, olio, grasso alimentare e aromi naturali o artificiali.
I due tipi più comuni sono il doughnut a ciambella (ring doughnut) e il doughnut farcito (filled doughnut), in cui si iniettano confetture di frutta, panna, crema inglese o altri ripieni dolci. Piccoli pezzi di impasto sono cotti come doughnut holes ("buchi dei doughnut"). Una volta fritti, i doughnut possono essere glassati, ricoperti di cioccolata, di zucchero a velo o di pezzetti di zucchero o di frutta. Tra le forme si trovano anelli, palle, sfere piatte, trecce e altre ancora. Le varietà di doughnut si dividono anche in doughnut a torta e lievitati. I donut sono accompagnati spesso dal caffè comprato nei doughnut shops o nei ristoranti fast food.

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Motta


Motta è un marchio italiano di prodotti dolciari e gelati, in origine appartenente in toto all'omonima azienda fondata a Milano nel 1919 da Angelo Motta.

L'azienda originaria milanese, che per oltre cinquant'anni era molto famosa sia in Italia che in alcuni stati europei e americani, con il famoso logo aziendale a forma di gonfalone (rosso per il settore dei prodotti di pasticceria e stuzzicheria - biscotti, merende, crackers, salatini - azzurro per il settore dei gelati confezionati), nonché con un logo speciale solo per la produzione di dolci natalizi e pasquali, costituito da una "M" blu stilizzata su una scritta dorata dell'azienda, oggi non esiste più come unico gruppo imprenditoriale a sé stante.

Il ramo d'azienda che produce gelati è rimasto di proprietà della multinazionale svizzera Nestlé, mentre il settore dei prodotti da forno e dolciario, che assieme rappresentano il maggior volume di introiti, è stato acquisito nel 2009 dall'azienda italiana Bauli S.p.A..

Insieme con Ferrero è una delle aziende del settore dolciario più famose al mondo. Per quanto riguarda il mercato italiano del gelato, i prodotti Motta (Nestlé) sono tra i più diffusi subito dopo quelli a marchio Algida (Unilever), con una quota di mercato pari al 30% circa.

Motta nasce nel 1919, in un piccolo laboratorio artigianale di prodotti dolciari, l'"Angelo Motta Pasticciere", in Via della Chiusa a Milano, a opera di Angelo Motta (Gessate, 8 settembre 1890 - Milano, 26 dicembre 1957). Il suo prodotto più famoso era il panettone, tradizionale e tipico dolce milanese.

Grazie al grande successo del panettone Motta e degli altri prodotti dolciari, nel 1925 viene aperto un secondo laboratorio, con locali molto più spaziosi, in Via Carlo Alberto, e nel 1928 viene aperto un negozio sopra i locali del secondo laboratorio.

Successivamente vennero aperti nuovi negozi in: Corso Buenos Aires, Piazzale Baracca, Viale Corsica, Largo Carrobbio, Corso Garibaldi, Piazza del Duomo.

Nel 1934, Angelo Motta fonda il "Premio della Notte di Natale".

Nel 1937 la Motta diventa una società per azioni.

Nell'estate del 1955 nasce la divisione gelati con il famoso gelato Mottarello.

Negli anni settanta la Motta viene venduta alla SME, la società finanziaria del settore agro-alimentare del gruppo IRI.

A seguito dell'acquisizione da parte di SME anche dell'Alemagna, la divisione gelati di Motta viene inglobata nella Italgel, mentre Motta e Alemagna formano nel 1975 l'Unidal (Unione industrie dolciarie e alimentari), che in seguito diventerà Sidalm (Società industrie dolciarie alimentari milanesi), società a sua volta incorporata in Alivar nel 1986, ed infine, nel 1990, Gruppo Dolciario Italiano, tutte società del gruppo SME.

Angelo Motta con il panettone classico


Nel 1993, l'IRI, a seguito della privatizzazione di alcune divisioni da parte dello stato, vende i marchi Italgel (Gelati Motta, Antica gelateria del corso, La Valle degli Orti) e Gruppo Dolciario Italiano (Motta, Alemagna) alla multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlé.

Il marchio Italgel è scomparso con la fine del XX secolo e la totale gestione della divisione gelati e surgelati è attualmente sotto il controllo Nestlé, la quale ha provveduto a creare una maggiore specializzazione dei marchi. A seguito di questa operazione, il marchio Gelati Motta si è specializzato esclusivamente in gelati da passeggio, Antica Gelateria del Corso si propone per un consumo di qualità da tavolo al ristorante (quali dessert semifreddi e torte-gelato), Alemagna si occupa di prodotti quali pasticceria surgelata e croissant, mentre Buitoni e La Valle degli Orti sono specializzate in prodotti alimentari da supermercato e primi piatti pronti. Ad ottobre 2016, Nestle' ha deciso di cedere le sue attivita' internazionali nel comparto dei gelati alla Froneri, una joint-venture partecipata per il 50% dalla societa' industriale inglese R&R e per il restante 50% da Nestle' stessa.
Per quanto riguardante i prodotti dolciari, i marchi Motta e Alemagna si sono specializzati nella produzione di prodotti stagionali quali pandoro e panettone e colombe pasquali.
Le unità produttive dei gelati e surgelati continuano ad essere quelle storiche degli anni '70, con la maggior parte della produzione basata nelle città di Parma e Ferentino (FR), mentre le sedi amministrative hanno sede nella quartier generale di Nestlè Italia SpA a Milano.
Il settore dolciario invece ha le sue sedi produttive principalmente basate a Verona.
A Verona, il 31 luglio 2009 Nestlé e Bauli hanno sottoscritto l'acquisizione definitiva da parte di Bauli S.p.A. del ramo di azienda Nestlè denominato Business Unit Forno attivo nella produzione di dolci, lieviti e prodotti da forno commercializzati con i marchi Motta, Alemagna, Tartufone Motta, Trinidad e Gran Soffice, attività che Nestlè aveva rilevate nel 1993 con l'acquisizione dalla SME del "Gruppo Dolciario Italiano", e del connesso sito produttivo di San Martino Buon Albergo (VR). L'accordo è operativo dal 1º agosto 2009; Bauli inoltre, rilevando nel 2013 l'intero gruppo Bistefani, che aveva a sua volta rilevato l'attività dei prodotti da forno a consumo continuativo a marchio Motta (cioè le ex "Merendine Motta") da Nuova Forneria (joint venture tra SME, Barilla e Ferrero nata nel luglio 1990 per rilevare la gestione di tale comparto dopo lo scioglimento di Alivar), ha riportato sotto un'unica proprietà il marchio Motta e le sue relative attività, escluse quelle nel settore dei gelati, rimaste di proprietà di Nestlè, che le aveva rilevate sempre da SME nel 1993, con l'acquisizione della "Italgel".

Il marchio originario della Motta era una sorta di stendardo verticale a due punte con scritte bianche, azzurro per i gelati e rosso per i prodotti da forno.
Con l'acquisizione da parte della Nestlé, lo storico logo venne sostituito nel 1996, solo per il settore gelati, da una figura ovale di colore bianco-azzurro con la scritta al centro "Gelati Motta" (dal 2002 semplicemente Motta in rosso) e il marchio Nestlé in posizione superiore. Tale logo è un riadattamento del marchio dei "Glaces Gervais", adottato dalla multinazionale svizzera per le sue attività nel comparto gelati in Francia. Sarà poi adoperato da Nestlé come suo marchio di riconoscimento nel comparto gelati in tutto il mondo.


    Logo storico dei Gelati Motta usato fino al 1995


Il logo attuale della Nestlé-Motta in versione bidimensionale


Il logo attuale in versione tridimensionale



A partire dalla fine degli Anni '80, l'azienda, consapevole dell'importanza della comunicazione televisiva, lanciò una serie di campagne pubblicitarie volte a far conoscere meglio i propri prodotti.
La popolarità di alcuni spot televisivi è stata tale che alcune frasi in essi contenute sono divenute dei veri e propri modi di dire d'uso comune tra cui:

  • "Tartufon, c'est bon!"

  • "Maxibon Motta, du gust is megl che uan!"

  • "C'è Gigi? No? E la Cremeria?"

Nel corso degli anni inoltre, l'azienda nel pubblicizzare i propri prodotti si è avvalsa della partecipazione di alcuni personaggi dello spettacolo e dello sport.

  • L'interprete di colore dei famosi spot televisivi del Tartufone Motta negli anni '80 si chiamava Derek Griffiths, attore e showman britannico.

  • Nel 1988 testimonial delle Merendine Motta fu Jovanotti, che era anche promotore di una campagna pubblicitaria per una raccolta punti (denominata "Jovanotti for Motta") con la sua personale linea d'abbigliamento YO come premio.

  • In una serie di spot riguardanti il prodotto Maxibon, comparve quello che all'epoca era uno sconosciuto figurante pubblicitario, divenuto in seguito un noto attore cinematografico italiano: Stefano Accorsi.

  • Alcuni anni dopo gli spot Maxibon che vedevano Accorsi come protagonista, venne lanciata una nuova campagna pubblicitaria con l'allora sconosciuta Cristiana Capotondi, che in seguito è divenuta una nota attrice italiana.

  • In una campagna televisiva della metà degli anni '90 riguardante il "Maxicono Motta", compariva come protagonista il tennista Davide Sanguinetti.

  • Nel 1993 il protagonista della campagna pubblicitaria del Maxicono fu Andrea Giani, ancora oggi il pallavolista italiano con più presenze in Nazionale ed uno dei tre italiani, insieme ad Andrea Gardini e Lorenzo Bernardi, incluso nella "Hall of Fame" del volley, che ha sede nel museo di Holyoke. La scelta non fu casuale in quanto lo storico gelato Motta era sponsor di maglia della squadra di Parma.

  • Tra agosto e settembre 2017 Motta propone una campagna pubblicitaria controversa dove delle persone irridono una bambina che chiede una colazione "che coniughi leggerezza e golosità" per poi essere travolte prima da 2 meteoriti (mamma e papà) e poi un Buondì gigante (il postino).



Dal 1992 al 1994 Motta è stato lo sponsor ufficiale dell'A.C. Milan.
Per molti anni la Italgel (dal 1980 al 1993) prima e la Nestlé poi (fino al 2002), hanno sponsorizzato la squadra di volley Maxicono Parma.

La Motta produsse il primo panettone, da cui ne derivò uno più piccolo, a cui venne dato il nome "Mottino", ritenuto il capostipite di tutte le merendine (il Buondì, infatti, arrivò successivamente).In questo caso il marchio si è confuso col prodotto, dato che nel Sud Italia e più frequentemente nelle regioni Sicilia e Campania, le classiche merendine vengono chiamate in forma dialettale, appunto, " Mottino". "Mottina" era invece il nome di una delle merendine Motta prodotte durante gli anni '80, business particolarmente attivo e tenuto in considerazione da SME in quegli anni (oltre che nel decennio precedente), con la creazione di un'ampia gamma di prodotti (tra i quali la "Girella Ricoperta", il "Ciocoroll", la "Crostatina", il "Krafen", la "Grandelizia", il "Tartufino", la versione merendina del gelato "Maxistecco", la già citata "Mottina", lo "Yo Yo"). Memorabili inoltre le raccolte punti a premi inserite nelle confezioni dei prodotti di quel periodo (come la tenda da campeggio "Tendy", gli adesivi "Ghostbusters", la "Giacca dell'avventura di Indiana Jones", "Motta-un mondo di amici", la linea di abbigliamento "YO" di "Jovanotti for Motta", "Batman", "la maglia del Milan", ecc.). Negli anni '70 invece vi era stato da parte di Motta lo sviluppo del settore degli snack al cioccolato, con la creazione di due prodotti tuttora in commercio, i ben noti "Ciocori" (che a sua volta era stato lanciato da Motta tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 insieme ad altri due snack, il "Sofli" ed il "Gong") e "Biancori"; sempre in quegli stessi anni inoltre era stato lanciato sul mercato un prodotto, la "Genuita", che era una crema spalmabile, ma che ebbe scarso successo visto l'assoluto predominio di Ferrero con Nutella su tale settore.






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Colomba pasquale

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Con colomba pasquale si indicano diversi dolci pasquali tipici dell'Italia. Vi sono due principali dolci cui fa riferimento la dizione "colomba pasquale": uno è la colomba pasquale inventata in Lombardia negli anni trenta del 1900 dalla Motta e poi diventata quella commercialmente più diffusa in tutta Italia, l'altro di più antica tradizione è la colomba pasquale diffusa in Sicilia e chiamata anche it palummeddi o pastifuorti. Entrambe sono state ufficialmente inserite nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) e riconosciute come tipiche dei rispettivi territori (Lombardia e Sicilia).

Colomba Milanese

Fu Dino Villani, direttore pubblicità della ditta milanese Motta, già celebre per i suoi panettoni natalizi, che negli anni trenta del 1900 per sfruttare gli stessi macchinari e la stessa pasta, ideò un dolce simile al panettone, ma destinato alle solennità della Pasqua. La ricetta poi venne ripresa da Angelo Vergani che nel 1944 fondò la Vergani srl, azienda di Milano che ancora oggi produce colombe.
Da allora la colomba pasquale si diffuse sulle tavole di tutti gli italiani, e anche ben oltre i confini dell'Italia. L'impasto originale, a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d'arancia candita, con una ricca glassatura alle mandorle, ha successivamente assunto varie forme e varianti.

Leggende sul dolce in Lombardia

Vi sono leggende che vorrebbero far risalire questo dolce pasquale in epoca longobarda, addirittura al re longobardo Alboino che durante l'assedio di Pavia (metà VI secolo) si vide offrire, in segno di pace, un pan dolce a forma di colomba. Un'altra leggenda vuole la colomba pasquale legata alla regina longobarda Teodolinda ed il santo abate irlandese San Colombano. La leggenda vuole che San Colombano al suo arrivo in città, attorno al 612 venisse ricevuto dai sovrani longobardi e invitato con i suoi monaci ad un sontuoso pranzo. Gli furono servite numerose vivande con molta selvaggina rosolata, ma Colombano ed i suoi, benché non fosse di venerdì, rifiutarono quelle carni troppo ricche servite in un periodo di penitenza quale quello quaresimale. La regina Teodolinda si offese non capendo, ma l'abate superò con diplomazia l'incresciosa situazione affermando che essi avrebbero consumato le carni solo dopo averle benedette. Colombano alzò la mano destra in segno di croce e le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le loro tuniche monastiche. Il prodigio colpì molto la regina che comprese la santità dell'abate e decise di donare il territorio di Bobbio dove nacque l'Abbazia di San Colombano. La colomba bianca è anche il simbolo iconografico del Santo ed è sempre raffigurata sulla sua spalla.

Le colombe pasquali siciliane

Sono piccoli dolci a forma di colomba, galletti o semplicemente rombi su cui sono incisi disegni o punzonature. Sono dolci a "pastaforte" realizzati con zucchero, farina doppio zero e cannella. La zona di produzione sono i comuni dell'area dei Monti Iblei in provincia di Ragusa. In passato oltre che per le festività pasquali venivano scambiate come regali tra fidanzati. Spesso si include nella forma un uovo sodo come decorazione e simbolo legato alla Pasqua. Anche se in origine le forme richiamano le colombe vi sono varianti a forma di canestro o gabbietta soprattutto quando sono decorate con l'uovo sodo.



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