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Zucchero a velo



Lo zucchero a velo o zucchero al velo è sostanzialmente zucchero ridotto ad una finissima polvere che viene usata per guarnire dolci di ogni genere. Questo alimento si può acquistare tal quale o si può produrre direttamente a casa propria tritando i granelli di zucchero con l'aiuto di un mixer; generalmente si ricorre alla produzione in casa per evitare di acquistare zucchero a velo mischiato a farine.
Esistono due tipologie di zucchero a velo: lo zucchero a velo classico e lo zucchero impalpabile. Il primo è ottenuto proprio per macinazione mentre il secondo è ottenuto sempre per macinazione ma con l'aggiunta di antiagglomerante che può essere sotto forma o di farina o di amido e conferisce allo zucchero un carattere idrorepellente. Ci sono sostanziali differenze tra il classico e quello impalpabile: difatti, quando si va a spolverare sulla superficie di dolci umidi quali possono essere crostate di frutta, mousse o crêpes, lo zucchero a velo classico si scioglie rapidamente a differenza di quello impalpabile. Ciò si verifica poiché lo zucchero a velo in questione è composto da una piccola percentuale di amidi (max 3%); proprio per questo è molto difficile da reperire al di fuori dell'ambito professionale.




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Alexandertorte


Alexandertorte, noto anche come Alexander Torte o Aleksander Torte (in lettone: Aleksandra kūka, Aleksandra torte), è un dolce concepito per commemorare una visita dello zar Alessandro III a Riga, l'odierna capitale della Lettonia.

Composto da strisce di pasta sfoglia ripiene di confettura di lamponi o marmellata di lamponi, è tradizionalmente consumato come dessert a pranzo o a cena, ma può essere servito anche all'ora del tè. Dovrebbe essere fatto un giorno o due prima di essere servito, perché la glassa deve essere dura prima di tagliare la torta.

Un dolce simile esiste in Danimarca, ed è conosciuto come hindbærsnitte. Nella zona di lingua tedesca esiste una torta con lo stesso nome che ha mandorle e vinacce come ingredienti principali.

Una versione finlandese del dolce chiamata Aleksanterinleivos commemora lo zar Alessandro I di Russia ed è stata prodotta dal 1818.


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Bichon au citron

 


Il bichon au citron è una pasticceria francese. È simile a un girotondo per dimensioni, forma e che è fatto di pasta sfoglia. Una delle principali caratteristiche distintive è che è ripieno di cagliata di limone. Lo strato esterno di zucchero a volte è parzialmente caramellato . 



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Tortellino dolce di Marianna

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Il tortellino dolce di Marianna è un dolce tipico del territorio di Castel Goffredo, in provincia di Mantova, che ha acquisito nel 2018 lo stato di "De.C.O." (Denominazione comunale d'origine).
Il ripieno è preparato con acqua, zucchero, cannella in polvere, chiodi di garofano, pinoli, cacao amaro, uva sultanina, biscotti secchi e marmellata di prugne e castagne. Di forma triangolare, viene avvolto nella pasta delle lattughe precedentemente preparata e quindi fritto nell'olio di mais bollente. Viene servito dopo essere stato spolverato di abbondante zucchero a velo.

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Pardulas



Le pardulas, così chiamate in sardo in zone quali il Sulcis, i Campidani di Cagliari e Oristano, etc., o casadinas, altra variante in sardo nelle Barbagie, Logudoro, etc., sono un tipico dolce pasquale della tradizione sarda. In italiano vengono chiamate formaggelle. Sono piccole tortine con ripieno di ricotta o di formaggio, molto delicate e gustose. A seconda della zona si possono vedere in una versione dolce o salata, all'aroma di arancia o limone e, più rara, una versione con l'uvetta.
Nonostante la preparazione identica, il gusto tra le pardulas di ricotta, delicatissime, e quelle di formaggio fresco, che hanno un sapore più deciso, è molto diverso.

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Hot cross bun


L'Hot cross bun è un dolce pasquale tipico del Regno Unito. Consiste in un panino dolce speziato con uvetta che presenta sulla superficie una croce, che viene tradizionalmente mangiato il Venerdì Santo.
La loro usanza è oggi largamente diffusa, oltre alle isole britanniche, in Australia, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda e Sud Africa.
Si pensa che l'Hot cross bun sia nato a Saint Albans, nell'Hertfordshire, nel XIV secolo. Secondo questa teoria, un monaco della Cattedrale di St Albans, frate Thomas Rocliffe, inventò dei panini speziati, chiamati Alban Buns che venivano distribuiti ai poveri ogni venerdì santo a partire dal 1361.
Nel 1592, durante il regno di Elisabetta I, il direttore dei mercati di Londra emanò un decreto che proibiva la vendita di focacce calde e altri tipi di pane speziato, tranne il Venerdì Santo, il Natale e in occasione delle sepolture. Come conseguenza di questo divieto, la produzione dei panini speziati avveniva quasi esclusivamente nelle cucine domestiche. Il divieto durò fino al regno di Giacomo I, nel XVII secolo.[2] Tutto ciò contribuì alla diffusione dell'usanza di preparare questi dolci.
La prima traccia scritta riguardante gli Hot cross buns risale al 1733, quando sull'almanacco satirico londinese Poor Robin venne pubblicata la seguente frase:
(EN)
«Good Friday come this month, the old woman runs. With one or two a penny hot cross buns.»
(IT)
«Il Venerdì Santo arriva questo mese, la vecchia corre. Con uno o due penny hot cross buns.»
(Poor Robin's Almanack)
Secondo lo storico del cibo Ivan Day, "I panini venivano preparati a Londra durante il XVIII secolo. Però se cerchi prove o ricette antecedenti a quell periodo, non trovi nulla".
Gli Hot cross buns segnano la fine della quaresima, perché sono preparati utilizzando prodotti caseari, vietati durante il periodo. Essi presentano diversi simboli cristiani, a cominciare dalla croce, che rappresenta la crocifissione di Gesù, e le spezie, che rappresentano la sua imbalsamazione per la sepoltura.
La tradizione inglese include molte superstizioni riguardanti gli Hot cross buns. Si dice che i panini preparati il Venerdì Santo non ammuffiscono, e che se un malato ne mangia un pezzo lo aiuta a riprendersi. Se portati a bordo di una nave che deve fare un viaggio per mare la proteggono dai naufragi, e se vengono appesi in cucina proteggono la casa dagli incendi.
Su questo dolce è nata una popolare filastrocca in lingua inglese.
La ricetta tradizionale degli Hot cross buns prevede un impasto di farina, latte intero, burro, uova e lievito, al quale vengono poi aggiunti uvetta, cannella e scorza d'arancia.
Le croci sono tradizionalmente tagliate sulla superficie del panino, tuttavia è molto comune prepararle con una pasta di acqua e farina.


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Pane dei Morti

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Il pane dei morti, in spagnolo "pan de muerto", è un tipo di pane preparato nel Messico nelle settimane prima della festa conosciuta come il "Giorno dei morti". È basato su una semplice ricetta per pane dolce con semi di anice, che varia in base alla regione. Nel Messico centrale è di forma tonda, con pezzi che assomigliano a ossi.
Secondo la tradizione deve essere collocato sull'altare dei morti come un gesto di benvenuto. Si crede che le anime dei morti consumino l'"essenza" del cibo.
Ne La mixteca è data al pane una forma umana. Viene cosparsa con lo zucchero bianco per i bambini uccisi o rosso per gli adulti.

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King Kong


King Kong è il nome commerciale di un dolciume tipico della cucina peruviana. È un biscotto, fatto con farina, burro, uova e latte, ripieno di dulce de leche, canditi di ananas e, in una variante, arachidi. Il biscotto è a strati, per cui alla pasta si alterna il ripieno. Commercializzato in molti paesi dell'America latina, è venduto in confezioni da mezzo chilo e da un chilo. Il dolce è originario della regione peruviana di Lambayeque, il cui capoluogo omonimo è sede dell'Asociación de Productores de King Kong y Dulces Típicos de la Ciudad de Lambayeque (la AProKLam).
Il particolare nome del dolce è dovuto al collegamento popolare fra la mole del personaggio King Kong e quella del dolciume. L'origine di tale collegamento si fa risalire al 1933, anno di uscita nelle sale cinematografiche del famoso film King Kong. Prima di allora il biscotto era conosciuto con il nome di alfajor de Trujillo ed era di forma circolare: è ancora possibile trovare in commercio questa versione.
Al 2009, tra i molti produttori del dolce, i nomi più popolari sono San Roque, Lambayeque fabrica de dulces, Huerequeque, Evocada e Tumbas Reales.
Attualmente il prodotto è riconosciuto come patrimonio della regione di Lambayeque e l'AProKLam ha cominciato la procedura per ottenere la denominazione di origine. Il prodotto è esportato anche all'estero, in special modo in USA, Costa Rica, Giappone, Canada, Spagna, Italia e Belgio.
Un'attività popolare nella città di Chiclayo è quella di cucinare enormi biscotti, dal peso fino a una tonnellata, che vengono poi degustati durante il "Festival del King Kong", tenuto ogni anno.

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Mazamorra morada

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La Mazamorra morada è un dolce tipico del Perù, a base di mais morado, un tipo di mais peruviano di colore viola, e fecola di patate. Si spolvera di cannella in superficie al momento di servirlo.
È un dolce molto diffuso ed è possibile acquistarlo quasi in ogni angolo di strada. Viene consumato tutto l'anno, ma in particolare nel mese di Ottobre, durante i festeggiamenti per il santo patrono di Lima e di tutto il Perù, il Señor de los Milagros.

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Picarones

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I picarones sono un antipasto o dolce peruviano a base di farina di grano mischiata con zucca e in qualche occasione con patata dolce, a forma di anello, bagnato poi con salsa chancaca. È un piatto tradizionale della gastronomia peruviana, cilena e di varie nazioni sudamericane che, a differenza di altri antipasti, può essere consumato sia a pranzo che a metà pomeriggio.
Questo piatto affonda le proprie origini nei tempi del Vicereame del Perù. Probabilmente è un adattamento dei buñuelos spagnoli che consumavano i conquistatori e gli schiavi.
Derivano dall'unione della zucca e della patata dolce (di tradizione inca ed autoctoni del Perù) con ingredienti importati dai conquistadores spagnoli, come la farina di grano.
Venivano offerti durante la processione del Signore dei miracoli a Lima, dove sin dal XVII secolo si preparavano anticucho, choncholíes e picarones con miele. Questa tradizione venne conservata per 300 anni fino ai giorni nostri e si svolge durante il mese di ottobre.
Il pittore Pancho Fierro ne mostra l'esistenza in alcuni acquarelli del 1807, ed il tradizionalista peruviano Ricardo Palma descrive i picarones nel suo libro Tradiciones Peruanas pubblicato nel 1833.
Durante i primi anni della Repubblica del Perù, il consumo di dolci era molto diffuso nella città di Lima, sia durante le feste che nei giorni comuni. Già da allora i picarones erano un piatto venduto nei negozi, sulle strade, abitudine tuttora in uso.
Circa il consumo di questo piatto in Cile, Lautaro Silva riporta che fu una peruviana, la "Chola Rosalia", che introdusse i picarones in Cile, vendendoli nella via di fronte alla residenza Santo Domingo.
Hernan Eyzaguirre Lyon, riporta invece che la "Negra Rosalía" era una donna cilena, famosa venditrice di picarones a Lima (Perù) e che fece ritorno in Cile nel 1823. Ivi, all'angolo di Teatinos e Santo Domingo aprì un locale dove vendeva novità per i parrocchiani di Santiago: picarones e pisco.
Eugenio Pereira riferisce che la negra Rosalía era famosa a Lima per preparare i picarones e che si stabilì a Santiago nel 1825 dove li vendeva all'angolo tra calle San Pablo e il Correo Viejo.
Il compositore José Zapiola li descrisse come uno degli alimenti consumati tipicamente nelle piazze pubbliche cilene (i racconti di Zapiola datano tra il 1810 e il 1840).
Sono preparati a base di una massa composta da zucca, farina di grano, latte, maizena e lievito, che viene dapprima precotta e fatta raffreddare, per poi essere fritta in olio facendole prendere la forma di anelli. Una volta fritte, le ciambelline vengono bagnate con miele di chancaca e arancia prima di essere servite.

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Papo-de-anjo


Il Papo de anjo o papo-de-anjo, traducibile approssimativamente come "parole d'angelo", è un tradizionale dolce portoghese composto essenzialmente da tuorli d'uovo battuti, cotti e successivamente bolliti nello sciroppo di zucchero. Il nome viene tipicamente pronunciato papu ˈðɐ̃ʒu o ˈpapu ðɨ ˈɐ̃ʒu in Portoghese.
Come per i fios de ovos e molti altri classici dolci portoghesi a base di tuorlo d'uovo, si ritiene il papo de anjo sia stato creato dalle suore portoghesi intorno al quattordicesimo o quindicesimo secolo. La lavanderia era un'attività comunemente svolta all'interno dei conventi e dei monasteri dalle suore e, il loro utilizzo degli albumi d'uovo per l'inamidatura dei vestiti, creò un'eccessiva scorta di tuorli d'uovo.
Conformemente con la maggior parte delle ricette, i tuorli devono essere battuti fino a quando essi non si siano gonfiati fino a raddoppiare il loro volume originario. Alcune ricette includono tra gli ingredienti anche gli albumi (1 o 2 albumi per ogni 10 tuorli), montati a neve separatamente e successivamente uniti dolcemente con i tuorli. Il composto viene dunque versato in formine da muffin precedentemente unti (circa 1/2 cucchiaini ognuno) e cotti fino a quando non raggiungano una consistenza compatta senza il formarsi di una crosta. Le singole parti vengono poi leggermente bollite nello sciroppo, il quale può, a seconda dei propri gusti personali, venire aromatizzato con del rum, con della vaniglia, o con della scorza d'arancia.

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Pastel de nata

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Il pastel de nata (plurale: pastéis de nata), o pastel de Belém (plurale: pastéis de Belém) è un pasticcino portoghese a base di pasta sfoglia e uova.
Il dolce, oltre che in Portogallo, è diffuso in tutti i paesi di lingua portoghese come il Brasile, l'Angola, il Mozambico, Capo Verde, São Tomé e Príncipe, la Guinea-Bissau, Timor Est, Goa e Macao, nonché nei paesi con una presenza significativa di portoghesi come il Canada, l'Australia, il Lussemburgo, gli Stati Uniti e la Francia.

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Beignet

 


Il Bignet è un tipo di frittella, o pasta fritta, tipicamente a base di pâte à choux, ma può anche essere fatto con altri tipi di impasto, compreso quello lievitato. È popolare nella cucina francese, italiana e franco-americana.

Il termine bignè può essere applicato a due varietà, a seconda del tipo di pasticceria. Il bignè alla francese negli Stati Uniti ha il significato specifico di pasta choux fritta.

I bignè possono essere realizzati anche con pasta lievitata, che in francese potrebbe essere chiamata boules de Berlin, riferendosi alle ciambelle berlinesi, prive del tipico buco a ciambella, ripiene di frutta o marmellata.

In Corsica , i bignè di farina di castagne ( beignets de farine de châtaigne ) sono conosciuti come fritelli .

Nel francese canadese, le ciambelle sono chiamate alternativamente beigne o beignet .

I bignè in stile Louisiana sono pasticcini fritti quadrati o rettangolari a base di pasta lievitata anziché pasta choux. A New Orleans, sono meglio conosciuti come una colazione servita con zucchero a velo in cima. Sono tradizionalmente preparate subito prima del consumo per essere consumate fresche e calde. Variazioni di pasta fritta possono essere trovate in tutte le cucine a livello internazionale; tuttavia, l'origine del termine beignet è specificamente francese. Negli Stati Uniti, i bignè sono stati popolari nella cucina creola di New Orleans e possono anche essere serviti come dessert. Furono portati a New Orleans nel XVIII secolo da coloni francesi, dalla "vecchia madrepatria", portati anche da Acadians, e divenne una parte importante della cucina creola casalinga. Variazioni che spesso includono banana o piantaggine - frutti popolari nella città portuale - o bacche.


Preparazione

Gli ingredienti utilizzati per preparare i bignè tradizionalmente includono:

  • acqua tiepida

  • zucchero granulare

  • latte evaporato

  • farina di pane

  • Grasso solido vegetale o animale per cucinare

  • olio o strutto , per friggere

  • zucchero a velo






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Bánh


In vietnamita, il termine bánh, traducibile approssimativamente come "torta" o "pane", designa un'ampia varietà di cibi preparati. Con l'aggiunta di aggettivi qualificativi, bánh si riferisce a un'ampia varietà di torte, focaccine, pasticcini, panini e altri generi alimentari caratteristici, dolci o salati, che possono essere cotti al vapore, al forno, mediante frittura, frittura profonda o bollitura. I cibi fatti con farina di riso o di frumento sono chiamati generalmente bánh, ma il termine può riferirsi anche a certe varietà di piatti di torte a base di pasta o di pesce, come il bánh canh e il bánh hỏi.
Ogni varietà di bánh è designata da una parola o espressione descrittiva che segue la parola bánh, come bánh bò (letteralmente "torta di mucca" o "torta strisciante") e bánh chuối (letteralmente "torta di banana"). I bánh che sono avvolti in foglie prima di essere cotti al vapore si chiamano bánh lá (letteralmente "torte di foglia").
In vietnamita, il termine bánh non si limita alla cucina vietnamita: si applica ugualmente ad alimenti vari come i biscotti della fortuna (bánh may mắn), il pudding, il crème caramel (bánh caramen) e l'ostia (Bánh Thánh). In alcuni casi, la parola può riferirsi anche a oggetti non commestibili che hanno la forma di una torta, come pneumatici, saponi da bagno e rotelle di tabacco pressato.

Varietà

Esiste una enorme varietà di piatti chiamati con il prefisso bánh.

Spaghetti

  • Bánh canh, spaghetti grossi.
  • Bánh hỏi, spaghetti estremamente sottili che si intrecciano in fasci intricati e spesso si coprono con cipolla tritata e un piatto di carne complementare.
  • Bánh phở, spaghetti di riso usati nel phở.

Ravioli

  • Bánh bá trạng, simile allo zongzi cinese.
  • Bánh bao, cornetto a forma di palla ripieno di maiale e altri ingredienti.
  • Bánh bột lọc], ravioli:
    • Bánh bột lọc trần, ravioli con copertura di amido di tapioca, simile al fun guo chaozhou.
    • Bánh bột lọc lá, piccoli ravioli di farina di riso ripieni di gambero e maiale macinato e avvolti in una foglia di platano, originari dello Hue.
  • Bánh cam, palle di sesamo e riso glutinoso fritte ripiene di pasta di fagioli cinesi dolci, originarie del sud del Vietnam.
  • Bánh ít, palline di riso glutinoso ripiene:
    • Bánh ít trần, palline di riso glutinoso ripiene "nude".
  • Bánh khúc, palla di riso glutinoso.
  • Bánh nậm, raviolo piatto di farina di riso di Hue ripieno di maiale macinato e funghi, condito con peperoncino e spezie, e avvolto in una foglia di platano.
  • Bánh phu thê (letteralmente "torta di marito e moglie") o bánh xu xê, una torta dolce fatta di farina di riso o tapioca e gelatina, ripiena con pasta di fagioli cinesi.
    • Bánh phu thê bột bán, torta di marito e moglie fatta con perle di tapioca.
  • Bánh rán, palle di sesamo e riso glutinoso fritte ripiene con pasta di fagioli cinesi addolcita, del nord del Vietnam.
  • Bánh tẻ, tortino di riso al vapore avvolto in foglie di un albero locale a forma di cilindro lungo e sottile, ben cotto.

Pancake

  • Bánh bèo, tortini di riso salati al vapor.
  • Bánh căn, una specialità del sud consistente in pancake piccoli fatti di uova di quaglia, cucinati in piccole padelle di argilla.
  • Bánh đúc, torta di riso o di mais mangiata come dolce, o piatto salato.
  • Bánh rế, pancake fritto.
  • Bánh khọt, una specialità del sud consistente in piccoli pancake di farina di riso fritti.
  • Bánh xèo, crespelle con il sapore di latte di cocco.

Rotoli

  • Bánh cuốn, rotoli di riso al vapore.
  • Bánh tôm, torte di gambero.
    • Bánh tôm Hồ Tây, una torta di gambero, specialità della zona vicina al Lago Tây (Hồ Tây), Hanói.

Carta di riso

  • Bánh tráng, carta di riso.
  • Bánh ướt, carta di riso al vapore.

Panino

  • Bánh mì, panino vietnamita.

Torte dolci

  • Bánh bò ("torta di mucca"), fatto di farina di riso glutinoso e latte di cocco, con una consistenza mielosa.
  • Bánh cáy, dolce rettangolare fatto tostando e macinando riso glutinoso e altri ingredienti.
  • Bánh da lợn, torta al vapore con strati colorati fatti di amido di tapioca, farina di riso, latte di cocco e acqua, zucchero e altri ingredienti.
  • Bánh đúc, pastel de arroz o maíz tomado como postre, o salado.
  • Bánh chuối, torta di platano.
  • Bánh khoai môn, torta di taro.
  • Bánh tiêu, ciambelle vuote.
  • Bánh trung thu, torta di luna (yue bing).
  • Bánh khoai mì, torta di manioca dolce.

Piatti per occasioni speciali


  • Bánh chưng, raviolo quadrato di riso al vapore avvolto in una foglia di dong (lá dong).
  • Bánh tét, torta di riso glutinoso a forma di tronco, avvolta in foglia di platano e ripiena di carne o verdura.
  • Bánh trôi, anche bánh chay (letteralmente "torta galleggiante").
  • Bánh tô, una torta appiccicosa rotonda di color dorato che si serve nell'anno nuovo. Si fa con farina di riso glutinoso, zucchero, acqua e olio di soia. Come la torta dell'anno nuovo cinese, neen gow, si serve tagliata a fette sottili bagnate nell'uovo e fritte. È una torta poco comune, della quale si dice che la forma rappresenta una ruota. A volte si decora con semi di sesamo e colorante rosso.

Altri

  • Bánh bông hồng.
  • Bánh bông lan.
  • Bánh chay, servito insieme al bánh trôi.
  • Bánh cốm.
  • Bánh đa.
  • Bánh đậu xanh.
  • Bánh dứa.
  • Bánh gai.
  • Bánh giầy, scritto anche bánh dầy.
  • Bánh giò.
  • Bánh ít lá gai.
  • Bánh kẹp.
  • Bánh mật.
  • Bánh lá dừa.
  • Bánh phồng tôm.
  • Bánh phục linh.
  • Bánh quế.
  • Bánh tráng mè.
  • Bánh tráng nướng.

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Barchetta

 


Una barquette è un guscio di pasta a forma di barchetta contenente un ripieno salato o dolce. Le barquette possono essere servite come antipasto o come dessert.

Esempi di ripieni per barquette includono frutta, verdura, crema pasticcera o salmone affumicato.

La parola barquette è un diminutivo della parola francese barque, che significa nave.

Il primo uso noto della parola risale al 1881.

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Ali d'angelo

 


Le ali d'angelo sono una tradizionale pasta dolce croccante a base di pasta che è stata modellata in sottili nastri attorcigliati, fritta e cosparsa di zucchero a velo. Comuni a molte cucine europee, le ali d'angelo sono state incorporate in altre cucine regionali (come la cucina americana) da popolazioni di immigrati. Sono consumati più comunemente nel periodo immediatamente precedente la Quaresima , spesso durante il Carnevale e il Giovedì Grasso , l'ultimo giovedì prima della Quaresima – da non confondere con il "Martedì Grasso", il giorno prima dell'inizio della Quaresima (Mercoledì delle Ceneri). C'è una tradizione in alcuni paesi per i mariti di dare ali d'angelo alle loro mogli venerdì 13 per evitare la sfortuna.

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione delle ali d'angelo includono tipicamente farina, acqua, tuorlo d'uovo, zucchero a velo, spirito rettificato o rum, vaniglia e sale.  



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Bombolone

 


Un bombolone è una ciambella ripiena italiana (simile al berlinese, krafne, pączek ecc.) E viene consumato come spuntino e dessert. Il nome della pasticceria è etimologicamente legato a bomba, in alcune regioni d'Italia. Il nesso etimologico è probabilmente dovuto alla somiglianza con una granata o una bomba vecchio stile e forse oggi può anche essere considerato un riferimento all'elevata densità calorica di questa ricetta (cioè una "bomba calorica").

Sebbene i bomboloni possano essere principalmente collegati alla Toscana, sono tradizionali di altre regioni d'Italia, anche se con lievi variazioni nella ricetta. In quelle zone un tempo sotto il dominio austriaco, come il Trentino Alto-Adige, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, si ritiene che la tradizione dei bomboloni abbia avuto origine da quella dei "krapfen" austriaci (cioè berlinesi), e la ricetta comprende le uova, che non si trovano nella varietà toscana.

A volte le pasticcerie hanno cartelli scritti a mano per loro, e la scrittrice di cibo Emily Wise ha scritto che i visitatori potrebbero non essere presi da ciambelle ripiene calde in una zona con salame di cinghiale e panini con olio al tartufo in offerta, ma che i residenti della Toscana li apprezzano anche in spiaggia. Sono venduti anche da carrelli sulla spiaggia e sono un po' distinti dalle ciambelle ripiene di altri paesi per il fatto che il ripieno viene inserito dall'alto, dove a volte è visibile, piuttosto che iniettato di lato.

Il ristorante A Voce di New York li ha serviti con salsa al cioccolato e si dice che i fiorentini preferiscano i bomboloni caldi (caldi) al Buscioni, dove vengono serviti "direttamente dal forno" e ripieni di crema pasticcera, cioccolato, o marmellata.

La compilation del 1996 della cantante italiana Gianna Nannini si intitola Bomboloni e include la canzone "Bomboloni" con testi su ciambelle calde e bombe. Il video musicale presenta danze tribali, costumi, bombe nere rotonde con micce e molte ciambelle mangiate, colpite con mazze da baseball e lanciate in giro.



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Placca da forno

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La placca da forno è una lastra di metallo, generalmente rettangolare con bordi rialzati, utilizzata in cucina per la cottura in forno degli alimenti. Solitamente ha i bordi laterali costruiti in modo che si infilino nella fessure della struttura reggi piastre del forno, in modo che si possa scegliere l'altezza opportuna per la cottura, o da appoggiare sulla gratella.
Ne esistono generalmente di due tipi:
  • Placche di acciaio inossidabile, perfettamente lavabili e ottime per il contatto con tutti gli alimenti.
  • Placche di ferro, smaltate generalmente di nero e utilizzate soprattutto in pasticceria per la loro resistenza alla deformazione anche alle alte temperature.

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Crema al cioccolato


La crema al cioccolato è una crema spalmabile al gusto di cioccolato. Può essere spalmata sul pane, toast, muffin o pita, serve per gli spuntini e le merende o come ripieno per dolci.
La crema normalmente non solidifica, contiene cioccolato, olio, latte ed addensanti che favoriscono il gusto e profumo. A volte contiene nocciole o miele e viene venduta normalmente in vasetti di vetro o tubetti di plastica.
Esiste la crema al cioccolato nero e quella al cioccolato bianco.
È diversa dalla crema gianduia perché quest'ultima è fatta con copertura e pasta di nocciole, invece la crema al cioccolato ha una pasta a base solo di cioccolato con poche nocciole.

Esempi di crema di cioccolato

  • Bio-Nuss-Nougat-Creme (Lidl)
  • Bio Cocoba (GEPA)
  • Choco Duo (Lidl)
  • Choco Nussa (Lidl)
  • Eurocrem (Takovo, Serbia)
  • Çokokrem (Turchia)
  • Cremino (Penny Market)
  • Chocoreale
  • Frelitta (Migros)
  • Hasella (Coop)
  • Haselnusscreme (Clever)
  • Käptn Nuß (Kraft)
  • Linolada (Croazia)
  • Nocilla (Spagna)
  • Nusskati (ALDI)
  • Nusstella (Coop)
  • Nutoka (ALDI)
  • Pralinutta (Patleys)

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Mon Chéri

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Mon Chéri ("Mio caro" in francese) è un cioccolatino della Ferrero, conosciuto in tutto il mondo. È una rivisitazione del classico Boero.
Esso consiste in un piccolo involucro di cioccolato, con un "cuore" di ciliegia "affogata" nel liquore e circondata da una dolce glassa di zucchero, confezionato singolarmente.
Del Mon Chéri esistevano anche le versioni, all'uva, alle mandorle e alle nocciole, fuori produzione dagli anni '80.
Le ciliegie utilizzate per i Mon Chéri provengono da Fundão, nella zona rurale della Cova da Beira in Portogallo. Ogni anno la Ferrero compra circa 150 000 tonnellate di ciliegie per produrre i suoi cioccolatini.
Si tratta del primo prodotto con il quale la sussidiaria tedesca della compagnia a Stadtallendorf (vicino Marburgo) ha avuto successo, nel 1956.
Nel mercato statunitense Mon Chéri è stato venduto in una versione ripiena di nocciole e non contenente liquore. La produzione di questa variante del prodotto è stata sospesa dopo 20 anni.
In Germania il Mon Chéri alla nocciola si trova con il nome di Küsschen.



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