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Kladdkaka

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La kladdkaka (che in lingua svedese può essere tradotto approssimativamente come torta appiccicosa) è una torta al cioccolato ad impasto morbido e compatto. L'impasto a base di farina, uova, zucchero, burro e cacao viene cotto a 175 °C per circa quindici minuti, in modo che il bordo e la base solidifichino a sufficienza ma il centro mantenga una consistenza morbida e pastosa. Viene servita comunemente con panna o crema alla frutta.
La kladdkaka ha un impasto simile al brownie, ed esistono svariate ricette di altre torte simili a base di zucchero che non fanno uso di lievito (la cui formazione di bolle di gas impedirebbe l'ottenimento della tipica consistenza compatta e pastosa del dolce). Può anche essere preparata usando cioccolato da cucina, che conferisce un colore più chiaro.
A partire dal 2008, il 7 novembre ricorre in Svezia il "giorno della kladdkaka" (giorno successivo al Gustav Adolfsdagen, nel quale si consuma invece il Gustav Adolfsbakelse).

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Bounty


Bounty è una barretta di cioccolato prodotta dalla Mars, Incorporated e venduta in tutto il mondo.
Si tratta di una barretta ripiena al cocco e coperta da cioccolato al latte (venduta in confezione di colore azzurro) o da cioccolato fondente (venduta in confezione di colore rosso), ed è uno dei pochi prodotti a contenere due pezzi in una unica confezione. Le pubblicità televisive del Bounty tendono a ruotare intorno ad ambienti tropicali, con alberi da cocco.
Benché la Mars sia una compagnia statunitense, le barrette Bounty non sono state vendute negli Stati Uniti fino a metà anni novanta. Un prodotto a base di cocco, molto simile al Bounty, di nome Mounds e prodotto dalla Hershey's, infatti era già disponibile sul mercato americano.

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Bondepige med slør

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Bondepige med slør (ragazza con il velo in danese) è un dessert tipico della cucina danese, composto da pane di segale grattugiato, che viene tostato con burro e zucchero e poi spalmato con marmellata o salsa di mele. Sono serviti in bicchieri di vetro o in ciotole coperti con panna montata, decorati con cioccolato grattugiato, mandorle o fragole

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Confetteria Raffaello


Confetteria Raffaello è un marchio commerciale che identifica un prodotto dolciario realizzato e commercializzato dalla società italiana Ferrero SpA a partire dall'anno 1998. Esso consiste in una pralina di forma sferica, composta da una mandorla circondata da una morbida crema, avvolta in un guscio di wafer di cocco e rivestita in noce di cocco.
I confetti Raffaello hanno aspetto molto simile ai Ferrero Rocher, prodotti dalla stessa azienda.
Sono venduti in rotoli contenenti 4 pezzi oppure in scatole.
La grafica del prodotto è rappresentata dal colore bianco con una banda rossa.
Per gli spot della promozioni della Confetteria Raffaello sono stati utilizzati brani noti quali:
  • It's Good to Be in Love - Frou Frou
  • You Make Me Feel Brand New - Simply Red
  • You're the First, the Last, My Everything - Barry White
  • Yolele - Papa Wemba
  • Big Big World - Emilia

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Æbleskiver



Le æbleskiver "Bignè di frittella", chiamate anche "appleskives" sono le tradizionali frittelle danesi dalla caratteristica forma sferica. In danese, il nome significa letteralmente "fettine di mela", sebbene le mele non risultino, generalmente, tra gli ingredienti principali delle varianti contemporanee del dolce. Piuttosto simili nell'aspetto ad un classico pancake europeo che si incontra con il popover americano o con l'inglese yorkshire pudding, le æbleskiver sono nella consistenza come un pancake ma leggere e soffici come un popover. Lo spelling inglese del termine è comunemente aebleskiver o ebleskiver.

Padella per Æbleskiver

Le Æbleskiver vengono cotte sul fornello all'interno di una padella apposita con sette incavi emisferici, disponibile in ambedue le versioni per forno a gas ed elettrico (quest'ultimo necessiterà della padella con il fondo piano). Tali tegami sono generalmente di ghisa, materiale ottimo per la ritenzione termica e, di conseguenza, per un mantenimento ideale del calore. Alternativamente, è possibile utilizzare i tradizionali tegami in rame martellato ma, al giorno d'oggi, essi vengono utilizzati principalmente a fine decorativo.
L'impasto per le æbleskiver è solitamente composto da farina di frumento da unire con latticello, latte o panna, uova, zucchero ed un pizzico di sale. Per risaltarne il gusto, alcune ricette includono ulteriormente, tra gli ingredienti principali, del grasso (generalmente il burro), il cardamomo, la scorza di limone ed un agente lievitante, il più delle volte del lievito chimico ma talvolta anche del comune lievito, per far lievitare la pastella.
L'impasto viene versato negli incavi della padella dopo averli precedentemente unti e, non appena iniziano a cuocersi, le æbleskiver vengono rivoltate con un ferro da maglia, uno spiedo o una forchetta al fine di conferire al dolce la sua caratteristica forma sferica. Tradizionalmente, le aebleskiver venivano cotte con pezzetti di mela (æble) o con un ripieno di purea di mele, ingredienti che tuttavia raramente compaiono nelle varianti moderne di questa specialità danese. Inoltre, è opportuno tener presente il fatto che non sia l'impasto delle aebleskiver ad essere dolce, bensì il modo in cui le aebleskiver vengono tradizionalmente servite: con un ripieno di marmellata di lamponi, fragole, ribes nero o di more e cosparse di zucchero a velo. Le Æbleskiver possono essere acquistate già fritte e surgelate al supermercato, pronte per essere riscaldate al forno.
In Danimarca, le æbleskiver costituiscono un tipico dolce natalizio, da gustare durante il Natale o i giorni precedenti alla festività. Nel mese di Dicembre, vengono spesso assaporate accompagnandole con il gløgg, il tradizionale vin brulé Scandinavo. In Norvegia, i waffles caldi sono più o meno gli equivalenti delle æbleskiver in Danimarca.
Le aebleskiver vengono anche vendute nei mercatini di beneficenza, alle associazioni di Scout, ai locali raduni sportivi e affini, o servite alle feste di compleanno dei bambini, per la loro popolarità e facilità di preparazione. Le associazioni di volontariato, inoltre, possono trarre profitto dal preparare le aebleskiver dalla fase della frittura a quella del congelamento e quindi vendendole, solitamente tre alla volta, condite come abitualmente.
In Nord America, numerosi eventi annuali celebrano le æbleskiver e la cultura danese, tra cui le "Æbleskiver Suppers" (cene a base di aebleskiver) organizzate da chiese e musei, insieme a tantissime altre ricorrenze simili.

Piatti simili

  • Gai daan jai, un simile piatto cinese.
  • Munker, la versione norvegese.
  • Neyyappam, un dolce simile originario del Kerala, usato principalmente come prasadam nei templi.
  • Paniyaram, un piatto simile originario dell'India del Sud, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.
  • Poffertjes, un dolce simile originario dei Paesi Bassi.
  • Popover
  • Takoyaki, una variante salata a base di polpo originaria del Giappone.
  • Unni Appam, un piatto simile originario del Kerala, realizzato sia nella variante dolce che in quella salata.

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Hishimochi

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L'Hishimochi o anche Hishi mochi (菱餅ひしもち) è un dolce tipico della tradizione giapponese legato all'Hinamatsuri (雛祭り), nota anche come "Festa delle bambole" o "Festa delle bambine", che cade il 3 marzo ovvero il terzo giorno del terzo mese dell'anno.
Si tratta di un dolce di riso glutinoso, solitamente servito in forma romboidale ma in tempi più moderni lo si serve anche in cubi. È costituito da tre strati di riso di colore diverso, ognuno dei quali ha un significato particolare. Dal basso verso l'altro troviamo: verde, bianco e rosa. Il verde rappresenta la terra (simboleggia la salute), il bianco la neve (simbolo di purificazione) ed infine il rosa i fiori di pesco (che caccia la malignità). Insieme questi tre colori indicano l'avvento della primavera, quando la neve si scioglie l'erba cresce e iniziano a germogliare i fiori di pesco.
A seconda della regione ci sono varianti differenti, con 5 o 7 strati. In alcune regioni, inoltre, il rosa viene sostituito da uno strato di colore giallo.
La forma romboidale si crede abbia avuto origine nel periodo Edo. L'hishi mochi è tagliata come un diamante che dovrebbe essere simbolo di longevità e fertilità.




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Plăcintă

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La plăcintă é un dolce tipico di Romania e Moldavia che consiste in un tortina tonda riempita con formaggio o altro.
La parola plăcintă viene direttamente dal latino placenta, che significa torta ripiena, a sua volta derivante dall'immagine della placenta animale.
Come si può chiaramente notare dalla stessa parola, deriva dal latino sin dai tempi in cui la Romania era parte dell'Impero Romano, in quanto la "Placenta" era la torta tipica delle truppe dell'esercito romano. A sua volta la Placenta aveva un'origine ancora più antica, probabilmente greca/mediterranea: gli antichi greci la facevano con olio di oliva, erbe e formaggio. In seguito alla dominazione romana dei Balcani, si diffuse in tutto l'Impero in due varietà, chiamate "Libum" e "Placenta". Il primo riferimento letterario, secondo Callimaco, è da attribuirsi a Aegimius, autore di un testo sull’arte di fare torte di formaggio, il πλακουντοπουκόν σύγγραμμ. Catone il Censore nel De Agri Cultura cita la "placenta", un dolce realizzato con due dischi di pasta condita con formaggio e miele e aromatizzata con foglie di alloro e ne da anche la ricetta.

Varietà tradizonali di plăcintă

  • plăcintă cu mere, con le mele.
  • plăcintă cu brânză, con il formaggio
  • plăcintă cu cartofi, con le patate.
  • plăcintă cu urdă con ricotta e uvetta.
  • plăcintă cu ciocolată con cioccolato.

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Rigojanci



Il rigojanci (in italiano anche rigoianci, in ungherese rigó jancsi) è un dolce ungherese che prende il nome da Jancsi Rigó, un violinista zigano.
La particolare storia dietro il rigojanci nasce nel 1896 quando Clara Ward, moglie del principe belga Chimay, si innamora di Jancsi Rigó, il quale stava suonando il violino in un locale di Parigi.
A sorpresa Clara Ward lascia suo marito per Jancsi Rigó destando molto scandalo.
Il rigojanci nasce proprio per coronare questa storia d'amore la quale, comunque, non ebbe un lieto fine in quanto i due si separarono e Rigó morì a New York nel 1927 nella totale miseria.
Il dolce è formato da due strati di pan di spagna al cioccolato, separati da uno strato di marmellata di albicocca e formati mescolando albume, panna, cioccolato, zucchero e farina.

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Laddu


Laddu o laddoo sono dolci a forma di sfera, popolari principalmente nell'Asia meridionale. I laddu sono preparati con farina, impasto tritato, zucchero e con altri ingredienti che possono variare per ricetta. Sono tipicamente serviti durante festività o occasione religiose.
La farina utilizzata per la preparazione dei laddu include farina di ceci, semolino e cocco macinato. A questi ingredienti vedono uniti lo zucchero e altri aromi, cucinati nel ghi e infine modellati a forma sferica. Alcune ricette di laddu contengono medicinali ayurveda, altre ricette includono il fieno greco, vari cereali e canditi. Anche noci come pistacchi e mandorle sono tipicamente aggiunti nell'impasto dei laddu.
I laddu sono spesso preparati per festività o eventi di tipo familiare, come matrimoni e nascite di bambini, o dati come prasadam (offerta religiosa di cibo) presso i templi induisti. I laddu sono considerati un dolce tradizionale per l'Eid in alcune comunità Islamiche.

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Biscotto della fortuna

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Un biscotto della fortuna è un biscotto di origine giapponese croccante solitamente preparato con farina, zucchero, vanillina e olio. All'interno dei dolci sono nascoste le "fortune", ovvero piccoli pezzi di carta che riportano motti e frasi profetiche o divinatorie.
Negli Stati Uniti e in Canada (come in altre parti del mondo occidentale) è usualmente servito come dessert nei ristoranti cinesi. All'interno i messaggi possono anche includere un elenco di numeri fortunati (utilizzati da alcuni, come numeri della lotteria) o una frase con la traduzione cinese o una regola da seguire affinché ci sia una riuscita in un determinato campo.
L'esatta provenienza dei biscotti della fortuna non è chiara, ma vari gruppi di immigrati in California sostengono di aver pubblicizzato, agli inizi del XX secolo, il prodotto, basando la loro ricetta su quella del tradizionale cracker giapponese. Questi biscotti sono in gran parte sconosciuti in Cina e in Taiwan.




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Pain au chocolat

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Il pain au chocolat è una tipica viennoiserie (pasta dolce francese). Viene anche chiamato chocolatine, specialmente a sud della Loira, petit pain nel Nord della Francia, o couque au chocolat in Belgio (unicamente a Bruxelles).
Si tratta di un croissant (dolce a base di pasta sfoglia) di forma quadrata arrotolato su una o più barre di cioccolato. Come il croissant è una delle paste dolci più comuni, in Francia, per la prima colazione.
In Italia è talvolta conosciuto sotto il nome di saccottino.

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Rocciata



La rocciata è un dolce da forno riconosciuto come Prodotto agroalimentare tradizionale per le regioni Umbria e Marche.
È conosciuto con questo nome nelle zone di Foligno, Assisi, Nocera Umbra e Spello; è conosciuto come attorta o 'ntorta nella montagna folignate, a Trevi e Spoleto; nella Provincia di Macerata viene anche chiamato rocciu (parola che in Umbria, però, indica un differente dolce da forno, altrove detto ciambellone), a Vallo di Nera in Valnerina ha il nome di tòrta. Tutti questi nomi hanno lo stesso significato, derivando dalle radici di "arrocciare" o di "torcere".
L'"attorta" è sia il nome usato in alcune zone per indicare la "rocciata", sia una variante della "rocciata" prodotta in tali zone e registrata come PAT con tale nome.
"Tortella" in quanto nella provincia di Terni il dolce viene avvolto a spirale prendendo una forma che ricorda una torta.
Il dolce ha origini molto antiche, probabilmente risalenti agli antichi umbri, infatti nelle "tavole eugubine" si parla di un alimento con tutta probabilità simile alla rocciata e usato nei riti sacri: il "tensendo" (come viene chiamato, in lingua umbra, nelle tavole eugubine), dolce proprio del dio Hondo Cerfio, antica divinità umbra. Per la somiglianza della rocciata con lo strudel, secondo alcuni non sarebbero nemmeno da escludere legami con i Longobardi, che proprio in questa zona avevano un loro stato nell'Alto Medioevo. Per questo ed altri motivi sembra del tutto priva di fondamento la teoria (diffusa tra i profani) secondo la quale la ricetta fu portata a Foligno da soldati austriaci di passaggio nel XVIII secolo, assimilando quindi la rocciata allo strudel, ma inserendola in un'epoca di gran lunga successiva, inoltre tale similitudine pare essere molto superficiale e non tiene conto di numerosi elementi storici e gastronomici.
Si tratta di una sottile sfoglia di pasta a base di farina di grano, acqua e olio, in cui viene avvolto un impasto formato da noci, zucchero, olio d'oliva e mele. A questo impasto base, secondo le diverse varianti, è possibile aggiungere altri componenti o condimenti, come alchermes, cacao, uva sultanina, fichi secchi, cannella, pinoli o marmellata. Il rotolo così ottenuto viene girato su sé stesso a spirale, spennellato con olio o alchermes, talvolta spolverato con zucchero, e cotto in forno.
La stessa pasta di base viene usata anche con i seguenti tipi di ripieno:
  1. ricotta, zucchero e cacao amaro
  2. cavoli ripassati in padella (versione salata)
  3. erbe campagnole o spinaci conditi con zucchero e uva sultanina (antica versione dolce oggi in via di sparizione).
La versione salata può assumere il nome di fojata o erbata, con quest'ultimo riconosciuta nel comune di Serravalle di Chienti.
Oggi la rocciata è diffusa soprattutto a Foligno ed Assisi e, come attorta, nella montagna folignate dove la ricetta è più basilare e meno ricca di ingredienti aggiuntivi. Per la "rocciata di Foligno" è stato richiesto il riconoscimento DOP.
Il periodo in cui tipicamente si prepara la rocciata va dal tardo autunno alla fine dell'inverno, questo sia per la presenza sul mercato di noci fresche, che sono il componente basilare, sia per la caloricità del dolce. Per questo è un dolce che è possibile trovare tutto l'anno (esclusa l'estate), ma che è tipico del periodo autunnale e fino al mese di gennaio, in particolare è tipico delle festività dei Santi e dei Morti.

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Fichi impaccati

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I Fichi impaccati sono un dolce tipico del Cilento e più in generale di tutto il sud della Campania a base di fichi secchi.
La produzione di fichi secchi è molto diffusa nel territorio del Cilento, che è la patria del fico bianco del Cilento, denominazione di origine protetta dal 2006. In quasi tutti i comuni del territorio viene utilizzato un particolare metodo di essiccazione. Il fico viene messo ad essiccare al sole per circa 8-10 giorni in dei graticci di ginestra, che permettono la ventilazione e l'insaporimento del frutto. Una volta essiccato viene "impaccato", cioè spaccato e riempito con mandorle, noci, finocchio e buccia di agrumi (limoni o arance). Secondo la tradizione i fichi così conditi vengono infilzati con delle stecche di legno, o canna di bambù creando così una doppia fila e componendo delle forme particolari a rombo. In altre versioni i fichi possono essere ricoperti anche con la cioccolata e consumati soprattutto nel periodo Natalizio, a fine serata quando si gioca a tombola o a carte; come un dolce.

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Scarcella

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La scarcella, conosciuta in alcune zone anche come scariella, è un dolce pasquale originario della cucina pugliese ma conosciuto in tutto il sud e preparato in altre nazioni in cui i ricchi ne hanno tramandato la ricetta.
È un dolce pasquale tipicamente pugliese. Ha la forma di una ruota (ciambella se si traduce letteralmente la parola scarcella). Questa viene ricoperta di glassa bianca su cui poi vengono adagiati dei piccoli ovetti in cioccolata a scopo decorativo o anche semplicemente delle perline color argento o multicolore. La forma rotonda del dolce in questione affonda le sue radici in un passato molto remoto. Si ritiene che la forma tonda abbia attinenza con la fortuna; inoltre, la scarcella è un dolce che simboleggia la nascita di una nuova vita (da cui poi l'usanza di decorarla con degli ovetti).
Diffusa altresì la tradizione della scarcella decorata con semplici uova sode (quindi non in cioccolata) o addirittura uova dipinte a mano dalle massaie stesse quasi a testimoniare una vena artistica di altri tempi oramai perduti. La preparazione e la cottura in forno delle scarcelle avviene durante la Settimana Santa o addirittura durante la settimana precedente quella in questione. È un dolce il cui profumo pervadeva e pervade le case e le strade durante la settimana di Pasqua soprattutto per via dell'uso dell'ammoniaca. Molto popolare inoltre è l'uso della scorza grattugiata del limone al fine di donare alla scarcella un sapore più aromatizzato.
Esistono diverse varianti della scarcella, ognuna delle quali richiede una differente preparazione. Elementi comuni a tutte le scarcelle sono la caratteristica pasta frolla di cui sono fatte nonché l'essere decorate con motivi pasquali. Spostandosi da paese a paese, tuttavia, è possibile imbattersi in scarcelle ricoperte di glassa di zucchero o semplicemente decorate con un uovo sodo o ancora scarcelle ripiene o non ripiene. Per le scarcelle ripiene, oggettivamente più elaborate di quelle non ripiene, la preparazione è la seguente: si stende un disco di pasta frolla su una teglia da forno, quindi si stende su questo uno strato di marmellata (solitamente di prugna) ed un abbondante strato di una particolare pasta di mandorle ottenuta mescolando mandorle finemente tritate a zucchero e uova; si ricopre il tutto con un ulteriore disco di pasta frolla e si cuoce in forno. Dopo il raffreddamento, si passa alla glassatura e decorazione.

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Kolach

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Un kolach (plurale kolache, scritto anche kolace o kolacky, dal plurale koláče, sing. koláč) è un tipo di dolce ripieno di composta di frutta, orlato da un cuscinetto rigonfio di pasta soffice.
Derivato da una torta nuziale semidolce dell'Europa centrale, il kolach è diventato popolare anche in alcune parti degli Stati Uniti d'America. Il nome trae origine dalla parola ceca, e originariamente antico slavonica, kolo che significa "cerchio", "ruota". La parola kolache può essere usata anche per descrivere un impasto ripieno di carne (specialmente in alcune parti di Texas), anche se questo piatto è chiamato più propriamente klobasnek. Si pensa spesso che il klobasnek sia una variazione del kolach (koláče); secondo la maggior parte dei Cechi, tuttavia, la distinzione è che i kolache sono farciti solo cin rioieni non di carne. Diversamente dai kolache, che arrivarono negli Stati Uniti con gli immigranti cechi, i klobasniky furono fatti per la prima volta dai Cechi che risiedevano in Texas.

Feste dei kolache

Parecchie città degli Stati Uniti, tra le quali Verdigre (Nebraska), Wilber (Nebraska), Prague (Nebraska); Caldwell (Texas), East Bernard (Texas), Crosby (Texas), Hallettsville (Texas), Prague (Oklahoma), la Chiesa cattolica di santa Ludmilla a Cedar Rapids (Iowa) e Kewaunee (Wisconsin), tengono ogni anno celebrazioni per i Festival dei Kolache.
Montgomery (Minnesota) è la "capitale mondiale del Kolacky" e tiene un festival annuale noto come Kolacky Days. Verdigre (Nebraska) rivendica lo stesso primato con il suo Kolach Days. Prague (Nebraska) asserisce di essere la patria del più grande kolache del mondo. Sia Caldwell che West (Texas) rivendicano il titolo di "Capitale dei Kolache" dello stato.
Haugen (Wisconsin) è la Capitale dei Kolache del Wisconsin. Il villaggio è un insediamento boemo che celebra il suo retaggio ceco durante un festival annuale (Haugen Fun Days). I kolache sono alimento essenziale del festival del villaggio con vendite, sfornate e assaggi.
Inoltre, altre comunità degli Stati Uniti tengono festival cechi, dove si possono travare i kolache.
Era il dolce scelto per rappresentare la Repubblica Ceca nell'iniziativa Café Europe della presidenza austriaca dell'Unione europea, nel giorno europeo 2007.
Ci sono sedi della Kolache Factory a Tustin (California) e Albuquerque (Nuovo Messico) che sono le uniche località degli Stati Uniti occidentali che vendono kolache.

Piatti correlati

Un piatto correlato è il klobasnek, che è popolare nel Texas centrale e sudorientale. Usa spesso un pane simile, ma è farcito con un anello di salsiccia o di salsiccia macinata. Alcuni si riferiscono anche a questi come kolache, ma sono chiamati più accuratamente "maiale in coperta" (pig in a blanket). Possono contenere anche prosciutto, formaggio, jalapeño, uova e pancetta/salsiccia, patata, ecc., e somigliano appunto a un "maiale in coperta". I coloni cechi crearono i klobasniky dopo essere immigrati in Texas.

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