Tra le molte specialità della pasticceria italiana, la Sacripantina spicca come un dolce raffinato e ricco di storia, un simbolo dell’arte dolciaria genovese. Non è solo una torta, ma un viaggio nel tempo, un connubio tra romanticismo e tradizione, racchiuso in una cupola di Pan di Spagna e crema al burro.
La Sacripantina nasce nella seconda metà dell’Ottocento grazie all’estro del pasticcere genovese Giovanni Preti, un maestro dell’arte dolciaria che volle omaggiare le signore della sua epoca. Si dice che la forma a cupola del dolce sia stata pensata proprio per richiamare le ampie gonne indossate dalle donne dell’alta società, un omaggio elegante e, allo stesso tempo, un tocco di creatività.
Il cuore della Sacripantina è una combinazione perfetta di ingredienti semplici e sapori intensi.
Pan di Spagna: La base è costituita da dischi di Pan di Spagna soffici e leggeri, sapientemente imbevuti di Marsala, un vino liquoroso che conferisce al dolce un’aroma caldo e avvolgente.
Crema al burro e cacao: Gli strati di Pan di Spagna si alternano con una ricca crema al burro arricchita di cacao, creando un contrasto vellutato che esplode al palato.
Profumo di Rhum: L’intera torta è impreziosita da un delicato sentore di Rhum, che aggiunge un tocco di esotismo e un pizzico di vivacità.
Decorazione: La superficie della Sacripantina è ricoperta da briciole di Pan di Spagna, che donano una consistenza croccante e un aspetto rustico ma elegante.
Il canestrello nascosto: Una particolarità della Sacripantina è la presenza, al suo interno, di un canestrello, un tipico biscotto ligure dalla forma a fiore. Questo dettaglio aggiunge una sorpresa inaspettata a ogni morso, un omaggio alla tradizione locale e alla semplicità genuina.
Il nome “Sacripantina” è un chiaro riferimento a Sacripante, uno dei personaggi del poema cavalleresco Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Sacripante, re circasso, è ricordato per la sua forza e il suo coraggio, ma anche per le sue prodezze infruttuose nel tentativo di conquistare l’amore della bellissima Angelica.
La scelta del nome sembra quasi ironica: se Sacripante fosse stato pasticcere anziché guerriero, forse avrebbe avuto più fortuna con Angelica. Dopotutto, c’è un detto che recita: “La strada per il cuore passa attraverso lo stomaco.”
La Sacripantina è rimasta un simbolo della pasticceria genovese, un dolce che racchiude la ricchezza culturale e gastronomica della Liguria. Ancora oggi, la torta è protagonista di festività, celebrazioni e momenti speciali, amata per la sua capacità di coniugare eleganza e gusto.
Molti pasticceri liguri seguono ancora la ricetta originale, tramandata con cura per preservarne l’autenticità. Tuttavia, alcune varianti moderne aggiungono un tocco personale, come l’uso di liquori diversi o l’introduzione di nuovi ingredienti nelle creme.
La Sacripantina non è solo un dessert, ma un pezzo di storia dolciaria che merita di essere riscoperto e celebrato. La sua ricchezza di sapori e il fascino delle sue origini la rendono un dolce unico, capace di conquistare i palati più raffinati e di raccontare una storia che mescola arte, letteratura e passione.
E chissà, forse proprio grazie alla Sacripantina, oggi possiamo immaginare Sacripante non più come un valoroso guerriero, ma come un pasticcere innamorato, intento a creare dolci per conquistare il cuore della sua Angelica. Una lezione, forse, che la dolcezza – quella vera – ha il potere di vincere ogni battaglia.
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