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Cujuelle

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Le Cujuelle de Calenzana sono biscotti caratteristici di Calenzana, un paesino nel nord della Corsica; in altre zone dell’Ile de Beauté assumono nomi diversi come Canistrelli o Cocciole ma restano fondamentalmente lo stesso prodotto. Sono biscotti secchi che vengono realizzati con le materie prime del luogo: il vino bianco dei vigneti di Patrimonio, vicino a Bastia, zucchero, farina e olio. Sono preparati in forma romboidale, possono anche essere creati in diverse varianti come Cujuelle alle mandorle, all’anice, al limone e alle pepite di cioccolato. Si possono consumare anche inzuppati nel latte o, per i golosi, nel muscat, un vino liquoroso e tipico.

Storia
La fabbrica artigianale produce le Cujuelle dal 1984; le Cujuelle di Zilia, vicino a Calenzana, sono prodotte dal 1997 e da quella data la ricetta è sempre rimasta la medesima.

Evoluzione
Durante il corso degli anni, sono state inventate molte variazioni del prodotto, sono stati aggiunti degli ingredienti e ne sono stati tolti altri. Ad esempio: esistono alcune varianti senza il vino bianco e altre con ingredienti in più come ad esempio le gocce di cioccolato, uvetta, noccioline e di conseguenza cambia anche il nome. Alcuni esempi sono: la variante con le noccioline è chiamata: Biscuits aux noisettes (biscotti alle noccioline), un’altra di nome: Biscuits avec Raisins Noisettes Amandes (biscotti con uva noccioline e mandorle) ed i Canestrelli a l’Anis (canestrelli all’anice).



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Crema al cioccolato

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La crema al cioccolato è una crema spalmabile al gusto di cioccolato. Può essere spalmata sul pane, toast, muffin o pita, serve per gli spuntini e le merende o come ripieno per dolci.
La crema normalmente non solidifica, contiene cioccolato, olio, latte ed addensanti che favoriscono il gusto e profumo. A volte contiene nocciole o miele e viene venduta normalmente in vasetti di vetro o tubetti di plastica.
Esiste la crema al cioccolato nero e quella al cioccolato bianco.
È diversa dalla crema gianduia perché quest'ultima è fatta con copertura e pasta di nocciole, invece la crema al cioccolato ha una pasta a base solo di cioccolato con poche nocciole.


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Höşmerim

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Höşmerim è un dolce di formaggio nella cucina turca, fatto con un formaggio speciale senza sale, semola, latte, zucchero comune, burro e acqua. Una ricetta tradizionale menziona il miele anziché lo zucchero e il kaymak per sostituire il latte.

Etimologia
Secondo un'etimologia popolare, un soldato non poté vedere sua moglie per molto tempo a causa della guerra. Quando la guerra finì, l'uomo torno' nel suo villaggio e vide sua moglie. Sua moglie preparo' l'Hoşmerim e chiese a suo marito "Hoş mu erim?" che significa "È bello, amico mio?" In realtà, esso viene dal persiano xoş ("dolce") + maram ("kaymak").

Preparazione
Il burro viene fuso in una padella o pentola e viene aggiunta la semola. Si cucina fino a che non cambia di colore. In una pentola, il latte viene mescolato con acqua e zucchero e quando bolle questo sciroppo viene aggiunto alla semola preparata. Ciò che è filtrato in questa miscela viene riscaldato e cotto fino a fondere completamente il formaggio. Viene servito in contenitori individuali e quando viene raffreddato viene guarnito con mandorle affettate e tostate.

Consumo
Questo dessert è tipico della regione del Mar di Marmara, in Turchia, in particolare nella provincia di Balıkesir. Nelle altre parti del paese non si usa molto cucinarlo in casa, ma è generalmente in vendita nei supermercati in versioni sia industriali (vedi foto) che artigianali.



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Kemalpaşa tatlısı

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Il Kemalpaşa tatlısı (in turco: sign. "Dolce di Kemalpaşa ") è un dessert turco. Esso è originario dal distretto di Mustafakemalpaşa, nella provincia di Bursa, in Turchia. Tradizionalmente viene prodotto utilizzando una varietà di formaggio tipica della regione.

Preparazione
Il dessert è preparato con un impasto di farina, formaggio non salato, semola, uova, acqua e lievito. L'impasto viene modellato in piccole palline che vengono fritte e poi bollite nello sciroppo di zucchero. Può essere consumato fresco o essiccato. In forma essiccata è spesso confezionato in scatole da 24-50 porzioni. Attualmente la produzione raggiunge fino a 1 milione di unità al giorno in quasi 15 impianti. Il consumo è in aumento durante il Ramadan.

Caratteristiche
Viene servito con kaymak in inverno e con dondurma in estate.





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Anmitsu

Anmitsu in Isezakicho.jpg


L'anmitsu (あんみつ, raramente 餡蜜) è un dessert giapponese preparato con agar agar e fagioli azuki.

Preparazione

L'agar si scioglie nell'acqua (o nel succo di frutta, come il succo di mela) per formare la gelatina. Viene servito in una ciotola assieme ad una marmellata dolce di fagioli azuki (chiamata anko, da cui deriva l'an di anmitsu) e piselli bolliti, gyūhi e frutta mista, come fette di pesca, mikan, pezzi di ananas e ciliegie. L'anmitsu di solito viene servito con a parte dello sciroppo dolce nero chiamato mitsu (che completa il nome "anmitsu"), che viene versato sulla gelatina prima di essere mangiato. Solitamente l'anmitsu si mangia con cucchiaio e forchetta.

Varianti

Ci sono alcune varianti di questo dolce. Il mitsumame viene fatto senza la pasta di fagioli, e il mame significa che i piselli vengono serviti con lo sciroppo e l'anko. Il cream anmitsu è una variante in cui si sostituisce l'anko con una pallina di gelato al tè matcha. È comune anche usare shiratama dango per coprirlo.

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Quali sono i dolci tipici sardi?



Ci sono probabilmente centinaia di dolci sardi tipici, molti (quelli più antichi) non utilizzano zucchero, ma miele, pasta di mandorle, sapa (derivata dal mosto dell'uva soprattutto), formaggio dolce:

Pastissus

CORICHEDDOS

Pistoccheddus de cappa

PISTOCCHEDDUS PRENU

Seadas

Caschettes

Savoiardi

Frisgioli

Suspiros

Bianchittus

Gattou

Aciuleddu

Pardulas

Tiriccas

Torrone

Amaretti

Fraònes


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Che differenza c'è tra croissant, brioche e cornetto?

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Cornetto italiano:
  • prevede uovo, farina, latte, burro, sale, liveito, acqua e zucchero
  • aroma molto aromatizzato rispetto al croissant
  • superficie dorata dovura al tuorlo d'uovo spalmato prima dell'infornata
  • forma a mezzaluna o dritta

Croissant francese:
  • praticamente gli stessi ingredienti tranne le uova, che non sono presenti
  • sapore molto più burroso
  • forma a mezzaluna o dritta come il cornetto
  • l'impasto deve riposare almeno 24h con lavorazione che arrivano fino a 48h

Brioche:
  • più o meno gli stesso ingredienti degli altri due dolci tranne l'impiego dello strutto animale
  • forma tondeggiante e gonfia


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Quali sono alcune curiosità sull'ovetto kinder?

Molti degli appassionati di “ovetti Kinder” si sono chiesti perché il colore del contenitore della sorpresa, celato all’interno della superficie di cioccolato, sia giallo. La risposta è più semplice di quanto si possa pensare, ed è facilmente intuibile ragionando sul nome con cui siamo abituati a chiamare i Kinder Sorpresa, e sulla loro forma “a uovo”.
Ogni uovo che si rispetti, infatti, deve avere il suo tuorlo dorato, altrimenti non sarebbe un vero uovo. Il tuorlo, infatti, è una sorta di “sorpresa” all’interno dell’albume e del guscio nelle uova naturali, e proprio all’interno del tuorlo i bambini, dopo aver rimosso il guscio, trovano il loro giocattolino nelle uova Kinder.







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Qual è il cioccolato più costoso del mondo?

Il cioccolato è un preparato alimentare dolce, solitamente marrone, di semi di cacao, tostato e macinato.
Se hai una buona quantità di denaro in tasca, dovresti assolutamente provare questi 3 cioccolatini più costosi al mondo.

1) Chocopologie Chocolate Truffle
Costo: 5.200 dollari al chilo
Azienda: Fritz Knipschildt


La Knipschildt Chocolatier è stata fondata nel 1999 da Fritz Knipschildt, che ha iniziato il suo viaggio culinario come chef a Odense, in Danimarca. È composto per il 70% da cioccolato fondente Valrhona con vaniglia alla base. Crema pesante, zucchero e olio al tartufo vengono aggiunti per creare il cioccolato perfetto.

2) Collezione Noka Vintages
Costo: $ 1.600 dollari al chilo
Azienda: Noka Chocolate


Il cioccolato Noka è una miscela dei migliori cioccolati fondenti. L'unicità di questo produttore di cioccolato è nel non aggiungere alcun tipo di emulsionante o sapore di vaniglia nei suoi prodotti al cioccolato.





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Perché in Svizzera fanno il miglior cioccolato?

Perché benchè in questa nazione non si produca alcun tipo di cacao, l’ingrediente fondamentale del cioccolato, quello svizzero è un cioccolato di altissima qualità ottenuto grazie a due semplici elementi, e cioè una selezione accurata della materia prima (fave di cacao di Criollio e Trinitario, tra le più pregiate) la cui scelta è possibile grazie alla posizione strategica occupata dalla Svizzera sullo scacchiere europeo,


e un controllo continuo sul processo di produzione denominato Conching (in italiano , Concaggio).
Tale processo di produzione, scoperto per puro caso nel 1879 dal pasticciere e cioccolatiere Rodolphe Lindt - che dimenticò accese le macchine che lavoravano il cacao per un intero fine settimana fino a scoprire al mattino del lunedì seguente una massa di cioccolato densa, brillante e deliziosa -, è quello utilizzato dalla maggior parte delle aziende di cioccolato svizzero.
Questo processo prevede che le fave di cacao vengano prima pressate, poi arrostite ed infine macinate per poi essere mescolate in una pasta alla quale viene poi aggiunto il cacao supplementare, il burro e lo zucchero creando così la pasta che sarà poi utilizzata per il tradizionale cioccolato.
Se a questi fattori uniamo poi la grande tradizione dei cioccolatieri svizzeri, la loro capacità di innovazione nel settore e la grande disponibilità di acqua di notevole livello di qualità, comprendiamo benissimo perché il cioccolato svizzero è tra i migliori al mondo.






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Perché la Nutella si chiama Nutella? Qual è l'origine del suo nome?

Il nome Nutella è stato scelto nel 1964 da Michele Ferrero, infatti deriva dal termine "nut" che ovviamente è stato scelto per indicare l'ingrediente principale di cui è composta la Nutella, cioè la "nocciola". Il suffisso italiano -"ella" è stato aggiunto allo scopo di rendere orecchiabile il nome del prodotto. Data la diffusione del prodotto, pare che il suffisso abbia funzionato per davvero! Prima del 1964 il prodotto aveva altri nomi: nel 1946 si chiamava "Pasta Giandujot" e nel 1951 fu cambiato in "Supercrema".

1946 - L'antenata della Nutella era la Pasta Giandujot, preparata con crema alla Gianduia

1951 - Il nome venne cambiato in "Supercrema"

1964 - Il primo bicchiere di Nutella prodotto dalla Ferrero nel 1964





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Cassatella di sant'Agata

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La cassatella di sant'Agata (minnuzzi ri sant'Àjita o ri Virgini in siciliano) è un dolce tradizionale catanese, che viene realizzato durante la festa di sant'Agata.

Origini
Secondo quanto arguito da Emanuele Ciaceri, la festa di sant'Agata trarrebbe origine in molte sue parti dai culti isidei. Uno degli elementi di maggior interesse per lo studioso è proprio il dolce chiamato minnuzza di Virgini, che riproporrebbe il seno della dea Iside nella sua veste di dea madre.
Un altro parallelo si trova nei culti dei misteri eleusini, dove in occasione dei riti demetriaci si usava consumare dei panetti dolci il cui aspetto riproponeva il seno della dea Demetra, protettrice delle messi e a sua volta considerata anch'essa dea madre. Entrambi i culti, quello isideo e quello demetriaco, sono documentati a Catania sia da fonti scritte che dai rinvenimenti archeologici; questi culti hanno influenzato, dove piuttosto non sono stati assorbiti del tutto, le festività religiose agatine, così il panetto dolce rappresentante la fertilità della madre terra assume il valore simbolico dell'atto del martirio subito dalla santa catanese alla quale fu amputata una mammella.

Descrizione
La cassatella di sant'Agata è di fatto una piccola cassata siciliana a forma di piccoli seni.
Si tratta di dolci a forma di tondeggiante fatti con pan di spagna imbevuto di rosolio e farciti con ricotta, gocce di cioccolato e canditi. All'esterno sono ricoperti di glassa bianca e rifiniti con una ciliegia candita in cima.

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Resumada

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La resumada, nota anche come rüsümada o rosümada, è una crema dolce e spumosa a base di uova, zucchero e vino, diffusa in tutta la Lombardia settentrionale, con varianti in quantità degli ingredienti a seconda della zona. Simile allo zabaione, veniva considerata un preparato energizzante e ricostituente per riprendersi dopo la dura giornata di lavoro o per la convalescenza dopo malattie.

Preparazione e accompagnamento
La resumada viene preparato a temperatura ambiente, montando 4 uova freschissime con 4 cucchiai di zucchero ed incorporando successivamente il vino rosso. Può essere consumata così o accompagnata da pane o biscotti.


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Mostarda vicentina

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La mostarda vicentina è un prodotto tipico della provincia di Vicenza, a base di frutta (mela, mela cotogna, pera, limone e cedro candito), senape bianca e zucchero.
Ha colore giallo e un sapore acre e pungente che si sposa molto bene con le carni, con il mascarpone e formaggi analoghi.

Storia
Il nome mostarda deriva dal latino mustus ardens, mosto ardente perché reso piccante dall'aggiunta di senape forte. Le prime notizie storiche di un prodotto gastronomico simile all'attuale mostarda si hanno nella seconda metà del XV secolo nel Libro de arte coquinaria di Maestro Martino, già cuoco del patriarca di Aquileia che prescrive di pestare la senape con frutta, ad esempio uva passa, cannella e chiodi di garofano.
Altre tracce del mustus ardens si hanno in una lettera del 1397 quando Gian Galeazzo Visconti ordina uno “zebro grande de mostarda de fructa cum la senavra che fa bone le robe de lo disnare et li caponi et la cacciagione et li viteli boliti et allo spiedo”.
Da notare è il fatto che la mostarda descritta da Maestro Martino è una mostarda pestata ovvero la frutta vi si presenta a piccoli pezzi, come l'attuale mostarda vicentina, mentre quella richiesta dal Visconti presenta pezzi interi, come la mostarda di Cremona.
Nel Seicento era tradizione contadina (non più riservata alle tavole di vescovi e nobili) preparare, nel periodo natalizio, una salsina di farina con senape, aceto, mela cotogna, aglio e mosto di vino.
La ricetta attualmente più diffusa risale al 1918 ed è stata codificata dall'industria artigiana Boschetti di Montecchio Maggiore. È stata riconosciuta come P.A.T..


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Si può mangiare la cioccolata quando diventa di colore più chiaro?

Sì, si può.


Ci sono due cose che accadono al cioccolato quando invecchia. Una è l'efflorescenza dello zucchero
e l'altra è l'efflorescenza del grasso.
L'efflorescenza dello zucchero è caratterizzata dalla patina bianca, polverulenta e granulosa che appare sulla superficie del cioccolato.
L'efflorescenza del grasso si manifesta con strisce grigiastre che appaiono sulla superficie e che possono essere presenti su tutto il cioccolato.
L'efflorescenza dello zucchero si verifica quando l'umidità è alta. É infatti l'umidità che attira lo zucchero in superficie.
L'efflorescenza del grasso si verifica quando ci sono sbalzi di temperatura.
Entrambe le efflorescenze non rendono il cioccolato cattivo ma gli danno il caratteristico aspetto poco attraente.
Se mai doveste vedere una delle due o entrambe queste cose su del cioccolato venduto da un cioccolatiere di fascia alta, segnalatelo. È nel loro interesse non venderlo. È visivamente poco attraente. Se è alle nocciole di solito viene scartato. Se è cioccolato in barrette, come quello fondente o al latte, viene sciolto per essere poi utilizzato per immergervi frutta o altri alimenti. Durante il processo di immersione ci si assicura che qualsiasi alimento venga essiccato completamente (disidratato) o essiccato fin quando non vi sia più umidità presente.





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Quali sono le origini dello zucchero filato?

Zucchero filato - Wikipedia


Una storia curiosa, ma quando i pazienti scarseggiano ci si arrangia come si può. Gli inventori della macchina per lo zucchero filato sono il dentista William Morrison e il pasticciere John C. Wharton, originari di Nashville in Tennessee, che inventarono la macchina per produrlo nel 1897. Questo prodotto dolciario venne però scoperto dal grande pubblico nel 1904 alla Fiera mondiale di St. Louis (Missouri, USA) quando fu presentato dagli stessi inventori con il nome di fairy floss (lana di fata); ebbe un enorme successo e furono vendute 68.655 confezioni al prezzo di 0,25 dollari la confezione, prezzo non irrisorio al tempo.  



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