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Bánh


In vietnamita, il termine bánh, traducibile approssimativamente come "torta" o "pane", designa un'ampia varietà di cibi preparati. Con l'aggiunta di aggettivi qualificativi, bánh si riferisce a un'ampia varietà di torte, focaccine, pasticcini, panini e altri generi alimentari caratteristici, dolci o salati, che possono essere cotti al vapore, al forno, mediante frittura, frittura profonda o bollitura. I cibi fatti con farina di riso o di frumento sono chiamati generalmente bánh, ma il termine può riferirsi anche a certe varietà di piatti di torte a base di pasta o di pesce, come il bánh canh e il bánh hỏi.
Ogni varietà di bánh è designata da una parola o espressione descrittiva che segue la parola bánh, come bánh bò (letteralmente "torta di mucca" o "torta strisciante") e bánh chuối (letteralmente "torta di banana"). I bánh che sono avvolti in foglie prima di essere cotti al vapore si chiamano bánh lá (letteralmente "torte di foglia").
In vietnamita, il termine bánh non si limita alla cucina vietnamita: si applica ugualmente ad alimenti vari come i biscotti della fortuna (bánh may mắn), il pudding, il crème caramel (bánh caramen) e l'ostia (Bánh Thánh). In alcuni casi, la parola può riferirsi anche a oggetti non commestibili che hanno la forma di una torta, come pneumatici, saponi da bagno e rotelle di tabacco pressato.

Varietà

Esiste una enorme varietà di piatti chiamati con il prefisso bánh.

Spaghetti

  • Bánh canh, spaghetti grossi.
  • Bánh hỏi, spaghetti estremamente sottili che si intrecciano in fasci intricati e spesso si coprono con cipolla tritata e un piatto di carne complementare.
  • Bánh phở, spaghetti di riso usati nel phở.

Ravioli

  • Bánh bá trạng, simile allo zongzi cinese.
  • Bánh bao, cornetto a forma di palla ripieno di maiale e altri ingredienti.
  • Bánh bột lọc], ravioli:
    • Bánh bột lọc trần, ravioli con copertura di amido di tapioca, simile al fun guo chaozhou.
    • Bánh bột lọc lá, piccoli ravioli di farina di riso ripieni di gambero e maiale macinato e avvolti in una foglia di platano, originari dello Hue.
  • Bánh cam, palle di sesamo e riso glutinoso fritte ripiene di pasta di fagioli cinesi dolci, originarie del sud del Vietnam.
  • Bánh ít, palline di riso glutinoso ripiene:
    • Bánh ít trần, palline di riso glutinoso ripiene "nude".
  • Bánh khúc, palla di riso glutinoso.
  • Bánh nậm, raviolo piatto di farina di riso di Hue ripieno di maiale macinato e funghi, condito con peperoncino e spezie, e avvolto in una foglia di platano.
  • Bánh phu thê (letteralmente "torta di marito e moglie") o bánh xu xê, una torta dolce fatta di farina di riso o tapioca e gelatina, ripiena con pasta di fagioli cinesi.
    • Bánh phu thê bột bán, torta di marito e moglie fatta con perle di tapioca.
  • Bánh rán, palle di sesamo e riso glutinoso fritte ripiene con pasta di fagioli cinesi addolcita, del nord del Vietnam.
  • Bánh tẻ, tortino di riso al vapore avvolto in foglie di un albero locale a forma di cilindro lungo e sottile, ben cotto.

Pancake

  • Bánh bèo, tortini di riso salati al vapor.
  • Bánh căn, una specialità del sud consistente in pancake piccoli fatti di uova di quaglia, cucinati in piccole padelle di argilla.
  • Bánh đúc, torta di riso o di mais mangiata come dolce, o piatto salato.
  • Bánh rế, pancake fritto.
  • Bánh khọt, una specialità del sud consistente in piccoli pancake di farina di riso fritti.
  • Bánh xèo, crespelle con il sapore di latte di cocco.

Rotoli

  • Bánh cuốn, rotoli di riso al vapore.
  • Bánh tôm, torte di gambero.
    • Bánh tôm Hồ Tây, una torta di gambero, specialità della zona vicina al Lago Tây (Hồ Tây), Hanói.

Carta di riso

  • Bánh tráng, carta di riso.
  • Bánh ướt, carta di riso al vapore.

Panino

  • Bánh mì, panino vietnamita.

Torte dolci

  • Bánh bò ("torta di mucca"), fatto di farina di riso glutinoso e latte di cocco, con una consistenza mielosa.
  • Bánh cáy, dolce rettangolare fatto tostando e macinando riso glutinoso e altri ingredienti.
  • Bánh da lợn, torta al vapore con strati colorati fatti di amido di tapioca, farina di riso, latte di cocco e acqua, zucchero e altri ingredienti.
  • Bánh đúc, pastel de arroz o maíz tomado como postre, o salado.
  • Bánh chuối, torta di platano.
  • Bánh khoai môn, torta di taro.
  • Bánh tiêu, ciambelle vuote.
  • Bánh trung thu, torta di luna (yue bing).
  • Bánh khoai mì, torta di manioca dolce.

Piatti per occasioni speciali


  • Bánh chưng, raviolo quadrato di riso al vapore avvolto in una foglia di dong (lá dong).
  • Bánh tét, torta di riso glutinoso a forma di tronco, avvolta in foglia di platano e ripiena di carne o verdura.
  • Bánh trôi, anche bánh chay (letteralmente "torta galleggiante").
  • Bánh tô, una torta appiccicosa rotonda di color dorato che si serve nell'anno nuovo. Si fa con farina di riso glutinoso, zucchero, acqua e olio di soia. Come la torta dell'anno nuovo cinese, neen gow, si serve tagliata a fette sottili bagnate nell'uovo e fritte. È una torta poco comune, della quale si dice che la forma rappresenta una ruota. A volte si decora con semi di sesamo e colorante rosso.

Altri

  • Bánh bông hồng.
  • Bánh bông lan.
  • Bánh chay, servito insieme al bánh trôi.
  • Bánh cốm.
  • Bánh đa.
  • Bánh đậu xanh.
  • Bánh dứa.
  • Bánh gai.
  • Bánh giầy, scritto anche bánh dầy.
  • Bánh giò.
  • Bánh ít lá gai.
  • Bánh kẹp.
  • Bánh mật.
  • Bánh lá dừa.
  • Bánh phồng tôm.
  • Bánh phục linh.
  • Bánh quế.
  • Bánh tráng mè.
  • Bánh tráng nướng.

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Barchetta

 


Una barquette è un guscio di pasta a forma di barchetta contenente un ripieno salato o dolce. Le barquette possono essere servite come antipasto o come dessert.

Esempi di ripieni per barquette includono frutta, verdura, crema pasticcera o salmone affumicato.

La parola barquette è un diminutivo della parola francese barque, che significa nave.

Il primo uso noto della parola risale al 1881.

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Ali d'angelo

 


Le ali d'angelo sono una tradizionale pasta dolce croccante a base di pasta che è stata modellata in sottili nastri attorcigliati, fritta e cosparsa di zucchero a velo. Comuni a molte cucine europee, le ali d'angelo sono state incorporate in altre cucine regionali (come la cucina americana) da popolazioni di immigrati. Sono consumati più comunemente nel periodo immediatamente precedente la Quaresima , spesso durante il Carnevale e il Giovedì Grasso , l'ultimo giovedì prima della Quaresima – da non confondere con il "Martedì Grasso", il giorno prima dell'inizio della Quaresima (Mercoledì delle Ceneri). C'è una tradizione in alcuni paesi per i mariti di dare ali d'angelo alle loro mogli venerdì 13 per evitare la sfortuna.

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione delle ali d'angelo includono tipicamente farina, acqua, tuorlo d'uovo, zucchero a velo, spirito rettificato o rum, vaniglia e sale.  



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Bombolone

 


Un bombolone è una ciambella ripiena italiana (simile al berlinese, krafne, pączek ecc.) E viene consumato come spuntino e dessert. Il nome della pasticceria è etimologicamente legato a bomba, in alcune regioni d'Italia. Il nesso etimologico è probabilmente dovuto alla somiglianza con una granata o una bomba vecchio stile e forse oggi può anche essere considerato un riferimento all'elevata densità calorica di questa ricetta (cioè una "bomba calorica").

Sebbene i bomboloni possano essere principalmente collegati alla Toscana, sono tradizionali di altre regioni d'Italia, anche se con lievi variazioni nella ricetta. In quelle zone un tempo sotto il dominio austriaco, come il Trentino Alto-Adige, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, si ritiene che la tradizione dei bomboloni abbia avuto origine da quella dei "krapfen" austriaci (cioè berlinesi), e la ricetta comprende le uova, che non si trovano nella varietà toscana.

A volte le pasticcerie hanno cartelli scritti a mano per loro, e la scrittrice di cibo Emily Wise ha scritto che i visitatori potrebbero non essere presi da ciambelle ripiene calde in una zona con salame di cinghiale e panini con olio al tartufo in offerta, ma che i residenti della Toscana li apprezzano anche in spiaggia. Sono venduti anche da carrelli sulla spiaggia e sono un po' distinti dalle ciambelle ripiene di altri paesi per il fatto che il ripieno viene inserito dall'alto, dove a volte è visibile, piuttosto che iniettato di lato.

Il ristorante A Voce di New York li ha serviti con salsa al cioccolato e si dice che i fiorentini preferiscano i bomboloni caldi (caldi) al Buscioni, dove vengono serviti "direttamente dal forno" e ripieni di crema pasticcera, cioccolato, o marmellata.

La compilation del 1996 della cantante italiana Gianna Nannini si intitola Bomboloni e include la canzone "Bomboloni" con testi su ciambelle calde e bombe. Il video musicale presenta danze tribali, costumi, bombe nere rotonde con micce e molte ciambelle mangiate, colpite con mazze da baseball e lanciate in giro.



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Placca da forno

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La placca da forno è una lastra di metallo, generalmente rettangolare con bordi rialzati, utilizzata in cucina per la cottura in forno degli alimenti. Solitamente ha i bordi laterali costruiti in modo che si infilino nella fessure della struttura reggi piastre del forno, in modo che si possa scegliere l'altezza opportuna per la cottura, o da appoggiare sulla gratella.
Ne esistono generalmente di due tipi:
  • Placche di acciaio inossidabile, perfettamente lavabili e ottime per il contatto con tutti gli alimenti.
  • Placche di ferro, smaltate generalmente di nero e utilizzate soprattutto in pasticceria per la loro resistenza alla deformazione anche alle alte temperature.

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Crema al cioccolato


La crema al cioccolato è una crema spalmabile al gusto di cioccolato. Può essere spalmata sul pane, toast, muffin o pita, serve per gli spuntini e le merende o come ripieno per dolci.
La crema normalmente non solidifica, contiene cioccolato, olio, latte ed addensanti che favoriscono il gusto e profumo. A volte contiene nocciole o miele e viene venduta normalmente in vasetti di vetro o tubetti di plastica.
Esiste la crema al cioccolato nero e quella al cioccolato bianco.
È diversa dalla crema gianduia perché quest'ultima è fatta con copertura e pasta di nocciole, invece la crema al cioccolato ha una pasta a base solo di cioccolato con poche nocciole.

Esempi di crema di cioccolato

  • Bio-Nuss-Nougat-Creme (Lidl)
  • Bio Cocoba (GEPA)
  • Choco Duo (Lidl)
  • Choco Nussa (Lidl)
  • Eurocrem (Takovo, Serbia)
  • Çokokrem (Turchia)
  • Cremino (Penny Market)
  • Chocoreale
  • Frelitta (Migros)
  • Hasella (Coop)
  • Haselnusscreme (Clever)
  • Käptn Nuß (Kraft)
  • Linolada (Croazia)
  • Nocilla (Spagna)
  • Nusskati (ALDI)
  • Nusstella (Coop)
  • Nutoka (ALDI)
  • Pralinutta (Patleys)

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Mon Chéri

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Mon Chéri ("Mio caro" in francese) è un cioccolatino della Ferrero, conosciuto in tutto il mondo. È una rivisitazione del classico Boero.
Esso consiste in un piccolo involucro di cioccolato, con un "cuore" di ciliegia "affogata" nel liquore e circondata da una dolce glassa di zucchero, confezionato singolarmente.
Del Mon Chéri esistevano anche le versioni, all'uva, alle mandorle e alle nocciole, fuori produzione dagli anni '80.
Le ciliegie utilizzate per i Mon Chéri provengono da Fundão, nella zona rurale della Cova da Beira in Portogallo. Ogni anno la Ferrero compra circa 150 000 tonnellate di ciliegie per produrre i suoi cioccolatini.
Si tratta del primo prodotto con il quale la sussidiaria tedesca della compagnia a Stadtallendorf (vicino Marburgo) ha avuto successo, nel 1956.
Nel mercato statunitense Mon Chéri è stato venduto in una versione ripiena di nocciole e non contenente liquore. La produzione di questa variante del prodotto è stata sospesa dopo 20 anni.
In Germania il Mon Chéri alla nocciola si trova con il nome di Küsschen.



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Pain aux raisins

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Il pain aux raisins (letteralmente pane all'uvetta), è una tipica viennoiserie variante del croissant (dolce francese a base di pasta sfoglia).
È costituito da una pasta brioche con uvetta secca, imbottita a volte con crema pasticcera. Il pain aux rasins viene consumato tradizionalmente a colazione.

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Colatrice

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Una colatrice è un macchinario che velocizza la creazione di biscotti e pasticcini, solitamente prodotti manualmente tramite l'utilizzo di sac à poche. Una colatrice per biscotti quindi svolge un lavoro concettualmente semplice e, partendo da una massa di impasto informe, genera su un supporto adeguato delle colate regolari di forma controllata.
Una coppia di rulli compressori porta in pressione l'impasto, introdotto in una tramoggia, che viene estruso attraverso una piastra forata detta "testata" terminante con uno o più beccucci, i quali possono avere varie forme e dimensioni (coniche, coniche seghettate, asimmetriche ecc). La forma del beccuccio influenza pesantemente il risultato finale.
Sotto i beccucci è presente il supporto, una placca da forno, sulla quale si posa l'impasto.
Una volta fatta una colata, la placca viene spostata dal nastro sottostante portando una superficie libera sotto i beccucci. Ulteriori libertà sulle forme ottenibili si raggiungono permettendo il movimento di rotazione dei beccucci rispetto al proprio asse e permettendo lo spostamento controllato del supporto durante la fase di colatura. Si creano così le diverse forme che si vuole dare ai pasticcini.
In alcuni casi è presente un meccanismo di taglio a filo ad intervalli regolari che permette il taglio dell'impasto uscente dai beccucci.
Le macchine colatrici prevedono molti programmi di azione che rendono possibile una miriade di usi in pasticceria. È possibile preparare svariati tipi di biscotti e pasticcini utilizzando i diversi programmi:
  • Sistema testata fissa:
    • Bignè
    • Meringa
    • Amaretti
    • Biscotteria da the
    • Baci di dama
    • Macaron
    • Plum cake
    • Muffin
  • Sistema testata con rotazione:
    • Biscotteria da the
    • Meringa
  • Sistema testata con rotazione scentrata:
    • Ciambelline
  • Sistema lungo fisso:
    • Savoiardi
    • Meringa
    • Pan di spagna
    • Lingue di gatto
    • Éclair
  • Sistema lungo girato:
    • Biscotti
  • Taglio a filo:
    • Frollini
    • Canestrelli

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Sac à poche

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La tasca da pasticciere o sac à poche (se si utilizza questo termine, il nome diventa maschile: il sac à poche) è un attrezzo culinario. Il corpo è formato da una sorta di sacchetto di forma triangolare la cui punta termina nella bocchetta decorativa.
Il sac à poche o tasca del pasticciere viene utilizzata tanto nel salato quanto nel dolce per riempire piccole preparazioni come i bignè e per decorare con salse, burri aromatizzati, purè di patate o con creme dolci. Viene usata anche per dare la forma a piccole preparazioni di pasticceria come biscotti, meringhe, pasticcini.
Molti cuochi la preferiscono alla siringa da pasticciere, attrezzo dalla funzione analoga, perché più semplice da riempire grazie all'ampia apertura opposta alla bocchetta e perché più maneggevole. Molte cucine professionali, inoltre, hanno in dotazione numerose bocchette in acciaio inossidabile e provvedono a preparare il corpo della tasca da pasticciere al momento, usando forme fatte con la carta da forno (dette cornetti) o simili. Si evita quindi che un ingrediente passi il suo sapore ad altri e si limita la possibilità che il corpo della tasca prenda sapore di detersivo venendo lavato di frequente. Ciò, inoltre, contribuisce sensibilmente al mantenimento dell'igiene dal momento che la sola bocchetta viene sterilizzata per bollitura mentre la tasca in sé viene gettata.
Con l'ideazione della macchina colatrice vi è stata un'innovazione per tutti gli operatori del settore che producono prodotti lavorati con sac à poche. L'avvento di questa macchina ha portato molti di essi alla meccanizzazione e quindi ad una riduzione del tempo impiegato per eseguire le lavorazioni.

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Affogato

 


Un affogato o più tradizionalmente noto come "affogato al caffe" (italiano per "annegato nel caffè") è un dolce italiano a base di caffè. Di solito prende la forma di una pallina di gelato al gusto di latte (fior di latte) o alla vaniglia o di gelato condito o "annegato" con un bicchierino di caffè espresso caldo . Alcune varianti includono anche un bicchierino di amaretto, Bicerin, Kahlua o altro liquore.

Sebbene i ristoranti e i caffè in Italia classifichino l'afogato come un dessert, alcuni ristoranti e caffè fuori dall'Italia lo classificano come una bevanda. Che si tratti di un dessert o di una bevanda, i ristoranti e i caffè di solito servono l'affogato in un bicchiere alto e stretto, permettendo al fior di latte, al gelato alla vaniglia o al gelato di sciogliersi e combinarsi con l'espresso nello spazio vuoto sul fondo del bicchiere. Occasionalmente vengono aggiunti cocco, frutti di bosco, nido d'ape e più gusti di gelato. Un biscotto può anche essere servito e gustato insieme a questa bevanda. Gli Affogati sono spesso gustati come una combinazione di dessert al caffè post-pasto mangiati e o bevuti con un cucchiaio o una cannuccia.

Mentre la ricetta dell'affogato è più o meno standard in Italia, composta da una pallina di gelato alla vaniglia condita con un bicchierino di caffè espresso, esistono varianti nei ristoranti europei e americani.

In Italia è conosciuto come "gelato al fior di latte" con la traduzione in inglese "fiore di latte". Tipicamente gli ingredienti nel gelato includono latticini, amido e zucchero. È popolare nei paesi in cui lo condiscono con sciroppo di cioccolato, cantuccini o biscotti per fornire aromi extra.

Le origini dell'affogato nella storia italiana sono sconosciute. Tuttavia in America, la parola affogato è stata inclusa nei dizionari inglesi a partire dal 1992.






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Melktert


Il Melktert (mɛlktɛt), che in Afrikaans significa "torta al latte", è un dessert originario del Sudafrica costituito da una sfoglia dolce con un ripieno di crema a base di latte, farina, zucchero e uova. La proporzione tra la dose del latte e quella delle uova è maggiore rispetto a quella del dolce tipico portoghese pastel de nata o della dan ta, la tradizionale pasta all'uovo cinese. Entrambe le varianti sono state ispirate dalla variante portoghese, differendo tuttavia per la consistenza più leggera e per un più intenso sentore di latte. Alcune ricette indicano di lasciar cuocere la crema pasticcera all'interno della sfoglia, mentre altre suggeriscono di preparare il ripieno in anticipo e inserirlo all'interno del dolce prima di servirlo. Spesso, la superficie del dolce viene cosparsa di cannella. Inotre, previamente alla preparazione, è possibile aromatizzare il latte da utilizzare per la crema pasticciera con una stecca di cannella.
Il melktert è descritto come un dessert caratterizzato da tratti distintivi olandesi.

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Macaron

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Il macaron o macaron francese è un pasticcino il cui nome deriva dall'italiano dialettale "maccarone".

Composizione

  • Albume d'uovo
  • Farina di mandorle
  • Zucchero semolato
  • Zucchero a velo
  • Colorante alimentare (in polvere o in gel)

Attrezzatura

Gli utensili di base per preparare i macaron sono:
  • la bilancia tradizionale o elettronica; la precisione è di rigore per la realizzazione dei macaron. Dunque niente approssimazioni nelle quantità, pochi grammi in più o in meno possono far variare considerevolmente la consistenza della meringa e l'aspetto dei macaron
  • il mixer e il setaccio; sono utilizzati per raffinare la miscela zucchero a velo-mandorle ed eliminare ogni residuo di polvere suscettibile di formare inestetiche bolle sui gusci
  • robot o sbattitore elettrico; usando uno sbattitore elettrico, è importante montare gli albumi a neve con un gesto circolare e regolare: le chiare monteranno meglio e più rapidamente
  • termometro; per i macaron allo zucchero cotto usare il termometro per zucchero graduato con scala da 80 a 200 °C oppure una sonda elettronica, più precisa ma più costosa
  • spatola in silicone; è l'attrezzo indispensabile per incorporare la meringa alla pasta di mandorle senza creare troppi grumi
  • tasca e bocchette; le tasche da pasticcere possono essere in nylon, in tessuto plastificato o ancora meglio in plastica usa e getta. Le bocchette invece, in policarbonato o in acciaio inox, sono l'accessorio indispensabile della tasca. Per i macaron si utilizza una bocchetta liscia di 8 o 10 mm di diametro
  • forno e placche; è preferibile usare un forno ventilato. Per quanto riguarda le placche, usarne di abbastanza spesse e perfettamente piane. Rivestirle con carta da forno o con un tappetino in silicone. Girarle a metà cottura per una cottura uniforme.

Il pasticcino è composto da due pezzi a cupola, dalla caratteristica superficie liscia, la circonferenza guarnita di increspature, e la base piatta. Gli intenditori apprezzano una delicata crosticina a guscio d'uovo che rende il dolce più umido e arioso all'interno. Il macaron francese si distingue dagli altri macaron perché può essere trovato in una più ampia varietà di sapori che vanno dai tradizionali (lampone, cioccolato) ai più innovativi (marmite, tè verde matcha).
È considerato da diversi autori transalpini come un prodotto francese, anche se le sue origini sono molto dibattute e più italiane che francesi. Larousse Gastronomique cita i macaron come dolci creati nel 1791 in un convento vicino Cormery. Fonti più antiche fanno risalire il dolce alla Venezia del XVI secolo e sarebbe giunto in Francia grazie a Caterina de' Medici, la quale per un importante evento commissionò a un pasticcere italiano il dolce che portò con sé nel 1533, cioè quando sposò il Duca di Orleans Enrico II di Francia. Nel 1830, i macaron venivano serviti due a due con l'aggiunta di marmellate, liquori e spezie.
Il macaron, come è noto oggi, è stato definito Gerbet o Paris macaron ed è stato creato all'inizio del XX secolo da Pierre Desfontaines della pasticceria francese Ladurée, ed è composto da due dischi di meringa alla mandorla riempiti con uno strato di crema al burro, marmellata o crema ganache.

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Paris-Brest

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Il Paris-Brest è un dessert della cucina francese, composto da un impasto di pasta choux ripieno con un impasto di crema e burro e decorato con scaglie di mandorle.
Questo dolce è stato creato da un pasticciere di Maisons-Laffitte, Louis Durand, nel 1891 per commemorare la corsa ciclistica Parigi-Brest-Parigi. La sua forma circolare infatti rappresenta una ruota. Divenne popolare fra i ciclisti della corsa Paris-Brest, in parte per via del suo largo apporto energetico, ed in seguito si diffuse nelle pasticcerie di tutta la Francia.

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Torta setteveli

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La torta setteveli è un dolce creato da tre chef pasticceri: il padovano Luigi Biasetto, il pievano Cristian Beduschi e il pratese Gianluca Mannori, che insieme compongono la squadra italiana che con questo dolce ha vinto la Coppa del Mondo di Pasticceria di Lione nel 1997.
Il dolce è formato da una mousse al cioccolato fondente di pura origine Madagascar, bavarese alle nocciole pralinate, sette strati di cioccolato croccante (i veli), morbido savoiardo al cioccolato e gianduia ai cereali.
I diritti di proprietà industriale relativi alla creazione originale della torta “Setteveli” sono tutelati attraverso la registrazione del marchio “Setteveli – Coppa del mondo di Pasticceria”, usato fin dal 1997 e del marchio “Setteveli”

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Pasta biscotto


La pasta biscotto (anche chiamata pasta biscuit) è una base morbida, letteralmente 'biscotto', è una pasta morbida e spugnosa, simile al Pan di Spagna, ma molto più flessibile, destinata ad essere farcita e arrotolata.
In italiano viene chiamata Pasta biscotto in francese Biscuit e viene usata in pasticceria per preparare rotoli farciti e basi per torte.
Un dolce tipicamente preparato con la pasta biscotto è il tronchetto di Natale: ricoperto di cioccolato simula, nella forma, un pezzo di legno tagliato. Gli altri usi più frequenti prevedono il semplice taglio a rondelle del dolce stesso, che viene poi servito in piatto. La pasta viene anche usata per foderare stampi cilindrici, che vengono riempiti di crema o di gelato e successivamente posti a congelare.
Anche lo zuccotto può essere preparato con questo tipo di pasta.

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Petit four

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Con il termine petit four (al plurale: petits fours) si intende la piccola pasticceria tipicamente francese generalmente consumata alla fine di un pasto o servita come dessert. Il nome deriva dal francese petit four, che significa "piccolo forno".
Esistono due differenti categorie di petits fours. Petits fours secs (sec significa "secco") in cui vengono inclusi una vasta varietà di dessert, come biscotti, meringhe, amaretti e sfogliatine, éclair e tartellette. Nella pasticceria francese, i piccoli dolci assortiti di solito sono chiamati mignardises, mentre i biscotti duri al burro sono chiamati petit fours.
Esistono anche petits fours salés (salé significa "salati"), che sono gli antipasti salati di piccole dimensioni, di solito servito come parte di un aperitivo o di un buffet.
I petits fours venivano tradizionalmente realizzati durante il processo di raffreddamento del carbone, nei forni in mattoni del diciottesimo secolo. Ciò era dovuto all'alta temperatura di combustione del carbone rispetto al legno, ed al suo costo all'epoca.

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Tarte tropézienne

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La tarte tropézienne è un dolce di Saint-Tropez, composto da una brioche guarnita di zucchero e farcita da un mélange di tre creme, secondo una ricetta di origine familiare del pasticciere Alexandre Micka. La ricetta è depositata e segreta.
L'ideatore della ricetta è Alexandre Micka, pasticciere di origine polacca, giunto in Provenza all'inizio degli anni cinquanta: decise di aprire una boulangerie pâtisserie a Saint-Tropez, nella quale mette in vendita un dolce-brioche realizzato secondo una ricetta portata dalla Polonia e appartenuta a sua nonna. Nel 1955, Roger Vadim gira a Saint-Tropez il film Et Dieu... créa la femme. Alexandre Micka ebbe l'incarico di realizzare il pranzo per tutta la troupe. Dopo aver presentato la sua tarte, Brigitte Bardot gli suggerisce di chiamarla Tarte de Saint-Tropez. Partendo da quel suggerimento, il pasticciere optò per Tarte Tropezienne e decise immediatamente di depositare il marchio e il brevetto di fabbricazione.
A Saint-Tropez, esiste ancora oggi il ristorante La tarte Tropézienne.
La tropezienne è una brioche aromatizzata all'essenza di fiori d'arancio, ed è farcita con una crema al burro e una crema pasticcera. Dagli anni 2000, la tecnica di fabbricazione della crema pasticcera è completamente automatizzata.
Tradizionalmente, è consigliato l'accostamento a un Côtes-de-provence rosato, o a un vin moelleux, come un Monbazillac o a un vino dolce come un Muscat de Beaumes-de-Venise.

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Torta Tatin



La tarte Tatin è una torta di mele capovolta, tipica della Francia, in cui le mele sono caramellate in burro e zucchero prima della cottura della torta.
Secondo la leggenda, questo dolce sarebbe originario di Lamotte-Beuvron (nella regione del Centro): le sorelle Stephanie (1838-1917) e Caroline Tatin (1847-1911) gestivano un ristorante, che esiste ancora sotto il nome di "hôtel-restaurant Tatin", di fronte alla stazione frequentata da molti cacciatori. Una domenica, mentre preparavano una torta di mele per il pasto di alcuni cacciatori, una delle sorelle dimenticò di porre la pasta brisé al di sotto della torta, lasciando caramellare così le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare all'errore pose dunque la pasta brisée al di sopra del composto ottenuto e poi capovolse il tutto in un piatto. I cacciatori apprezzarono questa torta, che divenne così la tarte Tatin.

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Torta Saint Honoré

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La torta Saint Honoré è una torta che prende il proprio nome dal santo patrono dei pasticceri francesi Onorato di Amiens (Saint Honoré o Honoratus), vescovo di Amiens nel VI o VII secolo). Si racconta che sia stato lo chef Chiboust a creare il dolce nella propria pasticceria parigina nel 1846 situata a Parigi in Rue Saint-Honoré.
Questo dolce consiste di una pasta sfoglia, guarnita nella sua parte esterna da una serie di profiteroles, attaccati alla base della torta con caramello o panna. La parte centrale del dolce è invece guarnita con della crema chiboust (crema pasticcera alleggerita da meringa).

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Tuile

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Une tuile è un biscotto sottile, dolce o salato, o un wafer fatto di sfoglia o di formaggio originari della Francia.
Il termine tuile significa "piastrella" in lingua francese, e prende il proprio nome proprio dalle tipiche tegole dei tetti francesi, in considerazione della supposta somiglianza. Sono comunemente aggiunti come contorno per i dolci come la panna cotta o utilizzati come coppe commestibili per il gelato o il sorbetto.
I tuiles sono sottili biscotti che prendono il proprio nome dalle tuile, le tipiche tegole ricurve dei tetti delle case francesi, ed in particolare quelle della Provenza. Per ottenere la tipica forma ricurva, i tuiles sono solitamente realizzati su superfici ricurve, come bottiglie o mattarelli. In Francia, sono comunemente in commercio anche stampi appositi per i tuiles. La forma ricurva dei tuiles va fatta assumere quando l'impasto è ancora caldo e malleabile. Eventualmente possono anche essere preparati con forma liscia.

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Sacripantina

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La sacripantina è una tipica torta a cupola di origine genovese preparata su una base di pan di Spagna e farcita sia con una crema al burro e una crema al burro con cacao e nocciole (talvolta con zabajone), ricoperta di pezzetti di pan di Spagna e zucchero a velo.
Questa torta è stata creata da Giovanni Preti nel 1851, il suo nome deriva da un personaggio dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto: Il re circasso Sacripante.

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Torta paesana

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La torta paesana detta anche torta nera, torta di latte, torta di pane o michelacc (ovvero mica e lacc, pane e latte) è un dolce tipico della Brianza e dell'Altomilanese; a Gessate prende il nome di torta paciarella e a Canegrate di torta di Canegrate.
Nata come modo per riutilizzare il pane secco, come molte preparazioni della cucina tradizionale presenta numerose varianti, ma la base è sempre costituita da pane raffermo, latte e cacao, spesso arricchita da amaretti o biscotti di altro genere, uvetta, pinoli, canditi e pan d'anice (pan di spagna aromatizzato all'anice). La si serve soprattutto nelle sagre di paese e durante le ricorrenze del mese di ottobre.

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Torta di San Biagio



La torta di San Biagio è un prodotto tipico della tradizione mantovana, precisamente della zona di Cavriana, cucinata in onore del patrono locale San Biagio (3 febbraio).
Viene preparata una frolla amalgamando i vari ingredienti, stendendo la pasta nella la tortiera e versandovi sopra il ripieno. La pasta così composta viene guarnita di altra pasta ritagliata a strisce.
Da gustare con vino passito di Lugana fresco.
La torta si presenta di forma circolare. L'impasto, che non è lievitato, è caratterizzato da una consistenza friabile. Sulla superficie le strisce ricavate dall'avanzo della pasta usata per foderare la tortiera, disegnano dei rombi sotto i quali si può riconoscere il colore bruno del ripieno.
Ingredienti: Per la pasta occorrono farina bianca (500g), strutto (150 g), zucchero (150 g), impastare con vino bianco. Per il ripieno invece è necessario procurarsi delle mandorle tritate (1 kg), dello zucchero (100g), 1 uovo, del cioccolato fondente tritato, succo e scorza di limone, a piacere un liquore tra rum o anice.

Ricetta

Preparate una frolla amalgamando gli ingredienti con l'aggiunta di un po' di vino bianco. Tritate finemente le mandorle ed unitele agli altri ingredienti del ripieno, amalgamandoli ben bene. Stendete 2/3 della pasta e foderatevi la tortiera, quindi versatevi sopra il ripieno, stendendolo bene. Coprite con la pasta rimanente ritagliata a striscioline. Cuocere in forno a 150° per 20 minuti circa. Si suggerisce di gustare questa torta con un passito di Lugana servito fresco.

"Al dì ‘d San Biàs as benedìs la gola e 'l nas". Dal 2 al 4 febbraio si celebra, infatti, nel paese delle colline moreniche si celebra il patrono San Biagio con una manifestazione che ha più di 450 anni e si svolge soprattutto all'insegna dell'enogastronomia.
Il 3 febbraio ha luogo a Cavriana piccolo paese ubicato in provincia di Mantova, un rito antico: la benedizione della gola impartita in chiesa dal sacerdote per mezzo di due candele incrociate sotto il mento. La Torta di San Biagio è il dolce tipico di questa festività. La leggenda vuole che la ricetta sia molto antica e che originariamente la torta a base di mandorle avesse un diametro di oltre tre metri. Questa veniva poi tagliata ed offerta al pubblico convenuto in Piazza Castello.Infatti già nel 1600, dai mandorli di Cavriana si raccoglievano mandorle dal gusto particolare e intenso,merito dell'ameno ambiente collinare,questo frutto veniva da tutti considerato afrodisiaco;nei mesi invernali gli stessi Gonzaga ne acquistavano grandi quantità per deliziare il palato dei nobili di corte. Si racconta che, in quel periodo il re francese Luigi tredicesimo inviò una delegazione di cuochi ed esperti pasticceri nel ducato di Mantova col compito di apprendere nuove ricette da utilizzare a palazzo. I cuochi francesi vennero subito a conoscenza delle mandorle di Cavriana e vollero per tanto fare un sopralluogo proprio nel periodo della centenaria fiera di S. Biagio. La popolazione venutane a conoscenza si animò per cercare di dare una degna accoglienza a questi stranieri, decise di preparare qualcosa di unico da donare alla regina Anna famosa e colta moglie di Luigi tredicesimo. Dalle mani esperte delle donne Cavrianesi e da semplici ingredienti nacque un dolce alle mandorle dal gusto contrastante ma nello stesso tempo equilibrato: rustico come la terra da cui proveniva, raffinato come la sovrana a cui era dedicato. Da allora è consuetudine nei giorni della fiera svolgere il rituale del taglio e del dono della torta a tutti i visitatori: segno che il tempo non cancella le cose fatte con amore e generosità

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Assidat zgougou



L'assidat zgougou o assida zgougou (in arabo: عصيدة الزقوقو) è un dessert tunisino. Viene preparato in occasione della festa del Mouled.
Si tratta di una crema preparata a partire dei semi del pino d'Aleppo. I pinoli, chiamati "zgougou" e da non confondere con i pinoli del pino domestico, vengono puliti e poi schiacciati con dell'acqua e passati al setaccio molto fine.
Il succo cosí ottenuto viene mischiato con della farina di grano e/o, a seconda della ricetta, con dell'amido, aggiungendovi a volte latte concentrato. Viene poi cotto a fuoco lento, continuando a mescolare. Viene aggiunto zucchero velato fino a che la crema non diventa densa, dando cosí alla crema un colore bruno grigiastro, al gusto di resina.
Questa crema viene versata ancora calda dentro delle ciotole e ricoperta con della crema pasticiera a base di latte, amido, zucchero e essenza di fiori d'arancio. Infine viene decorata con mandorle intere o spellate, piccole caramelle o con pinoli.
Molti utilizzano anche vari tipi di frutta secca (pistacchi, noci, nocciole, ecc.) per variare la decorazione sia nella forma che nei colori.
Secondo l'Institut national de la consommation tunisino, 100 grammi hanno circa 600 kcal delle quali oltre la metà sono dovute alla decorazione.
Inizialmente si è trattato di un piatto legato ad un periodo di siccità e pertanto disprezzato come un piatto dei poveri. A partire dagli anni 1970 è tornato come dolce. La tradizione vuole che la ciotola d'assidat venga scambiata tra vicini e i familiari, facendo sì che la decorazione del dolce è altrettanto importante del dolce stesso.

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Halva

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La parola halva (traslitterata anche come halwa, halvah, halava, helva, halawa, in ebraico חלבה ,in greco Χαλβάς in russo e ucraino халва) deriva dell'ebraico antico e significa dolce. La parola halva si impiega per definire molte varietà di dolci. Questo tipo di dolce è molto popolare da India, Pakistan, Tunisia e Persia, per arrivare al mediterraneo orientale, passando per le cucine dei Balcani. Esistono altri tipi di halva basate sull'impiego di pasta di tahina, una pasta a base di sesamo tipicamente palestinese. Questo tipo è molto più popolare nell'est del Mediterraneo, tra cui la Grecia, dove esistono due tipi diversi di halva. Nei paesi dell'est Europa in Ucraina in particolare è molto diffuso anche l'halva a base di semi di girasole, aromatizzato con diversi gusti; caffè, vaniglia, cacao, in molti casi anche miscelati fra loro come variegati.
La maggioranza delle halva sono confezioni dense elaborate con paste alimentari diverse, e che vengono successivamente addolcite con zucchero o miele. Tuttavia, a partire da questa semplice composizione, si ha un'ampia gamma di varietà di prodotti. Per esempio, la halva di semolino è gelatinosa e quasi semi-trasparente, mentre la halva di sesamo e quella di girasole è secca e leggermente friabile e si scioglie in bocca.
La halva di sesamo è diffusa in Tunisia, Israele, nei Balcani, in Polonia, nel Medio oriente ed in altre zone del mediterraneo orientale. Gli ingredienti principali sono semi di sesamo o pasta di tahini, con zucchero o miele. Altri ingredienti secondari usati nell'elaborazione della halva di sesamo sono il pistacchio (o altra frutta secca), pasta di cocco, succo di arancia (o limone), vaniglia o anche cioccolato.
Per quanto riguarda le tradizioni religiose ebraiche, la halva è quasi sempre considerata adatta (kasher), e poiché non contiene carne o latte può essere tranquillamente consumata dopo un pasto di carne o latticini, rispettando le regole alimentari ebraiche (Kasherut). La halva israeliana solitamente non contiene farina o semolino, ma è fatta con tahina (pasta di sesamo), glucosio, zucchero, vaniglia ed altri aromi naturali.

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Tartufo al cioccolato


I tartufi al cioccolato sono dei cioccolatini, tradizionalmente a base di cioccolato fondente, burro, uova e cacao amaro in polvere, con forma tipica a sfera o pallina. Il loro nome deriva dalla somiglianza con i tartufi (funghi).
I tartufi al cioccolato furono inizialmente preparati da Nadia Maria Petruccelli, nel dicembre 1895, ma raggiunsero la popolarità tra il pubblico nel 1902, quando il negozio di cioccolato di Antoine Dufour, in Londra, iniziò a venderli.

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